Croazia. L’inflazione rimarrà a lungo a livelli elevati

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Croazia. L’inflazione rimarrà a lungo a livelli elevati

I prezzi in Croazia aumentano praticamente ogni giorno. L’inflazione è intorno all’8 per cento e gli stipendi dei lavoratori non tengono adeguatamente il passo all’inflazione. È il parere espresso dall’esperto economico Luka Brkić, docente all’Università Libertas secondo il quale i tassi d’interesse aumenteranno ulteriormente e per i cittadini ottenere un mutuo sarà più difficile e costoso. A suo avviso gli stipendi, che con la riforma fiscale come annunciato dal premier Andrej Plenković dovrebbero lievitare a partire dall’anno prossimo, non aumenteranno in modo significativo e permanente e inoltre, sempre secondo Brkić, l’inflazione non potrà essere riportata entro l’obiettivo del 2 per cento.
Scarso ottimismo dunque è stato espresso dall’esperto economico chiamato a commentare alla Radiotelevisione croata (HRT) le stime della Banca mondiale sull’economia croata che quest’anno dovrebbe crescere dell’1,9 per cento e nel 2024 del 3,1 per cento. Tali previsioni, pubblicate pochi giorni fa, sono significativamente più ottimistiche rispetto a quelle espresse all’inizio del 2023. La Banca nazionale croata (HNB) prevede che nel 2023 il PIL cresca del 5,5 per cento mentre l’anno prossimo dovrebbe registrare un incremento del 2,5 per cento. Anche la Commissione europea recentemente ha pubblicato buone previsioni economiche anche se l’inflazione rimane piuttosto alta e la maggior parte dei cittadini vede soltanto prezzi più alti e una vita più dura.
Scommettere sul turismo
“Sono stati pubblicati i dati Eurostat, secondo i quali l’eurozona è entrata in recessione tecnica nel primo trimestre 2023, a seguito di una contrazione dello 0,1 p.c. registrata per due trimestri consecutivi. La Germania è in recessione tecnica. Si tratterà di una recessione a livello annuale, di quale percentuale si tratterà è qualcosa che dobbiamo ancora vedere”, ha detto Brkić, secondo il quale in Croazia si deve puntare sullo sviluppo del settore turistico in quanto tale comparto può vantare una serie di vantaggi comparativi tra i quali tradizione, monumenti d’importanza culturale e storica, posizione geografica, una costa bellissima, esperienza, conoscenze ed altro. Allo stesso tempo però, ha sottolineato il docente universitario, una forte dipendenza dal turismo non va bene. “Nei Paesi più sviluppati nel mondo dal punto di vista turistico, l’industria dell’ospitalità rappresenta una piccola percentuale del PIL – ha spiegato Brkić –. Il turismo è un settore a bassa produttività che non richiede manodopera altamente qualificata e non crea servizi ad alto valore aggiunto”. L’esperto economico ha elencato altresì alcune caratteristiche del turismo come la stagionalità, la fragilità in condizioni di crisi e la concorrenza.
In ogni caso sul fronte del lavoro si registrano progressi importanti. Per la prima volta negli ultimi trent’anni la disoccupazione è scesa sotto quota centomila.

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