Atti vandalici all’HKD, una questione infelice

Durante lo scorso fine settimana sono stati violati gli spazi dati in uso al Corpo di ballo del TNC «Ivan de Zajc»

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Atti vandalici all’HKD, una questione infelice
A sinistra, l’entrata negli spazi dell’HKD in cui hanno le prove i ballerini dello “Zajc”. a destra, l’ingresso nel club “Pogon kulture”. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Il Corpo di ballo del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” si è dovuto fare tre giorni di vacanze… forzate. Infatti, nella mattinata di lunedì scorso, entrando negli spazi della Casa croata di cultura di Sušak (HKD), che usano da oltre dieci anni per effettuare le loro prove, i ballerini li hanno trovati insudiciati e vandalizzati, il che li ha costretti a fare una pausa, nell’attesa che gli stessi locali venissero ripuliti e risistemati per potervi nuovamente accedere (hanno ripreso le prove ieri). Rifiuti sparsi, maniglie staccate dalle porte, mozziconi, scatole di sigarette e zainetti gettati a terra, bicchieri, lattine e bottiglie vuote, vetri dappertutto: è stato questo lo scenario sorpreso sul posto. Cos’è accaduto? Chi e in che modo vi aveva fatto irruzione e creato quella baraonda? A detta dei responsabili dell’istituzione culturale, in seguito alla segnalazione da parte del corpo di ballo dello “Zajc”, si sarebbe reagito prontamente, denunciando il caso alla polizia e alla Città di Fiume. Per il momento non si sa nulla a riguardo e le ipotesi sono varie.

Vandalismo intenzionale?
Abbiamo interpellato al riguardo il direttore dell’HKD, Edvin Liverić, per un commento a caldo, il quale ha puntualizzato che “nonostante gli spazi utilizzati dal Corpo di ballo del TNC siano ubicati nell’edificio dell’HKD, il loro ingresso è completamente separato da quello principale. Da parte nostra, nel renderci conto che le porte rimanevano spesso aperte per un problema di chiusura, siamo intervenuti e li abbiamo avvertiti svariate volte. La nostra istituzione paga le bollette di acqua e luce, l’assicurazione e altro e i ballerini, su contratto, possono usare gli spazi, dei quali dovrebbero prendersi cura da soli, come pure della chiusura della porta d’entrata, il che frequentemente non accade. Probabilmente, stavolta, qualcuno l’ha intuito e se n’è approfittato: sono entrati e hanno fatto i loro comodi. Si tratta di una situazione che noi non possiamo regolare. Tempi addietro vi lavorava un portiere ma, dopo che è andato in pensione, non è stato assunto nessuno e la situazione è peggiorata. A mio avviso, dal momento in cui qualcuno entra in uno spazio che non gli appartiene, porta aperta o meno, si tratta di vandalismo”.
All’accaduto, di cui ha dato notizia il portale “Art Kvart”, ha reagito il responsabile del club “Pogon kulture”, Marcel de Privitellio, tramite un comunicato pubblico, nel quale ha specificato che alcune informazioni non corrispondono al vero e/o sono state travisate. “Sussiste la constatazione che, in alcune occasioni, a seguito di qualche evento, i ballerini abbiano trovato in disordine lo spiazzo in comune. Ne abbiamo già parlato con la direttrice, ce ne siamo scusati e abbiamo risolto le controversie nate a riguardo. Da allora, sia per ciò che concerne i rapporti con gli artisti che con gli altri ‘vicini’, non vi sono stati problemi di alcun tipo. Sui social sono state diffuse da parte di ex dipendenti del corpo di ballo svariate fotografie e notizie inerenti a presunti atti vandalici che avrebbero avuto luogo nel corso dello scorso fine settimana, alludendo al fatto che siano dovuti alla negligenza nostra o di coloro che li usano. Non è assolutamente così”, ha dichiarato Marcel de Privitellio.

Gesti inspiegabili
A detta della direttrice del Balletto dello “Zajc”, Maša Kolar, che abbiamo interpellato telefonicamente, non sarebbe la prima volta che, in seguito agli eventi sabatini organizzati nei locali del club “Pogon kulture”, il cui ingresso è sito a ridosso di quello dei succitati spazi, a inizio settimana lo spiazzo si presenti in disordine e invaso dalla spazzatura, il che generalmente viene risolto il lunedì dal personale delle pulizie. Finora, però, non era mai accaduto che qualcuno entrasse negli ambienti in cui lavora il Corpo di ballo, ha puntualizzato, rilevando che “trovandomi al momento in Italia, sono venuta a conoscenza dell’accaduto tramite la produttrice, i ballerini, alcune fotografie, video e comunicati elettronici inviatimi, per cui non sono nella condizione di poter parlare con cognizione di causa. In merito all’ipotesi relativa al fatto che la porta d’ingresso fosse aperta, posso soltanto confermare che effettivamente talvolta i ballerini, o perlomeno colui che rimane per ultimo, peccano di una sorta di distrazione e, nonostante non sia compito loro, bensì è un accordo interno, si dimenticano di chiuderla per bene. A mio avviso è proprio ciò che è accaduto sabato scorso dopo le prove. Successivamente, sia nella serata di sabato, che nella giornata di domenica, hanno avuto luogo svariati eventi, tra cui la Sfilata di Carnevale, nell’ambito dei quali qualcuno si è intrufolato negli spazi in questione e li ha ridotti nelle infelici condizioni in cui sono stati ritrovati. Generalmente, quando sono a Fiume, mi premuro di controllare sempre che tutto sia in ordine, ma il mio lavoro non è fare il portiere e non posso stare sempre all’erta”.
Sulla scia delle sue parole, il primo ballerino del Teatro, Michele Pastorini, ha rilevato che “partendo dal presupposto che gli artisti non si dovrebbero trovare nella condizione di dover gestire una porta che non si chiude bene, per tutti noi è scioccante il fatto che il danno sia stato causato da persone che erano a una festa, le quali si sono prese la libertà di entrare in uno spazio che non gli apparteneva, che rappresenta la cultura, che dovrebbe essere protetto dai e per i giovani. È preoccupante che delle persone presumibilmente giovani, le quali dovrebbero pensare a costruire il futuro, a supportare la cultura, abbiano avuto l’audacia di invadere un ambiente che è sacrosanto per altra gente che lavora per loro. Personalmente mi distanzio dal discorso polemico relativo alla problematica della porta aperta o chiusa, in quanto ritengo che, a prescindere, gli spazi altrui non si invadono e non si vandalizzano. Ciò che rattrista maggiormente è che potrebbero averlo fatto proprio dei ragazzi”. A buon intenditore poche parole.

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