ANGOLI CITTADINI L’antico lavatoio torna a raccontarsi

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ANGOLI CITTADINI L’antico lavatoio torna a raccontarsi
L’antico lavatoio nell’area del complesso “Benčić” verrà valorizzato. Foto: RONI BRMALJ

Fino a qualche tempo fa i cittadini di Fiume erano consapevoli che, battendo a terra con un piccone nel centro cittadino, “ogni cento metri” potevano incappare nello zampillare dell’acqua. Infatti, il capoluogo quarnerino, come ben sappiamo, abbonda di torrenti e sorgenti, il che è testimoniato anche dal simbolo dell’aquila bicipite sullo stemma cittadino, rappresentata nel versare una capiente brocca d’acqua. Nel passato la città vantava i ruscelli Lešnjak, Mustacchion, Andrejščica, Žabica, Sasso Bianco, Braida, Potok, Mlacca e abbondava di fontane, rubinetti, lavatoi (due in zona Scoglietto, alcuni ubicati nel cuore della città, nei pressi delle odierne piazze della Repubblica e della 128ª brigata, in Žabica, in zona Sasso Bianco, al Lazzaretto, nei pressi del Giardini pubblici, nell’area dell’ex Silurificio) ovvero acquai presso i quali si riunivano le lavandaie e le donne di servizio e dove si potevano sentire tutti i pettegolezzi relativi agli avvenimenti cittadini. Ma quei tempi sono ormai lontani, la città è cresciuta architettonicamente e gli antichi lavatoi pubblici sono stati ricoperti di cemento, l’acqua collegata alle condutture, la biancheria trasferita nelle lavatrici e i chiacchericci sul Corso. Non in molti, però, sono a conoscenza del fatto che uno dei succitati monumenti alle lavandaie, il Braida, alimentato dall’omonima sorgente, in funzione fino al 1939, sta ancora lì, silente, con addosso impressi tutti i loro valori, la fatica e il sacrificio di giornate trascorse a insaponare e risciaquare vestiti, celante un grande carico di storie di vita, di “ciacole”, di segreti sussurrati tra donne. Da rilevare che l’acqua del torrente, oltre a servire per lavare i panni, veniva deviata tramite la paratoia prima nell’ex Zuccherificio e poi nella fabbrica “Rikard Benčić”, per essere usata nel processo di elettrolisi che si svolgeva nel capannone a Sud del complesso.

Gioiello architettonico da valorizzare
All’incrocio delle vie Ciotta (l’odierna Erazmo Barčić) e Fiorello la Guardia si trovava la fabbrica di cere “Cavalli e Licudi”, che nel 1821, insieme ai terreni circostanti, fu acquistata dalla Città per le esigenze dell’Ospedale cittadino di Piazza Cambieri, inaugurato solennemente nel 1823. A detta dello storico fiumano Mladen Grgurić (nello scritto “Fontane e lavatoi fiumani”), in quel luogo fu costruito un lavatoio ai servizi dello stesso (il progetto risale al 1875 ed è conservato nell’Archivio di Stato di Fiume) e la cura per il mantenimento dell’igiene venne affidata alle Suore di Carità. Ad alimentarlo era probabilmente la sorgente Sasso Bianco, la cui fonte era sita nei pressi del nosocomio, nello specifico sotto il marciapiede dell’edificio all’angolo tra le vie Fiorello la Giardia e Manzoni. Inizialmente, si legge nel manuale, al letto del rivo si scendeva tramite una scala a libro, che più tardi venne trasformata in una gradinata unica. Con il tempo, su decreto delle autorità ungheresi, allo scopo di proteggerlo dal sole e dalla pioggia e consentire l’allargamento della vicina via Manzoni, l’acquaio fu ricoperto da una tettoia in stile Liberty. Fino a non molto tempo fa, in seguito alla già accennata chiusura, lo stesso era murato sotto il manto stradale e veniva riaperto occasionalmente per visite guidate.
Circa quattro anni fa, in concomitanza con il cantiere edile che ha interessato il complesso “Benčić”, le maestranza si sono concentrate anche su quella zona. Una parte del torrente Braida è già stato riportato alla luce e incorporato nell’architettura esterna tra la Casa dell’Infanzia e il Museo di Arte moderna e contemporanea, mentre i lavori relativi al lavatoio, riconosciuto quale importante patrimonio storico-architettonico e urbano, sono attualmente in corso. In base al progetto, ideato dall’architetto Saša Randić e teso a rivelare il lavatoio, accanto al quale si prevede uno degli ingressi al complesso, è stata asportata la lastra che lo nascondeva, nel luogo in cui era sito il terrazzo dell’ex ristorante “Viktorija”, nella larghezza dei vecchi muri in pietra. Lo stesso prevede anche la risistemazione dell’antico gioiello storico fiumano e la zona circostante, compresa la paratia che incanalava il corso del ruscello. Inoltre, sempre in base al disegno, essendo l’acquaio interrato, sul versante di via Manzoni verrà costruita una nuova scalinata per potervici accedere con maggiore facilità.

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