Regione Litoraneo-montana. A come autoctonia, B come bilinguismo…

Prima riunione del Consiglio della minoranza italiana della Regione litoraneo-montana nel nuovo mandato. Programma di lavoro, un mese per le proposte

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Regione Litoraneo-montana. A come autoctonia, B come bilinguismo…
Mauro Graziani e Mario Simonovich. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Prima riunione del Consiglio della minoranza italiana della Regione Litoraneo-montana con idee, proposte e prese di posizione. Non è ancora tempo per discutere e votare per le questioni cruciali, ma ci si prepara.

Il presidente del Consiglio Mauro Graziani ha presentato un’ordine del giorno con gran parte dei nove punti riguardanti questioni formali e le prime attività svolte dall’inizio del nuovo mandato. Alla riunione fiumana ha preso parte, come ospite, il presidente del Consiglio della minoranza italiana autoctona nella Regione Istriana Ennio Forlani. Tra le altre cose, il Consiglio della Regione Litoraneo-montana è stato rappresentato da Mario Simonovich il 31 agosto scorso alla prima riunione di quello istriano.

Il programma delle attività nel periodo 2023-2027 parte, tra l’altro, dal concetto di autoctonia che si vorrebbe applicare nel contesto del Consiglio della minoranza italiana nella nostra Regione. Si può inserire l’espressione “autoctona”? Ci sono dei passi, tecnici, amministrativi e, se vogliamo, politici di cui avremo modo di riferire nei prossimi mesi. Se ne parlerà prossimamente così come si riproporrà un’altra tematica ad essa legata, quella del bilinguismo. In ogni caso, il programma delle attività potrà essere arricchito, integrato con le proposte dei consiglieri che avranno tempo fino al 20 ottobre per presentare le proprie idee. Queste verranno discusse successivamente prima di venire approvate.

Si è discusso a lungo, molto a lungo, sulla proposta della Legge sulla lingua croata. Che ci riguardi o meno, in quanto appartenenti alla minoranza italiana, conta poco, soprattutto in virtù del fatto che il dibattito pubblico legato alla sua stesura è ormai terminato. Pertanto, ogni discorso su questo tema è superfluo e inutile.

Un altro tema “bruciato” dal tempo e inserito nell’ordine del giorno è quello della mostra allestita recentemente in Corso sui pannelli della Città dal Museo civico e dall’Associazione degli antifascisti. La polemica è nata dal nome stesso della mostra intitolata “I campi di concentramento italiani nel Litorale croato 1941-1943”. Possiamo riassumere quello che è il pensiero condiviso. Perché quello di Jasenovac, per esempio, fu un campo ustascia e non un campo croato e quelli italiani non sono semplicemente fascisti? La conclusione è che la scelta del titolo non è stata delle più felici e che si debba inviare una specie di nota di biasimo agli enti organizzatori, meglio tardi che mai.

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