UI. Corva: «Scuole CNI, garanzia di futuro»

A colloquio con il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana

0
UI. Corva: «Scuole CNI, garanzia di futuro»
Il presidente della Giunta esecutiva dell'Unione Italiana, Marin Corva. Foto Roni Brmalj

La scuola, dopo la famiglia, ricopre un ruolo essenziale nella socializzazione e nella formazione dell’identità dei bambini e degli adolescenti. Si tratta di un ambiente speciale, dove i giovani vivono esperienze uniche e creano ricordi e storie indelebili. Un contesto che va ben oltre all’apprendimento delle materie scolastiche, facendo da cornice allo sviluppo della curiosità e della creatività dei “piccoli”. Ma soprattutto, è un luogo in cui questi imparano a costruire relazioni significative con i loro coetanei e a essere parte di una comunità.

L’ingresso della SMSI di Fiume, il palazzo ospita anche l’elementare Dolac
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

La scuola è uno dei pilastri della Comunità Nazionale Italiana. Lo sostiene anche il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Marin Corva, con il quale abbiamo fatto il punto della situazione su alcune questioni d’attualità della Comunità Nazionale Italiana. “L’educazione e l’istruzione – ha rilevato – sono uno dei temi di massima importanza per la CNI. Non mi stancherò mai di ripeterlo, a costo di risultare noioso, che dall’inizio del mio primo mandato alla guida dell’Esecutivo dell’UI alla scuola abbiamo dedicato tantissimo tempo, energie e anche risorse finanziarie. Durante il mio primo mandato alla guida della Giunta, quando a causa del Covid tutte le attività erano state sospese, abbiamo investito tanto nei muri, nei mattoni. Ora il nostro intento è quello d’investire molto di più nelle persone”. “Per questa ragione mi ha fatto tanto piacere che si sia potuta organizzare, assieme al presidente dell’Assemblea dell’UI, Paolo Demarin, una seduta tematica dedicata al mondo scuola”, ha affermato Corva, riferendosi alla seduta dell’Assemblea UI tenutasi il 17 gennaio scorso a Sissano. “Per qualsiasi società – ancora Corva – la scuola è la garanzia del futuro. La CNI non fa eccezione”.

La Scuola media superiore italiana “Leonardo Da Vinci” di Buie
Foto: RONI BRMALJ

“Quello della scuola è un mondo molto particolare. Parliamo di una realtà complessa. L’ideale sarebbe poter analizzare ciascun istituto distintamente”, ha notato il presidente della Giunta esecutiva, puntualizzando che la scuola dipende dalla realtà nella quale opera. “A Fiume, ad esempio, uno dei fattori che determina la scelta della scuola nella quale i genitori iscriveranno i loro figli è legato a questioni ‘logistiche’. Al di là della preparazione degli insegnanti o dell’attrezzatura o dei mezzi didattici dei quale dispone un particolare istituto, spesso le famiglie scelgono quella più comoda da raggiungere. Chi abita nell’Abbaziano molto probabilmente iscriverà i bambini alla San Nicolò. Chi abita a Fiume, magari in periferia, ma lavora in centro, invece, il più delle volte opterà per la Dolac. L’Istria e il Capodistriano a loro volta hanno le loro peculiarità”, ha detto il nostro interlocutore.
“Chi appartiene alla mia generazione – ha proseguito – si ricorderà che i nostri coetanei che frequentavano le scuole in lingua croata c’invidiavano perché noi alunni delle scuole della CNI avevamo le colonie, ricevevamo i libri di testo e godevamo di altri vantaggi che loro non avevano”, ha osservato Corva, affermando che per garantire la sopravvivenza delle scuole della CNI alle medesime deve essere assolutamente assicurata una marcia in più. “Dobbiamo investire nella formazione dei docenti, nella distribuzione del materiale didattico…”, ha chiarito.

Lo stabile della Scuola media superiore italiana “Dante Alighieri” di Pola
Foto: GIULIANO LIBANORE

Lingua e dialetto

Nel corso della nostra conversazione Corva si è soffermato anche sulle osservazioni mosse a Sissano da alcuni consiglieri dell’Assemblea UI, che hanno stigmatizzato il dilagare dell’uso delle lingue croata e slovena negli istituti scolastici della CNI. “Io sono il presidente della Giunta esecutiva dell’UI e non ho mai testimoniato a una cosa del genere personalmente, ma purtroppo sento dire che oggi nelle nostre scuole addirittura i docenti parlano tra di loro in croato o in sloveno. Questa è una situazione che va affrontata”, è stato categorico Corva. “Oggidì – ha proseguito – i ragazzi fuori dall’ambito scolastico hanno pochissime occasioni di sentire ed esercitare l’italiano. Mi permetto di dire, inoltre, che è un dovere di tutti noi, nell’ambito della nostra sfera familiare promuovere l’utilizzo della lingua e anche del dialetto. Siamo noi che dobbiamo promuovere la nostra lingua e conservare le nostre tradizioni. Se non lo facciamo noi non saranno certamente gli altri a farlo. Come? Ad esempio con i concerti di canzoni italiane nelle Comunità. Apprezzo la musica croata e inglese, ma non nei nostri sodalizi, in quelle sedi, mi aspetto di ascoltare le melodie italiane”.

A chi propone di sollecitare l’utilizzo dell’italiano tra gli alunni della CNI e prolungare la durata delle colonie, o più correttamente di farle durare settimane e non giorni, come avveniva in passato, Corva risponde: “Le colonie sono sicuramente un buon mezzo per stimolare i ragazzi all’uso della lingua italiana. Però penso che sia molto importante promuovere l’utilizzo in ambito scolastico. Quando eravamo più piccoli venivamo richiamati dai nostri professori se utilizzavamo il croato a scuola, intendo dire nei corridoi o in cortile”.
Per quanto concerne la durata delle colonie Corva è stato schietto: “Quando frequentavo le elementari le colonie duravano 14 giorni. Sarei felicissimo di poter offrire agli alunni di oggi una permanenza della medesima durata. Tuttavia, dobbiamo renderci conto che da quel momento ad oggi il mondo dal punto di vista finanziario non è semplicemente cambiato, ma si è proprio stravolto. Ora 5 giorni di colonie costano più che due settimane quand’ero bambino io. I prezzi sono schizzati alle stelle. E non mi riferisco soltanto ai costi del pernottamento, ma anche a quelli del trasporto. Quest’ultimi sono lievitati al punto da incidere sulla qualità delle attività. Se un’attività costa 3.000 euro, circa 2.000 li spendiamo per il trasporto. Questo ci crea difficoltà anche in altre attività legate alla scuola”, ha rivelato il presidente della Giunta esecutiva. “I mezzi che l’UI percepisce dallo Stato Italiano – ancora Corva – oggi sono grossomodo uguali e per certi aspetti addirittura inferiori a quanto si percepiva in passato. La marcia in più la danno i mezzi che ci vengono destinati da Zagabria. Si tratta però di finanziamenti che devono essere usati, tranne in rare eccezioni, in Croazia”.

Esami attitudinali

A Sissano è stato proposto anche d’introdurre esami attitudinali, ovvero vincolare la frequenza delle classi superiori delle elementari o eventualmente l’iscrizione alle medie superiori della CNI a un determinato grado di padronanza della lingua italiana da parte dell’aspirante candidato. Qualcuno però ha mosso l’obiezione che in questo modo si rischia, paradossalmente, di svantaggiare chi a casa parla il dialetto. “Reputo che non sia una giustificazione non conoscere l’italiano perché a casa si parla il dialetto. A casa mia da bambino sentivo parlare prevalentemente il dialetto fiumano, poi l’italiano e il croato. Con mia figlia parlo esclusivamente in fiumano, tranne quando facciamo i compiti e la seguo con grande attenzione sia per quanto concerne l’italiano, il croato e l’inglese. Ogni lingua è una ricchezza. Sono dell’opinione che il genitore ha il compito di seguire i propri figli per garantire che questi possano acquisire nell’ambito scolastico tutti i saperi. Sta ai genitori il compito di insegnare ai figli bene l’italiano. Se la concorrenza sarà uno sprone a invitarci tutti quanti a migliorare non lo vedo come un aspetto negativo”, ha affermato Corva. “A scuola ho parlato in dialetto nei corridoi, mai in classe. Ho avuto insegnanti e maestri – ha proseguito – che non mi hanno permesso di sminuire l’importanza dell’italiano rispetto al dialetto. E mi riferisco a Melita Sciucca, Norma Zanni, Gianna Mazzieri Sanković… Persone di calibro, che capivano che il loro ruolo nell’ambito scolastico va ben oltre l’insegnamento, consapevoli che la loro è una missione tesa a salvaguardare le nostre tradizioni e dunque la nostra identità”.

Investire nelle persone

Quando si parla di investimenti dell’Unione Italiana indirizzati al mondo della scuola, il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva, ha le idee ben chiare. Vuole investire di più nelle persone. Ciò non significa che gli investimenti nel mattone saranno sospesi dall’oggi al domani. I progetti strategici ai quali si sta lavorando (costruzione dei nuovi asili di Fiume e Sissano e della elementare di Cittanova, l’ampliamento delle SEI San Nicolò a Fiume e Giuseppina Martinuzzi di Pola, la realizzazione delle palestra delle SEI Belvedere e Gelsi) saranno portati a termine. “Se inizi la costruzione di un edificio devi obbligatoriamente portarla a termine. In caso contrario significherebbe aver buttato il denaro dalla finestra”, ha dichiarato Corva, sottolineando che lo stesso discorso vale anche per gli investimenti attinenti alle Comunità degli Italiani (Salvore, Levade-Gradigne…). “Si tratta di investimenti che abbiamo potuto realizzare, come anche quelli legati al sodalizio di Castelvenere o al progetto di ampliamento e ristrutturazione della SMSI di Buie perché ci sono le disponibilità economiche. Queste in futuro potrebbero aumentare, ma anche ridursi. Dipenderà dalle capacità economiche degli Stati, dei nostri finanziatori, che potrebbero essere influenzate dalle circostanze globali. Noi dal canto nostro abbiamo dimostrato di saper fare bene. Ci sono stati controlli da parte delle autorità croate, mi riferisco al Ministero delle Finanze, all’Ufficio delle imposte e alla polizia. Tutte le verifiche si sono concluse in modo favorevole e i nostri finanziatori leggono questi relazioni e si rendono conto che operiamo in sintonia al principio del ‘buon padre di famiglia’”, ha concluso il presidente della Giunta, Marin Corva.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display