Lubiana. Il risotto è perfetto e Neli vola a Parma

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Lubiana. Il risotto è perfetto e Neli vola a Parma

La ventenne studentessa della BIC-Biotechnical Educational Center di Lubiana, Neli Poličnik di Velenje (per sua stessa ammissione affascinata dalla pasticceria più che dal mondo dei fornelli) conserverà un bellissimo ricordo della VII edizione della Settimana della cucina italiana nel mondo. Battendo la concorrenza di altri cinque talentuosi colleghi di studio (Andraž Grčar, Nejc Štern, Nik Jošt, Tim Cetin e Špela Kuhel), si è aggiudicata il diritto a frequentare un ambitissimo corso di formazione presso la prestigiosa Scuola di Cucina ALMA di Parma. Un vero proprio fiore all’occhiello del Made in Italy gastronomico attraverso i suoi corsi di alta formazione tenuti dai più qualificati chef italiani, che spaziano dalle tecniche di base all’alta pasticceria a corsi tematici e per sommelier.

Il primo premio è stato messo in palio dagli organizzatori della II edizione del Concorso per studenti sloveni di hôtellerie e gastronomia, promosso dall’Agenzia ICE di Lubiana (rappresentata stasera, martedì 15 novembre, dalla sua responsabile Serenella Marzoli) in coordinamento con l’Ambasciata d’Italia in Slovenia e avvalendosi della partnership dell’ALMA e di BIC di Lubiana (proprio ieri i due enti hanno stipulato un accordo di collaborazione). In un periodo complesso come quello attuale, si è ritenuto di dare nuovamente a un giovane sloveno la possibilità d’approfondire – presso una struttura italiana di consolidata tradizione – la conoscenza di quei valori di sostenibilità alimentare che ben si coniugano con i prodotti alla base della dieta mediterranea e che fanno parte anche delle consuetudini slovene.
I concorrenti pre-selezionati dal BIC, tutti giovanissimi, si sono affrontati cimentandosi nella preparazione di un piatto italiano a sorpresa, illustrato loro dallo chef Paco Zanobini (ALMA), coadiuvato dalla sous chef Elena Minari; entrambi grandi appassionati di vini istriani e carsici. La ricetta illustrata consisteva nella preparazione di un risotto allo zafferano con crema di gorgonzola piccante, pere al marsala e porri fritti. Dopo la masterclass (durata un’ora) ciascuno dei concorrenti ha avuto a disposizione 90 minuti per preparare autonomamente la ricetta e servire la propria creazione alla giuria presieduta dall’Ambasciatore Carlo Campanile (affiancato durante dalla consorte Marcella) e composta da Candida D’Elia (ALMA), Dada Jerovšek (Kaval group), Urška Petelin (Dobar tek culinary magazin), Paco Zanobini e Andrej Molk (BIC). Hanno valutato i concorrenti basandosi su una serie di criteri quali la presentazione, creatività, gusto e struttura del piatto, tecnica. La giuria è stata severissima (d’altronde la posta in palio lo esigeva), come testimoniato da commenti quali “il porro è troppo unto”, “sul piatto si vedono le impronte”, “il riso è stato ritirato dal fuoco troppo presto”, “le pere erano troppo cotte”… Da rilevare che nel corso del colloquio al quale hanno sottoposto i concorrenti al fine di sondare le loro doti comunicative i giurati hanno posto domande mirate proprio a comprendere se gli aspiranti chef fossero consapevoli degli errori commessi.

“Il risultato non è stato scontato, ma la vincitrice si è distinta per determinazione e capacità di replicare la ricetta preparata durante la dimostrazione. Ha preparato un risotto quasi perfetto. E non dimentichiamoci che la perfezione non esiste. Neppure il mio risotto è riuscito alla perfezione”, ha dichiarato Paco Zanobini, raccomandandosi che in cucina non si butta via niente. “Mi auguro che questo principio continuerà a essere applicato anche il giorno che il concetto della sostenibilità non sarà in voga come lo è oggi”, ha rilevato lo chef italiano.
L’Ambasciatore Campanile ha puntualizzato che la decisione a chi assegnare il premio è stata unanime. “Tutti i partecipanti hanno dimostrato grande talento. Per quanto mi riguarda i risotti erano squisiti e si tratta di un piatto impegnativo”, ha puntualizzato Campanile. L’Ambasciatore ha rilevato che per rispetto di chi si dedica all’arte culinaria con autentica passione e professionalità non ha espresso un giudizio sul cibo preparato dai concorrenti, anche per non incidere da profano sulle valutazioni dei veri esperti presenti in giuria. Campanile ha espresso, inoltre, soddisfazione, per il sodalizio stretto tra in quest’occasione da ulteriori due enti formativi italiano e sloveno.
È entrata dunque nel vivo la Settimana della Cucina Italiana in Slovenia. Un evento promosso in tutto il mondo dalla rete diplomatica italiana e divenuto ormai una tradizione. Il progetto voluto dalla Farnesina mira a promuovere all’estero l’agroalimentare e la cucina italiana di qualità, capitalizzando sul trend positivo dell’andamento del settore e puntando soprattutto a educare i consumatori stranieri all’utilizzo di prodotti autentici e di qualità contrastando il fenomeno dell’Italian Sounding. Il tema di quest’anno è “Convivialità, sostenibilità e innovazione: gli ingredienti della cucina italiana per la salute delle persone e la tutela del pianeta”. L’obiettivo, proposto dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (MAECI), è dunque quello di contribuire al rilancio dell’immagine del Made in Italy attraverso un invito a una ritrovata convivialità che stimoli il consumo di cibo italiano puntando sulla sostenibilità e sull’innovazione di prodotto per dare supporto e incoraggiamento alle aziende produttive.
Le istituzioni italiane in Slovenia hanno attuato fin dal 2021 una forte sinergia tra vari progetti di promozione del Made in Italy alimentare, soprattutto per far capire ai consumatori sloveni che amano l’Italia l’importanza d’utilizzare solo prodotti autentici: la lotta alla contraffazione e all’Italian Sounding continua ad essere un impegno prioritario del governo italiano. Dopo gli ottimi risultati dell’accordo di collaborazione con la GDO Mercator – che un anno fa ha introdotto 220 nuovi prodotti food & wine italiani sugli scaffali della catena in Slovenia – ed il progetto di promozione natalizia portato avanti con Agraria Koper nel Capodistriano fino a gennaio di quest’anno. Inoltre l’Ambasciata d’Italia, con la collaborazione di ICE Lubiana, ha curato un numero speciale della rivista Dober Tek (Buon Appetito) interamente dedicato all’Italia cui ha collaborato anche l’ALMA. Per il settore alimentare l’Italia è il primo partner della Slovenia. Nel 2021 la quota di mercato italiana sull’import sloveno di food & beverage è stata del 17,6 p.c. Quest’anno i dati relativi ai primi 7 mesi indicano una quota del 16,5% sul totale delle importazioni slovene del settore. Oltre a una notevole presenza di prodotti della grande industria alimentare italiana in Slovenia emerge anche un interesse crescente tra i consumatori per alcuni prodotti italiani di nicchia, soprattutto biologici, e per quelli provenienti dalle Regioni del Centro-Sud, meno conosciuti nel Paese rispetto al Nord Est italiano.

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