Buccari. Ci vogliono nuove tecnologie

Gli esponenti di «Možemo!», i consiglieri regionali Orijen Petković e Morena Lekan, affiancati dalla deputata Sandra Benčić, pongono il problema delle polveri sottili e dell'inquinamento del mare

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Buccari. Ci vogliono nuove tecnologie
Orjen Petković, Sandra Benčić e Morena Lekan. Foto: RONI BRMALJ

Qualche settimana fa “Možemo!” ha riproposto la questione dell’inadeguatezza del modo in cui vengono trattati i rifiuti ferrosi a Fiume, praticamente in centro, a poca distanza dall’ospedale, dalla stazione ferroviaria. Ieri i rappresentanti del partito hanno invitato i rappresentanti dei media a Buccari. Davanti alle telecamere e ai microfoni Orijen Petković e Morena Lekan, entrambi consiglieri regionali e Sandra Benčić, deputata al Sabor.

“Ci ritroviamo a discutere di questioni legate alla tutela dell’ambiente in relazione al sistema logistico e dei trasporti nell’ambito delle attività portuali – spiega Petković –, e ora siamo qui a Buccari dove c’è il terminal rinfuse che nella manipolazione delle merci utilizza tecnologie obsolete. Questo scalo gestito dall’azienda portuale ‘Luka Rijeka’, rappresenta ormai da molti anni un problema per i residenti e per la loro salute. È anche una questione di tutela primaria dell’ambiente. In questo terminal vengono manipolati diversi materiali, per lo più carbone, carbone coke, minerali vari, soprattutto ferrosi e altro. La loro manipolazione implica inevitabilmente la diffusione di polveri nell’aria. Per questo motivo occorre intraprendere delle misure e svolgere queste attività dentro spazi chiusi”.
Nel 2021, come ha ricordato Petković, nell’ambito del terminal rinfuse di Buccari sono state effettuate delle operazioni che, oltre a rendere più efficiente lo scalo, avrebbero dovuto garantire un livello più alto di salvaguardia dell’ambiente. Alla scorsa sessione dell’Assemblea regionale, Morena Lekan aveva posto la questione: “Avevo chiesto che tipi di rilevamento venissero effettuati a Buccari, sia per quanto riguarda l’aria che per il mare e il fondale. Il presidente della Regione Zlatko Komadina è sembrato stupito dalla domanda dicendo che nessuno se ne sarebbe lamentato. È uno schiaffo agli abitanti di Buccari e delle aree circostanti. Siamo riusciti, comunque, a ottenere l’aumento del numero di centraline per i rilevamenti estendendo il monitoraggio a diverse sostanze in zone particolarmente minacciate dall’inquinamento. Occorre prestare attenzione alle polveri sottili che si diffondono maggiormente e che raggiungono anche Škrljevo, Kukuljanovo e altri centri abitati. Occorrono analisi chimiche costanti, anche del mare e dei fondali, con particolare riferimento ai metalli pesanti e agli idrocarburi”.
Sono state effettuate delle analisi indipendenti che avrebbero fornito informazioni poco rassicuranti. Sandra Benčić, deputata e presidente della Commissione Ecologia al Sabor. “Dobbiamo dire che le attività portuali sono di interesse strategico per il nostro Paese, ma c’è il problema che la Croazia, nonostante tutti i finanziamenti dai fondi dell’Unione europea, non ha saputo pianificare l’introduzione di tecnologie più avanzate in questo settore per cercare di limitarne gli effetti negativi per l’ambiente. Come Commissione ecologia in seno al Sabor chiederemo al Ministero competente di fare un calcolo dei costi per migliorare il quadro sia qui che a Spalato per intraprendere delle misure concrete”. Realizzare dei capannoni, delle strutture coperte di grandi dimensioni, non è semplicissimo. Cosa si può fare nell’immediato? “Una prima cosa da prendere in considerazione è quella di sospendere le operazioni di scarico quando c’è vento”.

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