ANGOLI CITTADINI La fontana di piazza Kobler. Inno al patrimonio industriale

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ANGOLI CITTADINI La fontana di piazza Kobler. Inno al patrimonio industriale
La fontana oggi. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Piazza Kobler, lo si è raccontato anche nell’appuntamento precedente, è stata per secoli il fulcro della vita cittadina fiumana. La stessa ospitava la Borsa, il mercato e una miriade di negozi e attività che si svolgevano fondamentalmente all’aperto e che nel XIX secolo, con la costruzione del Corso, si trasferirono sullo stesso. Durante il secondo conflitto mondiale la facciata occidentale dello storico piazzale fu bombardata e risistemata negli anni Trenta del scorso secolo. A seguire, negli anni Ottanta, venne effettuata una seconda ristrutturazione per opera dell’urbanista Igor Emili, il quale riuscì a creare una perfetta armonia tra il patrimonio antico e la nuova architettura. Successivamente, nel 1974, in occasione del 150º anniversario dell’ex Cartiera, al centro dello spiazzo, dove un tempo era sita la loggia cittadina, fu collocata la moderna fontana “L’antica macina”, anch’essa firmata dal rinomato architetto, caratterizzata da due massicce ruote di granito omaggianti l’antica industria cartaria. Infatti, per la realizzazione dell’originale installazione, la cui targa commemorativa (posta ai piedi della fontana) recita “il mezzo di lavoro divenuto mezzo di gioia”, Emili si avvalse di una parte dell’originale impianto della storica fabbrica.

La soluzione concettuale del progetto venne ideata nel 1971 e, tre anni dopo, i lavori furono eseguiti dalla ditta Zanat-komerc di Fiume. In tale contesto, a detta della storica dell’arte Radmila Matejčić (riportato nello scritto “Come leggere la città”) il posizionare la fontana nella cornice di piazza Kobler, già piazza delle Erbe, la quale tempi addietro simboleggiava il cuore della Cittavecchia, è un eccellente caso di storicizzazione dei resti materiali di uno strumento di lavoro dismesso e divenuto oggetto superfluo al momento della modernizzazione della Cartiera, ovvero la ruota da mulino per la pressatura della carta. Lungo l’area litoranea, rileva l’autrice, il materiale e la forma della stessa sono abbastanza comuni in quanto simili impianti erano utilizzati per secoli per la molitura delle olive nella produzione dell’olio.

Un’idea brillante
La fontana è composta da due grandi ruote da macina in pietra, ciascuna del peso di cinque tonnellate, che alloggiano in una conchiglia di ghisa dalla profondità pari a 370 centimetri e dal diametro corrispondente a 270 pollici. Il guscio vanta 16 canali di drenaggio attraverso i quali l’acqua viene versata nella grande vasca circolare inferiore, per la cui costruzione Igor Emili utilizzò la pregiata pietra levigata dell’isola di Brazza. Le pompe, la cui forza raggiunge i 1,5 kW, assicurano la normale circolazione dell’acqua dal bacino inferiore attraverso sei ugelli collocati tra le macine e la sua caduta liberanel guscio di ghisa, come pure il suo ritorno nella sunnominata piscina tramite lo stesso. Secondo le congetture di Emili, le cascate riprenderebbero il simbolo storico tratto dallo stemma di Fiume, ovvero l’anfora da cui sgorga l’acqua – “Indeficienter”. Durante la realizzazione della fontana l’architetto pensò anche a 16 fari da posizionare nella vasca sottostante e orientare verso le stesse, ma per motivi tecnici si dovette abbandonare l’idea. In compenso vennero installati quattro riflettori sul pavimento attorno alla stessa, i quali la sera illuminano il particolare monumento, creando un effetto molto suggestivo.
Nel 2014, nell’ambito dell’ennesima operazione di ristrutturazione di piazza Kobler ad opera delle aziende GP Krk e Fidal, fu risistemata tutta la sua superficie, come pure il passaggio sotto l’orologio fino al Corso. La stessa venne pavimentata con nuove lastre di pietra, il terreno livellato e vi fu installato un nuovo canale di scolo. Oggidì la fontana, simbolo del glorioso e importante passato e patrimonio industriale fiumano, circondata da vetrine di gioielli e abiti, da ristoranti e caffè che in un modo o nell’altro hanno riportato quell’antica aria di collettività tipica dei tempi che furono, brilla di luce propria e accoglie il riposo dei fiumani, dei turisti e dei gabbiani.

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