Deistituzionalizzare per educare meglio

Procedono senza intoppi i lavori di costruzione della nuova Casa per la rieducazione in via Vukovar, che a opera ultimata ospiterà un gruppo di assistiti dai 7 ai 14 anni d’età

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Deistituzionalizzare per educare meglio
I lavori procedono senza intoppi. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Procedono secondo programma i lavori di costruzione del nuovo edificio della Casa per la rieducazione dei bambini e dei giovani di Fiume, in via Vukovar, che una volta aperti i battenti ospiterà cinque ragazzini fino ai 14 anni d’età, nell’ambito del progetto europeo “Amo la mia casa”, cofinanziato con i mezzi del Fondo europeo per lo sviluppo regionale. Scopo del progetto, come spiegato dalla direttrice Dina Šverko, è deistituzionalizzare l’Istituto, con il sostegno del Ministero del Lavoro, del Sistema pensionistico, della Famiglia e della Politica sociale. “L’azienda che esegue i lavori è la GP Krk, scelta tramite bando pubblico. I lavori dovrebbero venire conclusi entro le scadenze previste dal progetto di cui il termine ultimo è il 31 maggio 2023, seppure l’appaltatore sostenga di potere portare a termine l’opera con largo anticipo. Noi, comunque, entro la fine del mese di maggio del prossimo anno dobbiamo anche attrezzare la nuova Casa e mettere in regola tutte le carte, ovvero ottenere il permesso di agibilità dopo che verrà effettuato il controllo tecnico dell’edificio. Finora tutto è proceduto senza intoppi. Abbiamo avuto la fortuna di avere un lungo periodo di bel tempo e speriamo si riesca a terminare anche la facciata prima che inizino le grandi piogge. Ci sono stati dei piccoli problemi con i muri di sostegno in via Vukovar, poiché durante i lavori è stato appurato che erano ormai obsoleti con il rischio che succedessero frane. Visto, però, che il listino prezzi pattuito con l’appaltatore non prevedeva la costruzione di elementi aggiuntivi, abbiamo ottenuto un aiuto finanziario dal Ministero competente e risolto così l’inconveniente. Con i mezzi del Fondo sociale europeo, al contempo, si contribuisce a un’ulteriore deistituzionalizzazione grazie al progetto ‘Comunità per un nuovo inizio’. Mentre sono in corso i lavori di costruzione di questo nuovo edificio, che è andato a sostituire l’ex Istituto riabilitativo femminile – demolito mesi fa –, 8 ragazze più grandi, con disturbi comportamentali, sono state trasferite in una casa presa in affitto nel rione di Viškovo. È stato un modo per dare il via alla deistituzionalizzazione dell’ente grazie a un servizio abitativo organizzato. La cucina principale, che si trovava nell’ex edificio, è stata trasferita invece nella struttura in via Čandek 2, dove i servizi sono istituzionalizzati e dove portiamo avanti anche dei brevi programmi di risocializzazione maschile per ragazzi più grandi e alloggio in piccoli gruppi per quelli più giovani. Nella futura struttura verranno quindi sistemati proprio questi ragazzini più giovani. Il nostro intento è fare in modo che una volta terminati i due progetti, tutti i nostri servizi diventino di tipo non istituzionalizzato, il che sarebbe in concomitanza con piano di trasformazione delle istituzioni, ovvero corrisponderebbe alla Strategia nazionale. Infatti, a livello europeo, l’accoglimento e l’approccio verso questi bambini e ragazzi con disturbi nel comportamento, tende a essere sempre più umano e naturale, molto simile a un ambiente familiare”, ha affermato Šverko.

In poche parole ciò significa che un gruppo di ragazzini dai 7 ai 14 anni andrebbero a vivere in un certo senso da soli?
“Esatto. Non sarebbero comunque mai da soli, in quanto vengono seguiti 24 ore su 24 dagli educatori, ma imparerebbero al contempo a svolgere tante mansioni autonomamente e verrebbero preparati per la vita di ogni giorno. Purtroppo, tantissimi di questi bimbi non fanno rientro nei loro nuclei familiari, hanno il divieto di vedere i genitori o li vedono raramente e quindi devono diventare autonomi in vista della maggiore età. Impareranno a cucinare, ovviamente seguiti non-stop, decideranno sul menu settimanale, visto che c’è un budget ben definito, scopriranno come andare da soli all’ufficio postale, dove acquistare determinati prodotti e via di seguito. L’edificio offrirebbe anche il servizio di soggiorno diurno, destinato ai bambini e ai ragazzi delle inferiori e delle medie superiori, che sono a rischio per quanto riguarda un potenziale comportamento fuori dalle regole o che potrebbero sviluppare determinati disturbi comportamentali. Si tratta di un programma di prevenzione, il cui scopo è evitare che questi bimbi vengano divisi dalle loro famiglie e rinchiusi in qualche istituto. Il loro compito sarebbe quello di raggiungerci dopo le lezioni e di trascorrere qualche ora in loco facendo i compiti, studiando, sviluppando delle competenze sociali, ma anche partecipando a uscite, gite e incontri”.

A Viškovo le ragazze si trovano da tempo in questa specie di comunità abitativa. Come funziona la convivenza? Riescono ad andare d’accordo?
“Dipende. A volte sì, altre un po’ meno. Ognuna di loro ha dei problemi diversi e quindi spesso diventa un po’ difficile adeguarsi gli uni agli altri. A volte deve intervenire anche la Polizia se abbiamo dei casi di auto ed etero-agressività. Però si danno da fare e devono capire che la vita è fatta di compromessi. Per questi ragazzi è molto importante percepire il supporto e l’amore che viene dato loro dai loro educatori personali”, ha concluso la direttrice ringraziando tutti coloro che sono stati inclusi in questi due progetti, in particolar modo il Ministero del Lavoro, del Sistema pensionistico, della Famiglia e della Politica sociale.

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