Legge di Bilancio: un occhio di riguardo anche per le minoranze

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Legge di Bilancio: un occhio di riguardo anche per le minoranze

Nemmeno in un contesto difficile come quello caratterizzato dalla pandemia non manca a Zagabria un occhio di riguardo per le minoranze. Già l’anno scorso, quando il prodotto interno lordo era in caduta libera a causa del lockdown, i finanziamenti a favore delle Comunità nazionali non avevano subito erosioni. Anche quest’anno, all’atto della stesura della Legge di Bilancio, si va nella stessa direzione. Il governo di Andrej Plenković, che si avvale del sostegno anche dei deputati delle minoranze, conferma la sua volontà di sostenere le istituzioni e le associazioni delle etnie, ovvero i loro programmi. I parlamentari delle minoranze, del resto. finora si sono mossi con agilità e compattezza, hanno fatto quadrato sulle questioni che contano e i risultati sono tangibili. Anche se le spese sanitarie volano alle stelle, anche se la Previdenza in sofferenza richiede il forte intervento statale, la cultura e in questo contesto quella minoritaria, riesce a ritagliarsi gli spazi che merita. Nella Finanziaria per il 2022, pertanto, per il sostegno ai programmi per la realizzazione dell’autonomia culturale delle minoranze nazionali sono previsto 47.857.000 kune. Si tratta di 10mila kune in meno rispetto all’anno prima compensate però da un aumento di 13mila kune per l’attività del Consiglio delle etnie, un organismo importante ai fini dell’attuazione dei programma relativi all’autonomia culturale. Se consideriamo poi i fondi per la tutela dei diritti delle Comunità nazionali, ebbene, va ancora meglio. I finanziamenti previsti in quest’ambito sono pari a 132.601764 kune. L’anno prima, in piena emergenza, lo ricordiamo, ci si era fermati a 109.430.822 kune.
Non bisogna dimenticare ovviamente che questi fondi sono nell’insieme ancora insufficienti per fare fronte alle esigenze culturali, di tutela della lingua e dell’identità delle etnie, nonché dello sviluppo delle loro attività. Ma la strada imboccata è sicuramente quella giusta. La scelta dei deputati delle minoranze di essere sulla scena politica nazionale un elemento importante di stabilità, un fattore di equilibrio e responsabilità, viene ripagata. Non è soltanto un fatto meramente finanziario e nemmeno sono in ballo solamente i diritti minoritari in senso stretto. C’è un qualcosa di più. Le Comunità nazionali unite si confermano come una forza, anche politica, che favorisce in tutti i sensi la moderazione, che respinge gli estremi e funge pure da catalizzatore per i buoni rapporti, anche economici, con i Paesi contermini. Inutile dire che un clima di stabilità, di serenità in tutto il Paese, è il modo migliore per favorire lo sviluppo delle etnie e delle loro culture. Come insegna il modello istriano, al quale pure i dirigenti politici a livello nazionale spesso amano richiamarsi, il dialogo e la collaborazione sono la via migliore per favorire non soltanto la tolleranza, ma anche la comprensione e la conoscenza reciproche.

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