La battaglia navale della politica fiumana

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La battaglia navale della politica fiumana

Oggi in Città si dovrebbero aprire le buste – il condizionale in casi come questi è d’obbligo – contenenti le offerte per la ristrutturazione della nave Galeb, dopo che il primo bando di concorso era stato annullato per l’esosità della richiesta di chi avrebbe voluto assumersi il complesso compito di procedere con il completo restyling dell’ex yacht di Tito. La differenza tra offerta e disponibilità era stata abissale, quasi il doppio, e ora non ci resta che attendere gli ulteriori sviluppi della situazione. Quello di oggi è comunque soltanto l’antipasto del piatto principale, che sarà servito mercoledì in sede di Consiglio cittadino, con il prosieguo dell’estenuante battaglia politica, senza esclusione di colpi, soprattutto bassi, di circa due settimane fa, quando la proposta della “maggioranza” per l’indebitamento della Città per 44 milioni di kune, principalmente per il restauro della Galeb e poi in seconda battuta anche del complesso Benčić, si era arenata tra le polemiche, a notte fonda, dopo oltre 12 ore di acceso dibattimento, repliche, controrepliche e soprattutto perdite di tempo, prima dell’“opposizione”, capeggiata dall’HDZ, per ricompattarsi e quindi dal blocco di “maggioranza”, riunito attorno all’SDP, per evitare di procedere con il voto. Il risultato, in termini sportivi, era infatti in perfetta parità, 18-18. L’odierna apertura delle buste potrebbe però cambiare nel bene o nel male, dipende dai punti di vista, le carte in tavola. Il trio di consiglieri della Lista per Fiume, contrari fin qui alla proposta d’indebitamento, ma che solitamente si schierano con la “maggioranza”, hanno annunciato che prenderanno una decisione definitiva una volta appresa l’entità dell’offerta per i lavori alla Galeb. Il classico ago della bilancia, uno, due o tre voti ‘pro’ o ‘contro’, che potrebbero eccome incidere sulla futura politica cittadina. In questo contesto non va dimenticato l’indipendente Koljanin: il suo voto ha pure un peso enorme. Il quadro che si presenta a 24 ore dai lavori del Consiglio è semplice: la “maggioranza” ha tutto da perdere, l’“opposizione” ci può soltanto guadagnare.

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