Monsignor Mate Uzinić: «Non abbiate timore di denunciare gli abusi»

Conferenza stampa dell'arcivescovo di Fiume nella quale ha reso noto l'elenco dei sacerdoti denunciati per molestie, reati sessuali e malversazioni finanziarie

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Monsignor Mate Uzinić: «Non abbiate timore di denunciare gli abusi»
L'arcivescovo metropolita Mate Uzinić. Foto: Ivor Hreljanović

I panni sporchi si lavano in pubblico, così l’Arcidiocesi di Fiume, ovvero l’arcivescovo metropolita Mate Uzinić, ha convocato una conferenza stampa per esporre, in una relazione dettagliata, tutte le insinuazioni di aver coperto e protetto vari episodi gravi, riguardanti molestie, perversioni a sfondo sessuale su minorenni e maggiorenni e appropriazione indebita di fondi finanziari, pubblicati su un noto settimanale a livello nazionale.
“Provo profonda tristezza e vergogna per gli abusi su minori e adulti che sono stati perpetrati da sacerdoti o altre persone associate all’Arcidiocesi di Fiume – ha esordito mons. Uzinić –. Come arcivescovo di Fiume, sono a conoscenza di varie denunce di abusi avvenuti in questa Arcidiocesi. Sfortunatamente, la portata degli abusi è spesso maggiore di quanto si possa dimostrare con le indagini. Per questo motivo chiedo perdono a tutte le vittime a nome mio e dell’Arcidiocesi di Fiume. Per tutti i casi di cui sono a conoscenza, ho avviato le necessarie indagini, li ho segnalati alla Procura di Stato e comunicato al Dicastero competente gli esiti. Papa Francesco mi ha nominato arcivescovo coadiutore di Fiume nel novembre 2020 e mi ha conferito speciali poteri di gestione, tra cui quello di indagare su presunti casi di abusi, sia a fondo sessuale che materiale. Nei miei interventi avevo già annunciato che tutti i cittadini verranno a conoscenza di tutta la situazione in maniera trasparente, compreso le denunce e i procedimenti nel caso di abusi. A complicare le indagini, in taluni casi, sono le denunce anonime, ma anche in questi casi ho fatto di tutto per stabilire la verità, per far sì che le vittime abbiano soddisfazione e giustizia. In caso di nuove informazioni sui relativi casi, l’istruttoria canonica verrà riaperta. Come pure le denunce alla Procura di Stato (DORH)”.

Foto: Ivor Hreljanović

Denunce alla Procura
L’alto prelato non ha nascosto la sua profonda amarezza e tantissima comprensione per le vittime per quanto riguarda i vari casi. “Per i casi più gravi non ci dovrebbe essere il condono o un limite di scadenza per il processo, ma andrebbe fatta giustizia nell’immediato. Sto facendo il mio meglio, nei limiti delle mie possibilità e della giurisdizione a me assegnata dalla Chiesa e combatterò con tutte le forze per una chiesa aperta, trasparente, comprensiva, per il bene dei fedeli, ma pure severa per chi pensa di essere al di sopra di essa. Aiutatemi a impedire a ogni molestatore di commettere ulteriori crimini. Come vescovo, non ho il potere di metterli in prigione, ma posso e voglio denunciarli, privarli del loro ministero e impedire loro di abusare della fiducia dei fedeli, in particolare delle famiglie e dei bambini, attraverso le strutture ecclesiastiche e le autorità”, ha detto, visibilmente commosso, l’arcivescovo Uzinić proseguendo con la lettura dell’elenco delle persone coinvolte e, in taluni casi, imputante e denunciate alla Procura.
L’elenco degli imputati
“In tutto sono nove le persone coinvolte. Il primo caso è stato risolto prima dell’insediamento dell’arcivescovo, cinque casi sono relativi ad accuse di abuso su minori, talune molto gravi, mentre le altre accuse riguardano le finanze e il concubinato. In tutti i casi l’Arcidiocesi di Fiume ha reso note solo le iniziali delle persone coinvolte oppure un semplice NN, quando si tratta di malversazioni finanziarie.
Il caso più grave riguarda il sacerdote M. Šp. nato nel 1953 e accusato nel 2016 di aver abusato sessualmente nel 1992 di un minore. Al momento della denuncia, l’imputato insegnava presso la Facoltà di Teologia di Fiume. È stata aperta un’istruttoria in cui l’imputato si è dichiarato colpevole, ma di seguito ha confessato che tra il 1987 e il 1994 ha abusato di più minorenni. “Si tratta di 13 bambini tra i 6 e i 13 anni. Un crimine imperdonabile”, ha detto con la voce strozzata mons. Uzinić.
“Al mio arrivo a Fiume, ho chiesto chiarimenti sul caso. Mi è stato riferito che M. Šp. ha chiesto e ottenuto il perdono dagli obblighi sacerdotali e dal celibato e che il caso è stato successivamente archiviato. Ho avvertito la Procura che l’ammissione dell’imputato è più grave di quella da lui dichiarata nella sua denuncia alla Polizia. Finora non ho ricevuto risposta. L’imputato si è dimesso dalla carica e da quanto sappiamo non è più sotto la giurisdizione dell’Arcidiocesi di Fiume. Per quanto ne sappiamo, attualmente vive in Italia in un monastero benedettino”.
Il secondo caso riguarda il sacerdote, M. Ši. (1941), denunciato anonimamente che nel 2006 e 2007 ha inviato messaggi inappropriati a dei minorenni, molestato una minorenne, e inviato lettere lascive a teologi adulti mentre era loro professore. Denunciato al dicastero competente gli è stato vietato il contatto con minorenni e il servizio sacerdotale come pure ordinato un test psicologico. Attualmente vive nella casa di famiglia. Il caso è stato segnalato all’ufficio del procuratore regionale, ma non ci sono informazioni sul procedimento del caso.
Il sacerdote D.P. (1938) è stato invece accusato di reati contro minore tramite una lettera anonima, con un ricatto perpetrato da parte di un suo aiutante. Dopo le indagini da parte del Dicastero è stato stabilito che non persistono prove, ma il caso è stato denunciato alla Procura di Stato. Pure qui non ci sono informazioni su come procede l’indagine.

Foto: Ivor Hreljanović

Il sacerdote L.L. (1953) è stato denunciato in modo anonimo di aver inviato messaggi di contenuto inappropriato a ragazze minorenni tra il 1999 e il 2005, e di averlo fatto tra il 2017 e il 2019 pure a una persona adulta e a una ragazza minorenne. Dopo le indagini del caso, la Congregazione per la dottrina della fede decise di allontanalo dal servizio, vietare i contatti con i minorenni e di sottoporlo a cure psicoterapiche. Il caso venne pure denunciato alla Procura, ma attualmente non ci sono delle risposte ufficiali.
Il seguente caso riguarda pure una querela di abuso a carico del sacerdote J. P. (1990), da parte di una madre per la figlia minorenne, che ha denunciato il caso alla Questura e alla Procura. Da parte dell’Arcidiocesi, questi è stato sospeso con divieto di entrare in contatto con minorenni, il divieto di pubblico esercizio delle funzioni sacerdotali e la permanenza in monastero fino al termine dell’istruttoria.
Il sacerdote M.S. (1978) è stato invece denunciato dal padre di un giovane della cattiva influenza che quest’ultimo aveva su suo figlio, a quel tempo studente di teologia. Da parte del Dicastero sono state prese tutte le misure volte a vietare il contatto dei due, inclusa una visita psicologica sotto il controllo del vicario per il clero. Però una settimana addietro, in un articolo di un settimanale, sono state pubblicate delle nuove accuse anonime contro il sacerdote e il 18 maggio è stata avviata una nuova indagine preliminare sulla base delle denunce anonime. Nello stesso giorno, questi è stato destituito dall’incarico di parroco, gli è stato vietato di entrare in contatto con minorenni e di celebrare la funzione religiosa. Il caso è stato segnalato alla Procura.
Altri tre casi riguardano malversazioni finanziare con i fondi parrocchiali.
Condanne per i colpevoli
Al termine del resoconto a monsignor Uzinić è stata posta la domanda perché la Chiesa spesso e volentieri protegge e cela gli abusi, le molestie e le perversioni del clero. “La Chiesa deve reagire, condannare e punire nelle proprie possibilità tutto il male che viene fatto al suo interno e consegnare i colpevoli alla giustizia. Non sono del parere che dobbiamo nascondere, ma spesso sono proprio le vittime che desiderano rimanere nell’anonimato per non venire, dopo il trauma subito, stigmatizzate dalla società”.
Al termine, l’arcivescovo di Fiume ha ancora una volta espresso tutta la sua solidarietà e rispetto alle vittime. “Le mie porte sono sempre aperte, non abbiate paura a denunciare, permettendo di condannare il colpevole. Nel suo messaggio per la Giornata mondiale dei media di ieri, Papa Francesco ha detto: ‘Non dobbiamo avere paura di dire la verità, anche se a volte è spiacevole'”.

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