Istria. Turismo in ginocchio, i dati non mentono

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Istria. Turismo in ginocchio, i dati non mentono

n effetti, non c’è paragone. Ricordate le cifre (beh, non proprio i numeri in sé) delle trascorse stagioni turistiche? Presenze… pernottamenti… chilometri ai confini… code ai caselli autostradali… insomma, cose così. Il number-tormentone delle vacanze, per concludere che un altro record precedente era stato polverizzato e che si puntava a ben più alte quote. I desideri di quest’anno sono stati ridimensionati. Preso atto che non sarà record, ci si accontenta di vedere realizzata la stagione scorsa in percentuali molto, ma molto più modiche. Potenza del Covid-19, che con la veemenza dei contagi e dei sintomi ha fatto saltare il banco di prova pasquale, che dà la stura alle previsioni solitamente ottimistiche, disdire le prenotazioni a tutto giugno.
Si spera in luglio e agosto
Qualche timida presenza c’è stata, ma per puntare su qualcosa si è guardato a luglio e agosto. Non possono due mesi salvare la stagione. Possono dare un filo d’aria, questo sì, ma per un settore che boccheggia è fin troppo poca cosa. Per un’economia che annaspa e che ha scelleratamente puntato tutto su un settore solo, il dolore è ancora più cocente e l’incertezza porta via il sonno. Sarà un errore dal quale si imparerà qualcosa? Mah, probabilmente no. Ma vediamo comunque, in cifre questo anomalo 2020 turistico, con i numeri anche dell’anno scorso, ma non per una comparazione, perché si dovrebbe partire da premesse uguali e così non è.
Finora 25mila villeggianti
Il totalizzatore della piattaforma e-visitors, a tutto giugno si è fermato a 25.120 turisti, di cui 17.741 esteri e 7.379 nazionali. Come se in sei mesi si fosse mossa una piccola (ma davvero piccola cittadina: niente di più). Per dire, stando ai dati forniti da Internet, Rovigno ha poco più di 14mila abitanti, Parenzo poco meno di 17mila. Pola, con i suoi 57mila abitanti è… fuori paragone.
Per dire della caduta, basti pensare che l’anno scorso, nei primi sei mesi dell’anno, sempre e-visitors aveva raggiunto la cima di 138.501 presenze. Si tratta, lo ricordiamo, di mesi non prettamente vacanzieri. I turisti stranieri erano stati 114.290, quelli nazionali 24.211. Siamo nell’ordine del 18 p.c. delle presenze tendenziali.
Tedeschi e austriaci in vetta
Lacrime anche sui numeri dei pernottamenti: 108.761 quest’anno, 527.788 l’anno scorso (uno striminzito 21 p.c. dunque). Le presenze più massicce (ma è lecito usare, nel caso, questo termine?) sono tedesche e slovene, con rispettivamente 5.849 e 3.769 per quanto riguarda i vacanzieri esteri. Le presenze nazionali sono state 7.379. L’anno scorso il mercato tedesco aveva portato in penisola 22.075 villeggianti, quello sloveno 10.280. I turisti italiani nei primi sei mesi di quest’anno sono stati 1.420, l’anno scorso 10.212. No, non c’è paragone. L’impennata dei contagi un po’ in tutto il pianeta, la necessità di non rischiare, bonus versati da singoli Paesi per fare restare a casa i vacanzieri, confini più o meno chiusi, l’incertezza di quello che sarà in autunno con le economie di tutto il mondo, ipotecano alla grande la stagione. Staremo a vedere.

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