Capodistria. Deragliamento del treno: il binario era difettoso

Stando alla relazione degli ispettori ministeriali l’incidente di Cristoglie fu causato da una precaria manutenzione

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Capodistria. Deragliamento del treno: il binario era difettoso

Lo scorso giugno nei pressi di Cristoglie, nell’entroterra capodistriano, deragliò un convoglio partito da Capodistria in direzione Divaccia. Da quanto emerso dalla relazione finale degli ispettori del Ministero dei Trasporti e dell’Infrastruttura, a causare l’incidente ferroviario, è stata la rottura di una giuntura dello scambio. Da allora non è ancora del tutto escluso il rischio d’inquinamento delle falde idriche dell’Acquedotto del Risano che rifornisce la regione costiera del prezioso liquido. La sciagura si è verificata per l’insufficiente rigidità di un anello dello scambio, che ha consentito l’afflosciamento e la sua completa rottura. Come emerge dalla relazione pubblicata dal Ministero, sulla rotaia non era assicurata alcuna stabilità, il che ha provocato delle microfratture. Nell’incidente, avvenuto all’entrata della galleria, è deragliato il convoglio con sei vagoni cisterna. Una è stata danneggiata per l’impatto con la parete della galleria e si è verificata la fuoriuscita di oltre 7mila litri di cherosene, liquido altamente infiammabile. La sostanza versata rappresenta un grave pericolo ambientale, poiché la zona del disastro si trova all’interno del bacino idrografico del territorio costiero. Al fine di evitare in futuro incidenti simili, così nella nota ministeriale, alle Ferrovie slovene è stato chiesto di redigere un elenco di rotaie maggiormente sollecitate e di conseguenza di adeguare gli interventi di monitoraggio e di manutenzione. Più i binari sono vecchi e usurati, più frequenti devono essere i cicli d’ispezione e manutenzione. Le sostituzioni delle parti deteriorate dovrebbero essere più assidue, come ad esempio le traverse, i pannelli scorrevoli e le giunture. Il perimetro del tunnel, inoltre, dovrebbe essere controllato per garantire che lungo la parete non ci siano bordi taglienti o rocce sporgenti. Il rischio di contaminazione dell’acqua potabile però non è ancora escluso. Fino alla chiusura dell’indagine, non è stato determinato fino a quale profondità si fosse infiltrato il cherosene fuoriuscito. “È probabile che sia rimasto in una tasca sotterranea, con l’auspicio che sia sceso abbastanza in profondità e non riesca a contaminare le falde acquifere che riforniscono l’Acquedotto del Risano”, hanno aggiunto dal Ministero.

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