Schengen sospeso: la CNI esprime preoccupazione

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Schengen sospeso: la CNI esprime preoccupazione
I controlli al confine di Pasjak, nell'entroterra di Fiume. Foto Roni Brmalj

La CNI è preoccupata per la sospensione, che si spera sia temporanea, di Schengen. I rappresentanti della minoranza si fanno portavoce dell’apprensione dei connazionali per la possibile erezione di nuove barriere tra la Croazia e la Slovenia, nonché tra la Slovenia e l’Italia.

“Io spero, anzi, tutta la nostra comunità, sia nazionale che territoriale, spera che non si torni a dei controlli come quelli del periodo del Covid, quando c’erano notevoli difficoltà nel superare le restrizioni imposte ai confini di stato. Viviamo in un territorio unico, inteso come un insieme, dove ci sono famiglie dall’una e dall’altra parte del confine, con lavoratori transfrontalieri, studenti e altre persone che hanno necessità di attraversare costantemente i confini. Fra Slovenia e Italia sono ormai più di 10 anni che non c’è un confine, le persone si sono abituate a funzionare in questo modo e deve continuare ad essere così, anche per poter sostenere nel giusto modo tutte le attività culturali. Per tutti questi motivi speriamo davvero che i controlli non si concentrino sulle strade, dove transitano quotidianamente i cittadini, bensì nelle zone boschive, dove ci possono essere dei veri malintenzionati. Dunque sì a un controllo bilaterale dei confini, data la situazione, ma nei posti dove è più facile sfuggire e non andando ad interrompere il traffico di veicoli regolarmente in transito”, ha affermato Felice Žiža, deputato della minoranza nazionale italiana al Parlamento sloveno.

“Mi dispiace tantissimo per questa temporanea abolizione di Schengen. I nostri territori e la nostra gente devono vivere assieme, come hanno fatto per tanti anni e come grazie all’Unione europea si è vissuto in questi anni. Tutta la nostra gente ha vissuto meglio nel periodo senza confini, grazie al minor numero di problemi e disagi riscontrati nel viaggiare per il territorio. Spero proprio che si ritornerà alla normalità quanto prima, perché essa rappresenta la scelta giusta in quanto risponde alle necessità del territorio”, ha affermato Alberto Scheriani, presidente della CAN Costriera.

“Prima di tutto va detto che non sappiamo ancora di che tipo saranno i controlli annunciati. Non mi è dato sapere se saranno controlli soltanto sui migranti o su tutti. Si tratta comunque in ogni caso di una cosa negativa che speriamo duri solo per dieci giorni. La cosa migliore sarebbe mettersi d’accordo tutti insieme su come risolvere questo problema, perché altrimenti anche la Croazia sarà costretta a prendere ulteriori misure. Avevamo appena superato il problema dei confini di Schengen e ora questi nuovi controlli, anche se temporanei, sono imbarazzanti”, ha affermato l’onorevole Furio Radin, deputato della minoranza nazionale italiana al Sabor croato.

“L’annuncio della reintroduzione dei controlli ai valichi ci ha un po’ sorpreso, anche perché la Croazia attraverso Schengen ha aderito ad un sistema di controlli dei confini esterni molto rigido. Quindi secondo me la necessità di ripristinare i confini interni non c’è, pur considerando che si tratta solo di un periodo provvisorio a causa della situazione in Medio oriente. Se si temono dei movimenti all’interno dell’Unione europea sarebbe bene andare a rafforzare i confini esterni e non di ripristinare quelli interni”, ha affermato Paolo Demarin, presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana.

“Spero proprio che non si faranno passi nella direzione sbagliata. Ora che avevamo finalmente un contatto diretto con la nazione madre ritornare al passato sarebbe deleterio, anche nel contesto di tutta una serie di progetti transfrontalieri che abbiamo avviato e ai quali stiamo collaborando con partner italiani. L’eventuale reintroduzione delle limitazioni alla transizione delle persone o delle dogane non farà che creare problemi per tutti quei soggetti che attraversano regolarmente i confini fra gli stati”, ha dichiarato Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana.

“Si tratta di una misura comprensibile dal punto di vista degli stati, perché l’Unione europea e la comunità internazionale non hanno saputo o voluto affrontare il problema dei migranti e quello più ampio della pace nel mondo. Detto questo la reintroduzione dei controlli creeranno indubbiamente dei disagi. Pur comprendendola ratio della norma, io mi esprimo con un parere negativo sulla sua introduzione. L’auspicio è che che sia introdotta almeno una corsia preferenziale peri transfrontalieri, ossia per coloro che attraversano quotidianamente i confini per motivi di lavoro o familiari”, ha concluso Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana.

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