«L’Autotrolej necessita di partner esterni»

Il Most propone una serie di misure per migliorare il servizio

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«L’Autotrolej necessita di partner esterni»
In attesa dell’autobus.... Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

“La sede dell’amministrazione municipale è un luogo dove ogni cittadino può venire per lamentarsi di eventuali problemi. Visto il caos che regna in città, compresa la riduzione del trasporto pubblico, forse il sindaco è ora più tranquillo perché sono pochi i cittadini che riescono a raggiungere il centro”. Ha esordito così la presidente della sezione cittadina del Most, Petra Mandić, alla conferenza stampa indetta ieri mattina sul ricorrente tema dell’“Autotrolej”. “Scherzi a parte, il problema del trasporto pubblico è un fatto molto serio. Ricorderemo gli autobus che hanno preso fuoco anni fa, mezzi che in quel periodo erano ormai obsoleti. Ora invece abbiamo un’altra gatta da pelare, ovvero la carenza di personale e di conseguenza la riduzione massiccia delle partenze. Questo ha portato a un grosso problema che vede i cittadini non potere più contare su un trasporto pubblico come si deve. La maggior parte dei bambini che va a scuola, deve camminare per mezz’ora o 45 minuti per arrivare in tempo alle lezioni. Per non parlare del fatto che a causa della riduzione delle linee, succede che dal momento della partenza fino alla seconda o terza fermata, l’autobus risulti ormai zeppo di passeggeri e di conseguenza l’autista non si fermi più alle seguenti stazioni, e anche se anche lo fa, le condizioni in cui viaggiano le persone a bordo sono disumane e paragonabili a delle scene viste nei treni in India. Per questo motivo abbiamo deciso di stilare alcune proposte su come risolvere il problema, indipendentemente dal fatto che il nostro club fa parte dell’opposizione nel Consiglio cittadino. Penso sia un nostro dovere. Abbiamo inoltrato al sindaco e al direttore della municipalizzata una mail in cui chiediamo un urgente incontro, ma fino ad ora non abbiamo avuto risposte”, ha detto Petra Mandić.

Petra Mandić.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Misure… antincendio
Il Most ha proposto delle misure a breve e a lungo termine. “Le prime, dette anche ‘misure antincendio’ riguardano la necessità di mantenere l’‘Autotrolej’ come azienda preposta al trasporto pubblico di Fiume. Infatti, sia le proposte del sindaco che del direttore della municipalizzata, possono venir messe in atto eventualmente tra sei mesi, periodo che non può sicuramente soddisfare né gli scolari, né gli studenti, i pensionati o le persone che lavorano. Per questo motivo proponiamo che ad esempio per la linea 1B, che collega le due sedi del CCO e che ora non è in funzione, o per altre linee più gettonate, venga ingaggiata una ditta di trasporti privata che diventi partner dell’‘Autotrolej”. Questo non contempla tutte le linee perché non vogliamo aprire le porte a eventuali ditte che potrebbero risultare una concorrenza sleale. La seconda coinvolgerebbe le Camera dell’artigianato e del commercio, le associazioni dei piccoli trasportatori che darebbero ‘in prestito’ i loro autisti per un dato importo. Ci siamo informati a proposito con le piccole ditte di trasporto per vedere quali sarebbero le loro richieste. Si sono dimostrati interessati a farlo per 6 mesi o un anno, per l’importo che viene dato al mese per un autista, ovvero circa 3mila euro, più un dato guadagno. Ciò significa che si dovrebbe attingere dal Bilancio al massimo 1,5 milioni di euro per i prossimi sei mesi per un totale di 50 autisti. Per questi l’‘Autotrolej’ pagherebbe comunque, se li avesse a disposizione, circa 900mila euro per sei mesi. Verrebbero, dunque, aggiunti altri 600mila. Non è un importo impossibile per risolvere un problema rovente e la Città potrebbe, in questo modo, correre ai ripari. Perché, se negli ultimi 10 anni la Città ha assicurato 8 milioni di euro per la nave Galeb, dato che dai Fondi europei si è ricevuto soltanto 4, per un servizio come quello del trasporto in una grande città come Fiume questo non è di certo un importo esagerato. Probabilmente la Città risponderà che si tratta di un importo troppo alto e che non è possibile assicurarlo. E invece è possibile, perché abbiamo fatto i dovuti calcoli. Basta avere un po’ di buona volontà”, ha spiegato Mandić.

Migliorare la reputazione
Le misure a lungo termine riguardano, invece, una migliore gestione delle risorse umane. “Abbiamo parlato con tantissimi autisti e non si tratta solo di denaro. Le persone sono insoddisfatte delle condizioni di lavoro e queste lamentele hanno una brutta ripercussione. Nessuno vorrebbe lavorare in una ditta di cui si parla male. L’‘Autotrolej’ deve quindi lavorare per migliorare la propria reputazione. Deve fare in modo che gli annunci per trovare forza lavoro vadano lanciati in modo moderno, sui portali, alla radio, con definiti per bene tutti i benefici. Al giorno d’oggi mettere un annuncio unicamente all’Ufficio di collocamento non basta”, ha spiegato l’esponente del Most.

Piano quinquennale
Il Most chiede inoltre l’aumento del 100% per quanto riguarda i turni notturni e del 75% nei giorni festivi; un orario di 35 ore settimanali (con uno stipendio per 40 ore) per chi ha dei bambini piccoli in età prescolare. In questo modo verrebbero spronati i giovani autisti a cercare lavoro in seno all’‘Autotrolej’ poiché avrebbero più tempo per la propria famiglia. Si è parlato pure indennizzi per le spese della retta per l’asilo, l’assicurazione integrativa per i pensionati che lavorano a metà orario, alloggi assicurati per chi arriva da città lontane (min 40 chilometri da Fiume), nonché un piano aziendale quinquennale nel corso del quale verrebbe previsto un ulteriore aumento delle paghe del 20%. In attesa dell’incontro con il sindaco e con il direttore dell’‘Autotrolej’, possiamo soltanto continuare a sperare che il numero di partenze non diminuisca ulteriormente, facendo diventare i mezzi di trasporto “un tram che si chiama Desiderio” nel vero senso della parola.

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