Le pietanze di un tempo scevre da ogni spreco

In Casa Tartini le Giornate europee del patrimonio culturale

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Le pietanze di un tempo scevre da ogni spreco
Le esperienze relative ai piatti di una volta. Foto: KRIS DASSENA

Nel fine settimana Casa Tartini è stata pervasa dai profumi inebrianti del cibo casereccio. La locale Comunità degli Italiani ha promosso l’evento gastronomico “Il buon senso delle nonne”, curato da Manuela Rojec, che si inserisce nell’ambito delle Giornate europee del patrimonio culturale. L’edizione di quest’anno ha come tema la sostenibilità con un focus sul ruolo attivo della società civile nella costruzione di un futuro più sostenibile e resiliente per il patrimonio europeo, nel contesto dei cambiamenti climatici e dei relativi rischi. La Rojec ha pensato, dunque, di interpretare il tema coniugando il patrimonio gastronomico locale con una problematica molto attuale, che è quella dello spreco alimentare. All’incontro sono stati così presentati alcuni piatti, portati dagli intervenuti, che venivano tradizionalmente preparati per consumare gli avanzi, con ciò che si aveva in dispensa o cresceva nell’orto. Le nonne non buttavano via nulla e utilizzavano una buona dose di fantasia e ingegno per inventare pietanze nuove, con l’intento che nulla vada sprecato. I partecipanti all’appuntamento hanno potuto condividere le proprie ricette e i propri ricordi legati alla cucina casereccia, nonché assaggiare una tripudio di piatti della cucina tradizionale, come ad esempio i biscotti secchi “bruti ma boni”, la jota, la frittata con le erbe di stagione.
Il team “Olio in padella”, composto da Christian Poletti, Sarah Vuk Brajko e Adam Brajko Vuk, in un video preparato per l’occasione ha rispolverato un’altra antica ricetta anti-spreco, ossia il “pan frito”. L’appuntamento di sabato, introdotto dalla presidente della Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” Fulvia Zudič, tuttavia, è soltanto il preludio di un’iniziativa più ampia che la Rojec intende portare avanti: “Potremmo definirlo il punto zero di un progetto che desideriamo continuare sulla scia di quello ideato più di un decennio fa, intitolato ‘Odori e gusti de casa nostra’. Le giornate del patrimonio culturale ci hanno dato la possibilità di riprendere questo progetto che nell’ultimo periodo è stato accantonato per altri impegni, nonché di recuperare tutte le ricette che i nostri antenati inventavano per riciclare il cibo rimasto dai giorni precedenti. Pensavamo di continuare incontrando quanti più soci, perché ognuno di noi ha il suo ricordo legato a un piatto, la cui preparazione può anche variare da zona a zona. Ogni nonno o nonna aveva poi un altro modo di chiamare certi piatti, così che pensavamo di intervistare quante più persone, raccogliere quanti più ricordi sul cibo riciclato e magari prossimamente pubblicare un ricettario”.

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