Abbazia. Dettano legge le licenze sul demanio marittimo

Verrà proposto un Piano di gestione della materia

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Abbazia. Dettano legge le licenze sul demanio marittimo
La stagione turistica nella Perla del Quarnero potrebbe essere a rischio. Foto: RONI BRMALJ

Spiagge senza sedie a sdraio e ombrelloni, niente noleggio di sup e moto d’acqua, niente punti di ristoro? Il sindaco di Abbazia ha convocato ieri i giornalisti per anticipare il dibattito a cui assisteremo questo pomeriggio. Il tema è quello delle licenze sul demanio marittimo che vanno a sostituirsi alle autorizzazioni demaniali marittime.

Nella sessione del Consiglio cittadino di oggi verrà presentata la proposta di piano di gestione del demanio marittimo nel territorio della Città di Abbazia per il periodo 2024-2028, preparato in conformità con la nuova legge entrata in vigore alla fine di luglio dell’anno scorso.
Il più grande cambiamento rispetto alla legge precedente è che le autorizzazioni per la concessione vengono approvate dagli organi rappresentativi degli enti locali, quindi i consigli cittadini e comunali, invece dell’assegnazione al richiedente più veloce, un metodo per molti versi ingiusto e inadeguato.

Le perplessità del sindaco
“Il Piano di gestione per i prossimi cinque anni – ha spiegato il primo cittadino del capoluogo liburnico, Fernando Kirigin –, è un documento che dobbiamo approvare in quanto la legge entrata in vigore lo scorso anno stabilisce che le gare per le licenze debbano venire attuate entro l’1 febbraio. Siamo tra le poche amministrazioni locali che, in questo senso, hanno fatto tutto ciò che veniva richiesto. Il legislatore, invece, soltanto ora sta mettendo in pratica le consultazioni pubbliche sull’argomento”.
Cosa significa? Praticamente, si è obbligati a livello locale a organizzare la gara per l’assegnazione delle licenze senza disporre delle regole del gioco che vengono stabilite dal legislatore. “C’è parecchio interesse per svolgere delle attività sul demanio marittimo – ha aggiunto il sindaco –, motivo per cui ci aspettiamo che ci possano essere più candidati per ogni situazione. Se le consultazioni pubbliche andranno a modificare la legge in vigore, le nostre gare potrebbero venire messe in discussione attraverso i ricorsi degli imprenditori e artigiani che non si sono aggiudicati le licenze. A quel punto, chi pagherà i danni? Dovremo ripetere la gara e rischiamo di arrivare all’alta stagione senza aver assegnato le licenze balneari. I ricorsi, con un buon avvocato, potranno azzerare il procedimento. Dalla mia posizione non posso che proporre il Piano di gestione del demanio marittimo così com’è, prendendomi dei rischi, ma facendo il possibile per non rovinare la stagione. Lo scorso anno, con il precedente sistema, ci furono ricorsi che fecero slittare a giugno l’assegnazione delle concessioni, anche se il procedimento era stato avviato in tempo, a dicembre. Il Ministero del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture, impreparato, ci mette in una condizione problematica. Nel frattempo, invia delle indicazioni, concedendoci la possibilità di posticipare la scadenza. Che valore potrà avere un’indicazione rispetto alla legge, nel momento in cui qualcuno deciderà di fare ricorso? Sarà il Ministero a influenzare il giudizio dei tribunali? Ciò che stiamo facendo ora non sono altro che acrobazie giuridiche per cercare di salvare le attività imprenditoriali durante la prossima stagione turistica”.
Kirigin ritiene che, una volta evidente che ci sono dei ritardi, il legislatore avrebbe dovuto prendere in considerazione per quest’anno l’ipotesi di lasciare le cose come stanno per cominciare a operare secondo le nuove regole dal 2025.
“Se noi non approviamo il Piano – ha conclude Fernando Kirigin –, rischiamo davvero di lasciare senza reddito molta gente, ma allo stesso tempo prendiamo delle decisioni discutibili dal punto di vista legale”.

Fernando Kirigin.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Una sorta di «comma 22»
È una sorta di “comma 22”, che potrebbe sciogliersi con un rinvio, ma se non si dovesse procedere in questa direzione, ci potrà essere di tutto. La stessa consultazione pubblica, promossa dal legislatore, potrebbe cambiare il testo originale. Tra l’altro, la stessa Città di Abbazia parteciperà al dibattito con una decina di osservazioni e controproposte. Il primo cittadino, inoltre, invita tutti i soggetti coinvolti a fare lo stesso. “Staremo a vedere come andrà a finire. Se non dovessero venire prese in considerazione le richieste di modifica, a che cosa serve la consultazione?”, si è chiesto in conclusione.

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