Polivocalità, una tradizione che piace

Un successo grazie all’impegno della locale Comunità degli Italiani, che ha messo anima e corpo per allestire un ricco programma e per far sentire a casa proprio tutti: dagli esecutori a coloro che hanno apprezzato le loro esibizioni

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Polivocalità, una tradizione che piace
Il Gruppo folkloristico del sodalizio di Sissano. Foto: GIULIANO LIBANORE

Polivocalità sugli scudi l’altra sera a Sissano. Una serata dedicata al ieri, all’oggi e, perché no, anche al domani, del canto e intitolata “Polivocalità di tradizione” che come nelle precedenti due edizioni è stata un successo. Un successo grazie all’impegno della locale Comunità degli Italiani che ci ha messo l’anima e il corpo per allestire un ricco programma e per far sentire a casa proprio tutti: dagli esecutori a coloro che hanno apprezzato il canto.

Due preludi interessanti
La serata di Sissano ha avuto due preludi molto interessanti. Il primo antipasto è stato l’apertura della mostra nella sala polivalente della Comunità degli Italiani intitolata “Patrimonio culturale immateriale dell’Istria – nella lista nazionale e nella lista UNESCO”. Il secondo invece è vissuto sull’esibizione in piazza del Gruppo folkloristico della locale CI che ha incontrato i favori dei presenti. E da bravi padroni di casa, dopo un video d’introduzione nel quale l’etnomusicologo Dario Marušić ha parlato del secondo CD dei canti tipici sissanesi “Canto le mantignade e vado torno”, i membri del Gruppo folkloristico si sono esibiti per primi presentando “La me moroxa jo la campanela” e il brano che dà il titolo al nuovo CD.
Che i canti tradizionali non appartengono soltanto al passato lo hanno dimostrato anche gli allievi della Scuola di musica “Ivan Matetić Ronjgov” che grazie al lavoro degli etnomusicologi Dario Marušić e Noel Šuran e sotto la dirigenza della professoressa Suzana Goldin hanno presentato “Pred vašema vrati fiole” e “Da bi znala”.

La mostra allestita nella sede della CI.
Foto: GIULIANO LIBANORE

Un gradito ritorno sul palcoscenico del Giardin sissanese è stato quello dei “Tenores Picotto Nugoro” di Nuoro in Sardegna. Gli ospiti italiani si sono cimentati con il canto a tenore che si é meritato gli scroscianti applausi e un sincero “Evviva la Sardegna” dal pubblico.

I Tenores Picottu Nugoro.
Foto: GIULIANO LIBANORE

I canti tradizionali dell’Istria
Dopo aver attraversato l’Appenino il canto è subito dopo tornato in Istria, ovvero a Barbana, la cui Società artistico-culturale ha voluto omaggiare il kanat, un canto usato principalmente dalla popolazione croata la cui tecnica viene usata pure nelle mantignade di Sissano. Il girovagare per l’Istria e i suoi canti tradizionali ha poi fatto salire sul palco i custodi e gli interpreti più attivi delle bitinàde, butunàde, àrie a cuntràda e àrie da nuòto ovvero la SAC Marco Garbin di Rovigno. Da Rovigno a Fabriano, nelle Marche, il passo è più breve di quel che sembra e allora a salire sul palco è stato Giovanni Cofani il quale si è dapprima esibito in un duetto di canto a vatoccu insieme a Edna Strenja Jurcan e da solo in un canto a stesa.
Il ping pong tra le due sponde dell’Adriatico, unite dal canto, ha riportato la pallina in Istria, precisamente a Chersano. A rappresentare il Comune dell’Albonese la SAC “Ivan Fonović Zlatela” che ha interpretato il tarankanje e il kanat a intervalli stretti nella versione “na tonko i debelo”.
A un appuntamento con la tradizione non potevano mancare nemmeno i Gruppi folkloristici delle Comunità degli Italiani molto vicine a Sissano anche geograficamente, ovvero quelle di Gallesano e Dignano che hanno presentato le loro specialità della casa: i primi si sono dilettati nei “canti a pera”, nei “canti ala longa” e nei “canti xota le pive”, i secondi (ma solo per ordine di esibizione) nei bassi.

Giovanni Cofani ed Edna Strenja Jurcan.
Foto: GIULIANO LIBANORE

I canti spontanei resiani
Nel vasto elenco di ospiti della serata dedicata alla “polivocalità di tradizione” ha trovato posto pure il debutto alla manifestazione del Coro spontaneo del Gruppo folkloristico “Val Resia” del Friuli Venezia Giulia, composto da una decina di elementi che ha nel proprio repertorio appunto i canti spontanei della tradizione resiana. A Sissano si sono esibiti nel vecchio dialetto sloveno. A chiudere la parte ufficiale della serata, che ha visto come presentatori i bravi Manuela Geissa e Claudio Grbac, è stata la klapa “Castrum Veneris” di Castelvenere che ha interpretato “Eviva el mar”, “Brkica” e “Projden kroz pasike”. Finito qui? Macchè. La serata in Giardin è andata avanti con le musiche del complesso marchigiano “Mentua” proveniente da Fabriano.
Il concerto si è svolto sotto il patrocinio dell’Unione Italiana e dell’Ufficio per i Diritti umani e i diritti delle minoranze nazionali del Governo croato ed è stato organizzato dalla CI di Sissano che ha rivolto un ringraziamento particolare alla Regione istriana e al Comune di Lisignano, rappresentato per l’occasione dal sindaco Marko Ravnić. Presenti pure i vicesindaci in quota CNI di Pola e Rovigno, Bruno Cergnul e David Modrušan, nonché il presidente del Consiglio della Comunità nazionale italiana autoctona della Regione istriana, Ennio Forlani.

Il Coro spontaneo del Gruppo folkloristico “Val Resia”.
Foto: GIULIANO LIBANORE

“È stata una serata riuscitissima”, il commento a caldo di Paolo Demarin, presidente della locale CI e dell’Assemblea UI nonché “capitano” delle squadra organizzatrice composta da attiviste e attivisti del sodalizio, particolarmente orgogliosi della pubblicazione del secondo CD dei canti tradizionali sissanesi. “Il presente lavoro di incisione dei canti popolari – ha proseguito – lo vogliamo dedicare a tutti i sissanesi che negli anni hanno saputo coltivare il proprio canto e che oggi non sono più tra noi. A loro il nostro massimo riconoscimento se oggi possiamo ancora cantare le nostre mantignade”. Va aggiunto infine che alla pubblicazione del CD “Canto le mantignade e vado torno” hanno collaborato l’etnomusicologo Dario Marušić, Zoran Karlić della SAC “Zlatela” di Chersano e Goran Farkaš, membro del gruppo etno “Veja”.

La manifestazione ha attirato un numeroso pubblico.
Foto: GIULIANO LIBANORE

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