Vigili a Fiume con le mani legate

A colloquio con Marko Drpić, responsabile del servizio istituito a livello cittadino per occuparsi del traffico passivo. Ha mansioni come la Polizia, ma senza strumenti efficaci

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Vigili a Fiume con le mani legate

I risultati del censimento in atto dallo scorso 13 settembre riveleranno, o meglio, confermeranno quanto si può intuire. Durante l’ultima campagna elettorale in vista delle amministrative del maggio di quest’anno, uno dei temi più gettonati è stato quello relativo al quadro demografico. Fiume si sta spopolando? Anche se la risposta sarà probabilmente affermativa, il traffico cittadino, e non soltanto nelle ore di punta, sembra volere indicare il contrario. Nel questionario che qualcuno ha provveduto a compilare online e che altri hanno modo di farlo assieme ai rilevatori che raccolgono i dati statistici a domicilio, ci sono molte domande. Viene chiesto se si dispone dei servizi igienici provvisti dello sciacquone, ma non interessa quante siano le auto a disposizione del nucleo familiare.

 

I problemi che incontriamo tutte le mattine quando cerchiamo disperatamente parcheggio o quando, come pedoni, siamo costretti a fare slalom tra i veicoli che ingombrano i marciapiedi, iniziano da qui. Tornando dal lavoro, succede lo stesso. Strade e parcheggi tra i grattacieli progettati e costruiti cinquant’anni fa e oltre, avevano come punto di riferimento un numero ben inferiore di automobili rispetto a oggi. Il problema c’è e andrebbe risolto. Per fare ordine nel traffico ci pensa la Polizia stradale e a livello locale i vigili del traffico. La Polstrada si occupa del traffico in movimento e, come ci aveva detto recentemente il responsabile del Settore regionale, Boris Skeledžić, non dispone di organico sufficiente per occuparsi dei veicoli in sosta. Dell’argomento abbiamo parlato con Marko Drpić, a capo del servizio istituito a livello cittadino, quello dei vigili del traffico stradale.

Il capo dei vigili fiumani, Marko Drpić

Trasgressioni a ogni passo

Raggiungiamo Drpić nel suo ufficio in via Dolac, partendo da via Vukovar. Percorrendo a piedi poco più di due chilometri, abbiamo raccolto una decina di foto che riprendevano delle situazioni palesemente problematiche. L’ultima era a pochi metri dall’ingresso nel cortile della SEI Dolac e della Scuola media superiore italiana. Due auto, i cui proprietari sorseggiavano il caffè nel bar accanto, impedivano il passaggio ai pedoni. “Andrebbero multati, ma la repressione è soltanto uno degli aspetti del problema. In ogni angolo della città, anche in periferia, ve ne sono di auto parcheggiate in questo modo, un po’ per la carenza di posti parcheggio e un po’ per la mancanza di educazione. I vigili li sanzionano quotidianamente, ma via Dolac, anche se proprio qui c’è la nostra sede, non sarà mai tra le priorità. È a senso unico, sufficientemente larga e non vi passano i mezzi dei trasporti pubblici. Per i casi come quello da lei indicatoci, l’unica soluzione, comunque, è la multa”, è la risposta che ci viene data, ma in quel momento i vigili sono impegnati in periferia. “I bambini, i disabili, i pedoni in generale, sono particolarmente minacciati in queste situazioni. È anche vero, però, che i pedoni in un dato momento diventano conducenti”, aggiunge Drpić.

Le trasgressioni stradali a Fiume non mancano

Parcheggi insufficienti

Quello in Delta o quello all’interno del perimetro del Centro clinico-ospedaliero sono due dei parcheggi a barriera, a pagamento. Vi si entra con buone chance di non trovare un posto libero. A quel punto si parcheggia alla meno peggio, cercando di disturbare meno possibile nei posti in cui non si dovrebbe sostare. “Talvolta c’è di mezzo la maleducazione, la mancanza di cultura civica e altre la necessità e possiamo anche comprendere chi, consapevolmente, va contro le regole”. Nei parcheggi a pagamento a cui si accede liberamente troviamo i furbetti di turno, anzi sempre gli stessi. Non è un bel messaggio verso gli altri, ma dobbiamo constatare che nel loro caso, la furbizia paga. In via dell’Acquedotto, per esempio, nell’area di parcheggio a cui si accede all’imboccatura della via, ci sono sempre due-tre auto parcheggiate in modo da non occupare i posti segnati e da non disturbare più di tanto la circolazione. I vigili possono intervenire con sanzioni nel caso in cui fosse occupato un posto a pagamento. Per chi occupa un posto “illegale” nessuna sanzione. La legge ha chiaramente affidato la questione del traffico passivo ai vigili, che in questo caso non hanno ingerenze. Conclusione: alzatevi presto e assicuratevi un posto gratis in pieno centro, senza timore di prendervi la multa.

I vigili possono intervenire con sanzioni nel caso in cui fosse occupato un posto a pagamento, in altri no

…mi fermo un attimo

Via Čandek a Torretta, tarda mattinata, auto parcheggiate dappertutto, alle fermate degli autobus, sui passaggi pedonali, marciapiedi… Siamo nella zona del centro commerciale Andrea e del supermercato Spar. Quest’ultimo è stato aperto anni fa, senza un posto per parcheggiare. La terrazza del bar del centro Andrea è piena. “Stiamo parlando di cattive abitudini. Lì ci sono diversi contenuti e ognuno crede di potersi fermare dove vuole. C’è chi lo fa per necessità, altri per prendere il caffè. Quando arriva il vigile, si alzano e spostano la macchina. Si creano tensioni che i vigili del traffico vogliono evitare. In questo modo sono poche le situazioni in cui si possono sanzionare i trasgressori. In queste situazioni non possiamo essere efficaci. Per ben che vada, ci può essere la multa di 300 kune o la metà se si paga entro tre giorni”, ha commentato Drpić. Si agisce, comunque, con decisione, quando vengono occupati i posti per i disabili o le strisce pedonali. Ci sarebbero tanti altri temi e altre realtà da affrontare, troppe da poter venire trattate in un solo giorno.

Maleducazione su due ruote

Da quelli a quattro, passiamo ai veicoli a due ruote. Come la mettiamo con le moto parcheggiate all’interno delle zone pedonali? Chi si dovrebbe occupare dei monopattini? Ci sono dei diritti speciali per chi ci porta a casa o in ufficio la pizza o i calamari fritti, vedi Glovo e Volt, con bici e scooter che circolano tranquillamente per il Corso? La polizia, come sappiamo, si occupa d’altro, i vigili del traffico soltanto del traffico passivo. “Ha ragione – ammette il nostro interlocutore –, perché noi non abbiamo alcuna prerogativa nei confronti dei conducenti quando si muovono nelle zone pedonali. Semmai, possiamo sanzionarli nel momento in cui parcheggiano il veicolo in base al numero di targa. Moto e scooter con le loro dimensioni contenute, forse, disturbano meno la circolazione dei pedoni, ma non possiamo accettare che circolino per le spiagge e per le vie del centro. Noi non possiamo farci nulla”. A un certo punto, uno la moto la deve pur lasciare da qualche parte. “Sì, allora scatta la multa che è di 300 kune, cioè 150 se la si paga entro tre giorni. La misura ha effetto, fino a un certo punto, ma chi guida lo scooter, molto spesso, ritiene di avere diritto ad arrivare fino alla porta dell’ufficio”.

Il problema relativo alla carenza di problemi tocca anche i conducenti delle dueruote

Non li prendono sul serio

I monopattinisti a loro volta possono fare ciò che vogliono. Pochi giorni fa a Zagabria un monopattinista ha perso la vita. È la prima vittima in Croazia, ma con il proliferare di questo nuovo veicolo non possiamo essere certi che sia l’ultimo. Prossimamente anche il monopattino elettrico verrà inserito nel Codice della strada e sarà vietato guidarlo in strada. Quindi, con questo comodo ed ecologico mezzo, dove non ci sono piste ciclabili, si potrà circolare sui marciapiedi e nelle zone pedonali. “Noi non possiamo farci nulla – spiega Drpić –, in quanto sono veicoli privi di targa. Inoltre, i vigili del traffico non sono autorizzati a chiedere le generalità a nessuno. Chiunque può guidare il monopattino, senza limiti d’età e senza dover rispettare alcuna regola. Arrivano le nuove tecnologie e ci si deve adeguare con delle nuove leggi”. Per farla breve, la figura del vigile non viene presa seriamente in considerazione. Sono ufficiali pubblici disarmati, poco protetti dal sistema, che hanno tanti buoni motivi per non entrare in rotta di collisione con nessuno, della serie “chi me lo fa fare?” Senza la stella di sceriffo non fanno paura. “Non ci sono state tante aggressioni, dobbiamo ammetterlo, ma sono frequenti le minacce e le offese. Le denunce ci sono state, ma sono cose difficili da provare. Svolgiamo un lavoro simile a quello della Polizia stradale, ma senza i mezzi per farlo con efficacia”.

I monopattini presto nel Codice della strada

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