La voce dei giovani per una CI moderna

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La voce dei giovani per una CI moderna

“Che cosa possiamo fare per migliorare la Comunità degli Italiani di Fiume?”, era questo il tema dell’incontro svoltosi martedì sera a Palazzo Modello. I soci che hanno partecipato erano una ventina, per lo più giovani, vogliosi di dare il loro contributo allo sviluppo della Comunità a cui sentono di appartenere. Si è parlato sia di progetti concreti, realizzabili sin da subito con pochi mezzi, che di grandi cambiamenti, ritenuti indispensabili per fare il passo successivo e per cambiare davvero le sorti della CI.

La prima cosa da fare è cambiare lo Statuto. “Non possiamo andare avanti con un sistema che prevede di assegnare all’Esecutivo dei lavori che vanno poi firmati dal presidente della CI. Non ha senso per nessuna delle parti in causa, in quanto il presidente si trova costretto a firmare decisioni preparate da altri e l’Esecutivo non sa mai se il suo lavoro verrà convalidato e portato a termine”, ha dichiarato Marin Corva.
Un altro problema al quale sarà necessario porre rimedio nel prossimo periodo è quello della visibilità delle attività. “Entro qualche anno la Biblioteca civica lascerà Palazzo Modello e in quell’occasione la Comunità dovrebbe cercare di trasferirsi al piano terra. Abbiamo tantissimo da offrire a questa città e quello spazio ci permetterebbe di farlo”, ha dichiarato Gianfranco Miksa.
Sempre riguardo alla visibilità e alla voglia di fare comunità si è espresso Marin Tudor, che ha ribadito la necessità di creare una piattaforma multimediale per favorire la comunicazione. “Dobbiamo essere più connessi, sia fra noi che viviamo sul territorio che con le varie associazioni di esuli e in generale con tutti i fiumani nel mondo. La nostra forza deriva dal grande amore che tutti insieme abbiamo per Fiume, le prossimo mosse andranno concordate insieme e fatte per il bene comune”, ha dichiarato Tudor.
Si è poi parlato tanto anche della necessità di salvaguardare il dialetto. Kristina Blečić ha menzionato la possibilità di organizzare dei corsi di dialetto, sia per i ragazzi delle nostre scuole che per esterni. Moreno Vrancich ha spiegato come si potrebbe fare per salvaguardare quello che è rimasto della nostra memoria, con delle video interviste in dialetto da mettere sulla piattaforma online.
Federico Guidotto ha espresso la sua opinione riguardo alla necessità di includere la maggioranza, di renderla partecipe delle attività in Comunità. Sulla stessa lunghezza d’onda anche un altro italiano adottato da Fiume, Giuseppe Nicodemo, il quale ha lodato la qualità dei concerti organizzati in Comunità, affermando che potrebbero essere questi il punto d’incontro con la maggioranza, essendo la musica un linguaggio universale.
Sandro Vrancich ha definito fondamentali le gite, che potrebbero venire organizzate dalla CI direttamente con i mezzi dei soci. “Non serve attingere sempre ai fondi dell’UI, possiamo proporre qualche meta ai soci e poi vedere se ci sono interessati per fare una gita comune. L’importante è stare assieme e avere l’opportunità di parlare in dialetto”, ha dichiarato Vrancich.
Queste sono soltanto alcune delle proposte avanzate durante l’incontro, sulle quali erano d’accordo tutti i partecipanti. Alla fine, dopo un paio d’ore di intensa e sentita discussione, ci si è lasciati con la promessa di continuare questi scambi di idee, per costruire assieme un futuro diverso, possibilmente migliore.

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