L’INTERVISTA Robert Mrvčić: «La carenza di conducenti un problema persistente»

Colloquio ad ampio raggio con il nuovo direttore della municipalizzata «Autotrolej» sull’attuale situazione e le difficoltà che sta attraversando l’azienda addetta al trasporto pubblico

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L’INTERVISTA Robert Mrvčić: «La carenza di conducenti un problema persistente»
Robert Mrvčić. Foto: RONI BRMALJ

“Le recenti dichiarazioni rese ai media dai sindacalisti non hanno alcun fondamento e non offrono un quadro reale di quella che è l’attuale situazione in seno all’azienda. Entro il prossimo mese di settembre potremo riparlarne con maggiore cognizione di causa in quanto fino ad allora verranno estinti i periodi di ferie maturate dai nostri dipendenti, che per legge sono soggette a precise scadenze e devono essere consumate entro la fine di giugno”. Il direttore della municipalizzata Autotrolej, Robert Mrvčić – subentrato a inizio del maggio scorso ad Alberto Kontuš, dopo un concorso a cui si è imposto su altri cinque candidati –, scaccia ogni dubbio in relazione a eventuali nuovi problemi che, a detta del sindacato di categoria, potrebbero andarsi a creare in autunno, con la ripresa delle lezioni scolastiche, in seguito alla carenza di conducenti. Scenari apocalittici, stando al nuovo numero uno dell’azienda municipale addetta al trasporto pubblico, non dovrebbero essercene e il peggio, dopo la firma del Contratto collettivo avvenuta nel marzo scorso, che ha assicurato ai dipendenti un aumento delle paghe, dovrebbe essere passato. L’Autotrolej, com’è noto, sta attraversando da tempo un periodo non bello, in cui i problemi, anche grossi, non mancano. Con l’ultimo, che aveva riguardato l’insoddisfazione dell’organico per gli stipendi, si era rischiato lo sciopero. Dopo lunghe trattative, conclusesi con la firma del nuovo Contratto collettivo – in virtù del quale l’aumento dei salari non ha contemplato il personale dirigente – il pericolo era rientrato. Attualmente a provocare grattacapi alla dirigenza è la carenza di conducenti – per ferie o permesso malattia –, in seguito alla quale si è reso necessario anticipare di qualche settimana l’orario delle corse estivo, che è ridotto. La situazione, però, stando al direttore Mrvčić (che abbiamo incontrato per un colloquio nel suo ufficio in Scoglietto, dove ha sede la municipalizzata), in autunno anziché precipitare, dovrebbe stabilizzarsi.

La pandemia, un punto di non ritorno
“La carenza di conducenti è un dato di fatto, che in seno all’azienda, persiste da un bel po’. Anche da tempi non sospetti, quando grazie alla fluttuazione, queste mancanze non si percepivano più di tanto. Per un conducente che se ne andava, ce n’era sempre un altro interessato a questo posto di lavoro – ci ha spiegato –. Direi che uno ‘spopolamento’ un po’ più incisivo è iniziato nel 2013 con l’entrata della Croazia nell’Unione europea. All’epoca, nell’arco di circa un anno, abbiamo perso sui 50-60 conducenti, ma il mercato offriva ancor sempre la possibilità di rimpiazzarli. Oggi la situazione è drasticamente cambiata e se in una piccola percentuale ha influito la fuga all’estero in generale della forza lavoro, nel nostro contesto ciò è dovuto maggiormente alla migrazione della stessa ad altre aziende locali quali ad esempio i terminal container, che offrono paghe migliori e la possibilità di fare aggiornamento professionale e raggiungere ulteriori qualifiche. Infatti, grandi municipalizzate come la nostra non hanno la possibilità di correggere il punto paga in maniera elastica e rapida in quanto sottostanno a tutta una serie di regolamenti. Di conseguenza, non possiamo risultare concorrenziali sul mercato del lavoro e la partita è persa già in partenza. Considerando, poi, la prossima apertura del terminal in Molo Zagabria, lo scenario potrebbe addirittura peggiorare in quanto in molti potrebbero decidersi di fare domanda di lavoro lì”, ha detto ancora.
“La vera mazzata per l’azienda è arrivata con lo scoppio della pandemia di Covid – ha proseguito il direttore –, il cui conseguente lockdown ha fatto precipitare in maniera drastica la necessità di trasporto coi mezzi pubblici. L’orario delle corse era stato ridotto ai minimi termini, con l’uscita di 5 o al massimo 6 corriere al giorno. Si era colta, allora, l’occasione di estinguere le rimanenti ferie per coloro che ancora avevano da farle e per la parte finanziaria ci aveva pensato il governo grazie ai sovvenzionamenti del periodo interessato dall’emergenza. Poi, a piano a piano, con il progressivo rientro dell’allarme coronavirus, anche la situazione in azienda è tornata ad essere quella di sempre, con la differenza, però, che non siamo mai più riusciti a ripristinare del tutto l’orario delle corse del periodo prepandemico. Se escludiamo quello estivo, in rapporto a prima esso è ridotto del circa il 20-25 per cento e da qui per il momento non riusciamo a muoverci. Tornando alla carenza di conducenti, nel 2019 abbiamo iniziato con il primo ciclo di aggiornamenti professionali (concretamente esami per la categoria D) e c’è stato parecchio interesse, ma poi una parte della nuova forza lavoro è rimasta, mentre l’altra ha salutato l’azienda. Un abbandono più massiccio si è verificato tra il 2021 e il 2022, anno in cui è aumentato in modo drastico anche il numero di permessi malattia, in un dato periodo addirittura 60. Attualmente questo numero è sceso a circa 25, ma d’altra parte in tanti stanno maturando il diritto alle ferie. Anche in questo caso, grandi organici come il nostro necessitano di un piano ferie annuale molto ben strutturato, che va consegnato in tempo utile in modo da soddisfare possibilmente tutte le necessità del collettivo. Si tratta di 260 dipendenti, che come tutti, hanno diritto al loro periodo di riposo. Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di anticipare l’orario estivo ridotto, anche per limitare al massimo la necessità di fare gli straordinari, una misura, regolarmente pagata, che siamo stati costretti ad applicare parecchio nel corso di quest’anno e che, per ovvi motivi, ha creato qualche lecito malcontento, ma anche tirato fuori la disponibilità di parte dei conducenti, che invece non hanno avuto da ridire facendosi, in singoli casi, anche avanti da soli”, ha affermato il direttore dell’Autotrolej.

Un naturale susseguirsi delle cose
Alla nostra domanda su che cosa l’abbia convinto a candidarsi a numero uno in circostanze in cui l’azienda è costretta a confrontarsi con una serie di grosse difficoltà, ha risposto: “È stato un naturale susseguirsi delle cose. Lavoro all’Autotrolej da quasi vent’anni, praticamente da sempre e tutto il mio servizio è sempre stato legato al traffico passeggeri. Ho iniziato come tecnologo addetto alla stesura degli orari delle corse, all’organizzazione dei trasporti, per poi passare alla comunicazione e ai contatti con i nostri comproprietari e partner per i vari accordi sugli standard di lavoro, sul trasporto, sull’organizzazione in generale. Prima di decidermi a questo passo, ricoprivo la funzione di responsabile del Servizio traffico passeggeri e diciamo che negli ultimi 4-5 anni ero maggiormente incluso nella parte gestionale, che consisteva in comunicazioni di tipo formale e strategico. Essendo a piena conoscenza del funzionamento dell’azienda, il passo verso il gradino più alto mi è sembrato la cosa più logica da fare. Mi sentivo pronto per affrontare questa sfida. Spero di non deludere le aspettative, soprattutto quelle che mi sono imposto da me”, ha concluso Robert Mrvčić.

«Personale straniero? È la nuova realtà»
Negli ultimi tempi si sta parlando parecchio di ipotetiche assunzioni di personale straniero nelle file dei conducenti dell’Autotrolej. Abbiamo chiesto a Robert Mrvčić quanti presupposti ci sono e se questa potrebbe davvero essere una delle soluzioni a cui l’azienda ricorrerebbe nel caso in cui la carenza di personale diventasse ancora più incisiva nel tempo. “A parte il fatto che scenari come questo, generalmente in determinati posti di lavoro, sono già avviati – ha risposto – grazie alla globalizzazione e all’apertura del mercato occupazionale, devo dire che anche all’Autotrolej ci stiamo pensando. Abbiamo già tentato di farlo, rivolgendoci alla forza lavoro di Paesi quali la Bosnia ed Erzegovina, la Serbia, la Macedonia, anche in virtù di ovvie barriere linguistiche, che in questo caso non ci sarebbero. L’interesse, però, è stato quasi inesistente e abbiamo dovuto rinunciare. Confermo che a questo punto stiamo pensando di allargare la domanda anche ad altre realtà. Bisogna provare tutto. Questo è immancabilmente il nostro futuro. Una cosa positiva è che hanno iniziato a farsi avanti anche le donne, tra le quali c’è un certo, seppur fievole, interesse. Lavoreremo pure su questo fronte”.

Che cosa ci dice riguardo alle nuove generazioni? Quanto interesse c’è da parte loro?
“Come tanti altri, col mondo ormai cambiato inesorabilmente, quello dei conducenti è diventato un mestiere deficitario e sono sempre meno numerosi i giovani che decidono d’intraprenderlo. Uno dei nostri intenti è rivolgerci agli istituti scolastici per una serie di attività promozionali volte a incentivare l’interesse dei ragazzi verso questo lavoro. Ovviamente, in accordo con il nostro proprietario di maggioranza, la Città, il cui appoggio non è mai venuto a mancare. L’ultimo della serie ha riguardato la firma del Contratto collettivo, contesto in cui la municipalità si è dimostrata di grande supporto e disponibilità”.

Parco macchine Prosegue il rinnovo
Parco macchine. Da uno altamente obsoleto, la municipalizzata Autotrolej, grazie ai finanziamenti che è riuscita ad assicurarsi attingendo dai Fondi europei, è arrivata negli ultimi anni, ad averne uno di tutto rispetto. Dal 2019 ad oggi ha acquistato 91 nuovi autobus (dei complessivi 173 di cui dispone l’azienda), dei quali 50 sono alimentati da gas naturale compresso. Quali sono i prossimi passi che l’Autotrolej intende fare?
“Continueremo con il rinnovo del nostro parco macchine. Attualmente siamo al 60 p.c. In collaborazione con il Ministero del traffico proseguiremo con le candidature ai finanziamenti a fondo perduto dell’Ue. La tecnologia, però, sta facendo passi da gigante in maniera molto rapida ed è rivolta sempre di più verso il segmento green. Di conseguenza, l’Ue migrerà su questo fronte, offrendo finanziamenti per veicoli alimentati da energia elettrica e da idrogeno, che rappresentano il futuro, ma che ora come ora comportano costi non indifferenti. In questo senso, per il momento, non possono essere un’opzione, soprattutto nel caso dell’idrogeno. Per rendere meglio l’idea, dico soltanto che se una corriera diesel viene a costare sui 250.000 euro, una a luce costa sui 550.000, mentre una a idrogeno raggiunge addirittura gli 800.000 euro. Per non parlare della necessaria infrastruttura, che consiste nelle stazioni di ricarica. Ci sono dei piani concreti con il Ministero competente di intraprendere anche questo percorso, iniziando con le singole linee, ma tutto è ancora in fase di accordi e trattative, per cui non mi sbilancerei più di tanto”.

Trasloco. «Per ora rimaniamo in Scoglietto»
Più volte, anche in passato, era stata ventilata l’ipotesi di trasferire la sede aziendale altrove. A che punto è giunto il progetto?
“Con l’ampliamento del parco macchine lo spazio attuale sta diventando un po’ stretto. Si è pensato, sì, a varie location, ma non si è arrivati per ora ad alcun accordo concreto. Per il momento tenteremo almeno di ristrutturare l’attuale sede, che necessita da tempo di un intervento simile. Tenteremo, in questo caso, di attingere dai fondi dell’Ue”.

Prezzo biglietti, l’inflazione detta le regole
Nel 2022 l’Autotrolej ha aumentato i prezzi dei biglietti. Ci saranno altri rincari?
“L’azienda ha deciso di correggere i prezzi dopo 14 anni che non lo faceva. L’ultima volta era stato nel 2008. È stata una decisione impopolare, certo, ma necessaria, vista l’inflazione salita al 18 p.c. Quest’anno abbiamo aumentato di poco anche i biglietti per le corse singole, tentando di coprirci, ma poi il caro energia si è ‘mangiato’ anche questo. Sono cose sulle quali purtroppo non possiamo incidere”.

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