La Galeb è pronta per un nuovo viaggio

Nelle sede del cantiere navale Dalmont a Kraljevica è stato siglato il contratto per la riconversione della nave in un museo galleggiante

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La Galeb è pronta per un nuovo viaggio

La Galeb sta contando i suoi ultimi giorni di permanenza a Fiume. Tra pochi giorni l’ex yacht presidenziale di Tito dovrebbe infatti lasciare il porto con destinazione il cantiere navale Dalmont di Kraljevica, dove l’attendono i lavori di restauro, o meglio di riconversione in un museo galleggiante. Questa la principale novità emersa ieri nel corso della cerimonia di sottoscrizione del contratto relativo al progetto, tenutasi nella sede dello stabilimento. Numerose le autorità politiche presenti, sia di Fiume che di Kraljevica, nonché i vertici del cantiere, dell’Ente per il turismo di Fiume e della società Rijeka 2020, nell’occasione che rappresenta il primo vero passo verso la realizzazione di quello che sarebbe dovuto essere il simbolo, nonché cavallo di battaglia di Fiume CEC 2020. Tra i più sorridenti al momento della firma, e non poteva essere altrimenti, il sindaco Vojko Obersnel, colui che più di tutti si è prodigato a portare avanti il progetto, malgrado una tenace opposizione all’interno del Consiglio cittadino, oltre che a fare i conti con una generale diffidenza di buona parte dell’opinione pubblica.
“Per me questa è una giornata molto sentita – ha ammesso il primo cittadino rivolgendosi ai presenti dal pulpito che è stato portato dalla Galeb eccezionalmente per quest’occasione –. Ci sono voluti dieci anni per passare dal suo acquisto alla firma per il restauro. In tutto questo tempo sono stato oggetto di numerose critiche, ma non mi pento minimamente. Anzi, sono tuttora convinto che la decisione di acquistare la nave sia stata corretta. Dopo il restyling, la Galeb diventerà una delle principali attrazioni della città, se non la maggiore. Del resto, anche allo stato attuale riesce a esercitare un forte interesse”.

La Galeb sta per lasciare Fiume con destinazione Kraljevica

Pronta in 14 mesi
Come noto, ad aggiudicarsi l’appalto è stata la Dalmont che si era presentata al bando di concorso con un’offerta di 58,5 milioni di kune. Al di là di alcune simbologie di stampo ideologico (in passato lo stabilimento di Kraljevica portava il nome di Cantiere navale di Tito, mentre la firma del contratto è stata siglata ieri, il 29 novembre, quella che nell’ex Jugoslavia veniva celebrata come Giornata della Repubblica), l’aspetto curioso è che l’intervento verrà eseguito nel cantiere navalmeccanico più antico d’Europa, fondato nel lontano 1729 grazie a un editto promulgato dall’imperatore austriaco Carlo VI.
“Per noi si tratta di una grande sfida – sottolinea il direttore della Dalmont, Ivan Ivić –. In passato abbiamo lavorato su diversi progetti che prevedevano la riconversione di una nave. Magari non in un museo, ma comunque un po’ di esperienza l’abbiamo accumulata e i nostri ingegneri e operai sono molto preparati e possiedono il know-how necessario per portare a termine quest’intervento certamente molto complesso. A giorni il Registro croato delle navi dovrebbe consegnarci la documentazione necessaria al suo traghettamento e se sono ci saranno imprevisti, credo che già tra una settimana la Galeb sarà ormeggiata nel nostro cantiere. Le tempistiche del restauro? In 14 mesi contiamo di portare a termine tutti i lavori”.
Ostello, ristorante, museo
L’onore (o l’onere?) di firmare il futuro museo galleggiante toccherà alla designer spalatina Nikolina Jelavić Mitrović, la quale durante la cerimonia ha ripercorso la tribolata storia della nave, dalla sua entrata in servizio nel 1938 come bananiera della Regia Marina italiana, fino ad arrivare all’istituzione del Movimento dei Paesi non allineati nel 1961, in piena Guerra fredda, quando a bordo vennero ospitate numerose e importanti autorità politiche di tutto il mondo.
“Il progetto prevede la realizzazione di un ostello e di un ristorante, mentre il resto della nave verrà interamente ‘musealizzato’, di modo da presentare agli ospiti le varie parti, tutte rigorosamente rinnovate, come ad esempio la cabina di Tito, il ponte di comando, la sala macchine e via dicendo”, ha anticipato la designer.
La Galeb è dunque pronta a salpare, cambiare pelle e vivere una nuova avventura, l’ennesima della sua incredibile storia.

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