Seduta straordinaria del Sabor. La maggioranza resiste

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Seduta straordinaria del Sabor. La maggioranza resiste
Alcuni deputati maneggiano il pallone da pallacanestro portato in Aula dal deputato Zlatko Hasanbegović seduto alle loro spalle - Fotografia di Patrik Macek/PIXSELL

La maggioranza si dimostra coesa. Al Sabor sono state rigettate entrambe le proposte avanzate il 19 luglio scorso dal Presidente della Repubblica, Zoran Milanović, quando ha convocato la sessione straordinaria del Parlamento croato pretendendo che si dibatta e trovi nell’arco di 15 giorni una soluzione allo sciopero dei dipendenti impiegati nella giustizia e affinché s’individuino, nel medesimo lasso temprale, i responsabili della vendita sottocosto del gas estratto dai giacimenti di metano presenti sul territorio nazionale. Non solo, sono è stata approvata pure una conclusione che sancisce l’inutilità della mossa del Capo dello Stato. Se si esclude una seduta straordinaria convocata nel 2003 dall’allora Presidente Stjepan Mesić, che però agì in accordo con il premier eletto, ovvero Ivo Sanader, mai prima d’ora un inquilino del Pantovčak si era avvalso del diritto a convocare il Parlamento in seduta plenaria straordinaria richiamandosi a uno stato d’emergenza, ovvero a una situazione straordinaria. L’opposizione furibonda ha parlato di un esito vergognoso.
Alcune delle proposte presentate dalla maggioranza sono state approvate per un soffio, ovvero con 77 voti a fronte dei 76 necessari. Da notare che una delle mozioni presentate dall’opposizione, quella tesa a far retribuire ai dipendenti dei tribunali anche i giorni trascorsi a scioperare, è stata bocciata con 74 voti contrari a fronte di 67 voti favorevoli. I tre deputati dell’SDSS, il partito nelle cui file sono stati eletti i tre deputati della minoranza nazionale serba e partner del governo, in questo caso non si sono voluti esprimere.

L’assise, si ricorda è iniziata venerdì (21 luglio 2023). Il dibattito è stato caratterizzati dalle accuse lanciate dalle file dell’opposizione all’indirizzo del governo e dalle altrettanto “colorite” repliche della maggioranza. Stando alla valutazione di numerosi analisti la retorica alla quale sono ricorsi i deputati a tratti ha rispecchiato più una discussione tra “scaricatori di porto” che tra parlamentari. Tuttavia chi segue il lavoro del Sabor ormai non ci fa più caso e si consola considerando che a piazza San Marco i deputati ancora non sono venuti mai alle mani, a differenza di quanto avvenuto in altri Parlamenti.

Considerati i rapporti di forza tra maggioranza e opposizione era quasi illusorio aspettarsi che le mozioni proposte da quest’ultima avrebbero prevalso. In tal caso il governo, molto probabilmente sarebbe caduto e si sarebbe dovuto andare a elezioni anticipate. Considerato che l’HDZ alla vigilia della seduta straordinaria del Parlamento aveva rinfacciato al Presidente Milanović d’essere venuto meno al suo ruolo di super partes, al quale lo vincola la Costituzione, non si può escludere che ora sarà l’HDZ a reclamare le dimissioni del Capo dello Stato. Considerato il rapporto di forze al Sabor, gli interessi particolari di alcuni parlamentari e schieramenti politici nonché i vincoli previsti dall’ordinamento croato, è palese che sia l’indizione delle elezioni politiche che di quelle presidenziali rasenta la fantascienza.

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