Ivica Lukanović: «L’SDP ha bisogno di sinergia»

Nonostante l’attuale crisi, il partito può rimediare in rating. Servirà un lavoro serio e concreto, ma sono ottimista. Gli strappi possono ricucirsi»

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Ivica Lukanović: «L’SDP ha bisogno di sinergia»

Aria di novità ai vertici della sezione litoraneo-montana del Partito socialdemocratico (SDP), dopo la vittoria di Ivica Lukanović alle elezioni interne del 27 novembre scorso, quando è riuscito a imporsi con 35 voti in più sul suo “avversario” Vojko Braut. Quest’ultimo, ricorderemo, godeva del supporto del leader uscente nonché presidente della Regione, Zlatko Komadina, il quale aveva annunciato in largo anticipo la sua intenzione di non ricandidarsi per un nuovo mandato. Per qualcuno la vittoria di Lukanović sarà stata forse una sorpresa, ma per gran parte delle persone che conoscono il suo lungo operato pubblico, di cui due mandati trascorsi come sindaco di Castua, ma anche privato – è un imprenditore di successo –, e la sua dedizione a un partito di cui, assieme ad altri, ha posto le basi a livello locale, è stato soltanto un normale susseguirsi di cose, una scelta logica e ponderata, che potrebbe rivelarsi in futuro di fondamentale importanza.

 

Periodo difficile

Le elezioni interne hanno coinciso, infatti, con un periodo non facile per l’SDP a livello nazionale, un momento di profonda crisi caratterizzato da una spaccatura interna che ha visto, di recente, il leader Peđa Grbin espellere o sospendere dal partito, per incongruenza di pensiero, una ventina di membri di vecchia data, riunitisi poi nel nuovo Gruppo parlamentare dei socialdemocratici. Inizialmente, questa profonda frattura sembrava non avere influito sugli equilibri all’interno delle sezioni fiumana e litoraneo-montana, ma dopo la successiva cancellazione di Erik Fabijanić e Sanja Udović dal partito, un certo nervosismo, in vista delle elezioni interne, lo si era cominciato a percepire anche in seno all’SDP regionale. Ne abbiamo discusso con Ivica Lukanović, fresco di nomina, durante un breve colloquio in cui ha tenuto a precisare che non c’è mai stata rivalità né tantomeno antagonismo tra lui e Vojko Braut, nonostante le elezioni interne li abbiano visti contendenti per la medesima… poltrona.

Calmare le acque

“Mi dispiace sia passato un messaggio simile – ci ha spiegato –, ma non è davvero il momento di smuovere ulteriormente le acque. La crisi dell’SDP non è di nuova data e dura ormai da anni per cui è ora di fermarsi e di riflettere un attimo, tentare di ritrovare la sinergia del passato. Il partito ha indubbiamente perso in rating in questo periodo di crisi, ma ciò non vuol dire che non si possa tornare indietro e recuperare prestigio. Basta calmare gli animi e mettersi al lavoro in maniera seria e concreta. Credo che al giorno d’oggi la politica in generale, si sia allontanata da quello che è il suo compito primario, ovvero lavorare per il bene della comunità, mettendo da parte gli interessi personali. Nell’SDP, concretamente, abbiamo iniziato a pensare un po’ troppo a noi stessi, con chi coalizzare, da chi dissociarci, anziché a come educare e preparare al meglio gente nuova, dirigenti e funzionari pubblici che siano in grado di migliorare col loro agire la qualità di vita dei cittadini. Questo è uno dei segmenti su cui intendo concentrarmi in qualità di presidente della sezione regionale dell’SDP, ovvero puntare esclusivamente sul benessere dei cittadini, su come sfruttare al massimo il ricco potenziale umano che contraddistingue questa Regione. I risultati che possono uscirne sono pazzeschi”, si è detto sicuro.

Dare importanza ai giovani

Alla domanda se si aspettasse di vincere, ha risposto senza esitazioni. “Sarei ipocrita se dicessi di no. Di avere qualche chance l’avevo capito in seguito alle amministrative del maggio scorso, quando dopo un periodo di pausa, ho deciso di rientrare in politica e includermi attivamente nella campagna elettorale di Marko Filipović e Fernando Kirigin, dando inoltre un aiuto a Vedran Kinkela come candidato sindaco di Mattuglie e a Matej Mostarac di Castua. Gli ottimi risultati conseguiti in quell’occasione, mi hanno fatto capire che la gente di queste terre crede ancora fortemente nella socialdemocrazia per cui è mio intento, assieme ai miei colleghi di partito, non deluderla sotto questo punto di vista. Sarà, pertanto, nostro compito rafforzare le varie sezioni locali, avvicinandole maggiormente e facendole comunicare meglio con quella regionale, ma anche e soprattutto aprirsi a nuove idee e attirare gente preparata, in grado di far fare un salto di qualità a questa nostra meravigliosa Regione. Le prossime elezioni non devono vederci impreparati, dobbiamo entrare in corsa con persone giovani e ben… allenate, consapevoli del proprio ruolo e intenzionate a ricoprirlo con grande integrità. Come dicevo prima, per troppo tempo abbiamo trascurato, all’interno del partito, anche la comunicazione con membri validissimi, che avrebbero potuto emergere e dare un qualcosa in più, ma che sono rimasti in disparte, senza volere a tutti i costi sgomitare per arrivare più in alto”.

«È l’unione che fa la forza»

Quanto interesse c’è, oggi, nei giovani di buttarsi in politica, di affiliarsi a un partito segnato da una profonda crisi? Ivica Lukanović non ha dubbi: “La voglia c’è e posso testimoniarlo personalmente dopo essere stato per lunghi 24 anni presidente della sezione castuana dell’SDP (gli è subentrato Matej Mostarac, nda) – ha puntualizzato –. Un’organizzazione che nel 1998 aveva soltanto 27 membri, di cui l’età media era 60 anni e in cui ero l’unico giovane. Oggi, dopo avere portato avanti una politica simile a quella che intendo adottare in seno all’organizzazione regionale, la sezione di Castua conta circa 110 membri, di età media tra i 30 e i 40 anni. La risposta è semplice: quando ai giovani viene dato modo di esprimersi in piena libertà e li si include in tutti i meccanismi, anche quelli decisionali, ma soprattutto quando l’ambiente lavorativo è sano e l’aria è distesa, motivante, non c’è confronto che regga e i risultati non tardano a venire. Ho sempre preferito l’unione che non la divisione: è ciò che fa la forza. Lo dice bene il vecchio detto”.

Etichette inverosimili

Quanto tempo servirà, secondo Lukanović, affinché si calmino le acque in seno all’SDP dopo questa crisi interna del partito? D’altronde, anche recentemente in campagna è sembrato di capire che con Braut facesse parte di due spaccati distinti, di cui uno sostenuto da Zlatko Komadina e in un certo senso in opposizione con la presidenza a livello nazionale e l’altro potenzialmente vicino al leader partitico Peđa Grbin. “Mi rendo conto che possa essere sembrato così, ma la verità è ben diversa. Si tende spesso a ‘pilotare’ l’opinione pubblica verso scenari inverosimili e a inculcare un qualcosa che non ha a che vedere con la realtà. In molti hanno tentato di affibbiarmi quest’etichetta che mi vedeva candidato di Peđa Grbin, ma questo non è assolutamente vero. Io mi sono presentato alle elezioni con un programma che possa potenzialmente migliorare la situazione a livello locale e ho aderito libero da qualsiasi legame o appoggio specifico. Ho abbastanza esperienza in politica per potere agire autonomamente. Ora, a elezioni concluse, conto sulla collaborazione di tutti i miei colleghi di partito, senza esclusioni alcune, e così pure su quella di Vojko Braut e Zlatko Komadina. Inoltre, assieme a Marko Filipović, che è stato riconfermato presidente dell’organizzazione cittadina dell’SDP, contiamo di fare grandi cose e di dare realmente nuovo ritmo a Fiume, quale centro più strategico della Regione e quale città con un potenziale immenso che necessita di molta più ambizione”.

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