Folkest a Capodistria con Ruggeri e Calegaria

I concerti in agenda domani e sabato sotto le arcate dell’ex magazzino del sale in piazza Carpaccio

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Folkest a Capodistria con Ruggeri e Calegaria
Il gruppo Calegaria. Foto: Mariella Mehle

Tra i numerosi eventi musicali proposti in regione, torna ad animare il capoluogo istriano il tradizionale appuntamento di luglio con Folkest a Capodistria, la maggiore manifestazione di musica etnica del nord-est italiano. La kermesse organizzata dall’Associazione Italiana Arte e Spettacolo – AIAS, è ormai radicata profondamente nella realtà cittadina e da oltre tre decenni porta a riscaldare l’atmosfera estiva con artisti di spessore. Quest’anno si articola in due concerti in agenda domani 15 e sabato 16 luglio alle ore 21 sotto le arcate della Taverna di piazza Carpaccio, l’antico magazzino del sale veneziano. A fare gli onori di casa sarà il gruppo capodistriano Calegaria, cultore della tradizione musicale popolare in lingua istro-veneta. La formazione ben nota al pubblico locale, nata a cavallo tra il 2005-2006, prende il nome dalla via principale del centro storico, intitolata secondo alcuni agli antichi calzolai che un tempo vi tenevano bottega, secondo altri all’appellativo del rione dei commerci. Il gruppo vanta numerosi concerti in Istria, Quarnero e altre località, apparizioni televisive, nonché tre CD. Il quarto, realizzato in collaborazione con la Comunità degli Italiani “Santorio Santorio”, sarà presentato proprio al concerto di domani. I musicisti intendono presentare musiche tradizionali istriane in una forma che, pur rispettando le melodie originali, siano più vicine alle sonorità e al gusto musicale odierno. Sotto la direzione artistica di Leonardo Klemenc impegnato anche al mandolino, alle tastiere, alle percussioni e voce, saliranno sul palco il cantante Stefano Hering, Dražen Petek alla chitarra e voce, Jadranko Oblak alla fisarmonica e voce, Piero Pocecco al basso e voce e Valentin Destradi alla batteria.
Sabato, invece, sul palco di Folkest salirà il noto cantautore Enrico Ruggeri, uno dei grandi nomi della musica d’autore italiana. A soli 15 anni fonda il primo gruppo Josofat, in seguito denominati Champagne Molotov e dalla fusione con la band Trifoglio nacquero i Decibel in stile punk che nel 1980 parteciparono al Festival di Sanremo con il brano “Contessa”. Questa fase di grande successo si conclude con una serata nello Stadio di San Siro, davanti a un pubblico di 50.000 spettatori. Nel 1981 Ruggeri intraprende la carriera da solista e va incontro alla consacrazione come cantautore e uno dei migliori e più prolifici autori, firmando tra l’altro il brano “Il mare d’inverno” portato al successo da Loredana Bertè e “Quello che le donne non dicono” interpretato da Fiorella Mannoia, ma anche brani per Anna Oxa e Fiordaliso. Assieme a Gianni Morandi e Umberto Tozzi, sodalizio nato nell’ambito del progetto di beneficenza della Nazionale Italiana cantanti, nel 1987 trionfa al Festival di Sanremo con “Si può dare di più” e nel 1993, Ruggeri conquista per la seconda volta il podio sanremese con il brano rock “Mistero”, da lui stesso considerato troppo di genere per ambire a una vittoria. Negli anni 2000 si misura pure nella conduzione televisiva sulla prima rete nazionale e nella scrittura del romanzo “Un gioco da ragazzi”, una storia ambientata nella Milano degli anni ‘70, tra terrorismo e vicende di una tormentata famiglia. La pubblicazione ottiene un ottimo riscontro di vendite e di critica. Nel 2021 vince il Premio Tenco alla carriera, suggellato da un epico concerto al Teatro Ariston di Sanremo e reduce dalla pubblicazione dello scorso anno dell’album “La Rivoluzione”, caratterizzato da sonorità innovative e supportato da tre “video d’autore” e definito dalla critica uno dei migliori lavori della sua carriera. “Due serate interessanti e di alta qualità senza costi d’ingresso”, osservano i promotori, “organizzate con il patrocinio della locale CAN e il contributo finanziario del Comune di Capodistria e del Ministero della Cultura, che certamente incontreranno il gradimento del pubblico, quello dei nostri connazionali, ma anche più in generale dell’intera popolazione”.

La copertina della pubblicazione.
Foto: Kris Dassena

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