DIARIO DI UN DIPLOMATICO. UN FIUMANO A ROMA La festa per l’adesione della Croazia all’UE

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DIARIO DI UN DIPLOMATICO. UN FIUMANO A ROMA La festa per l’adesione della Croazia all’UE

Ogni Ambasciata, almeno per un giorno all’anno, è al centro dell’attenzione del corpo diplomatico e di tutti quelli che roteano intorno alla vita diplomatica di una capitale. Le personalità in vista, i funzionari dei vari Ministeri, i media, i protagonisti del mondo dello spettacolo e della cultura, vengono invitati per un giorno all’anno in occasione della festa nazionale del singolo Paese, a un ricevimento di gala e a volte anche a un programma culturale. Ebbene, il mio primo ricevimento non poteva cadere in un contesto migliore, quello dell’adesione della Croazia all’UE.
Il primo luglio del 2013 la Croazia era entrata a far parte dell’Unione. E la festa nazionale, a quel tempo, si celebrava il 2 luglio. In verità, allora la solennità cadeva già il 25 giugno, ma sembra che a Roma ci fosse una concentrazione di feste nazionali proprio in giugno, per cui per ragioni pratiche la Croazia celebrava la sua festa proprio il 2 luglio. Non c’è un imbarazzo maggiore, per un Ambasciatore, di dover scegliere tra due o tre feste e ricevimenti che si tengono simultaneamente lo stesso giorno e nello stesso arco di tempo. Generalmente, allora, si va da un ricevimento all’altro, ma quello che conta è essere presenti quando l’anfitrione di turno tiene il suo discorso di saluto.
Il mio esordio da organizzatore di questi avvenimenti non poteva cadere in un momento più propizio. E così fu anche per la pubblicità che l’evento ebbe nei media e per il numero di invitati che si presentarono “all’appello”. Di consuetudine, a Roma bisogna sempre inviare un gran numero di inviti, e poi sperare che almeno un trenta p.c. circa degli invitati accetti d’intervenire, tenendo di conto che la capitale è un grande centro della vita diplomatica. Non ci sono soltanto le Ambasciate presso il Quirinale, ma anche quelle presso la Santa Sede, e quelle presso la FAO, l’Organizzazione mondiale per l’agricoltura, che organizzano eventi.
Il 2 luglio del 2013, proprio perché la Croazia era in procinto di entrare a far parte dell’UE, gli invitati si riversarono in gran numero nel giardino dell’Ambasciata, troppo piccolo per accogliere le circa 500 persone presenti. Sapendo che i fondi per questa circostanza non esistevano – perché il suggerimento del Ministero degli Esteri era di ricorrere agli sponsor – io mi ero mosso in tempo. Gli sponsor più logici che mi erano venuti in mente erano stati la mia città natale, Fiume, nonché la Contea litoraneo-montana, che aveva sviluppato fin dai primi giorni dell’indipendenza della Croazia ottimi rapporti con l’Italia, e in più usufruiva in maniera eccellente dei fondi di preadesione dell’UE.
E così in quell’occasione l’ospite d’onore fu il rappresentante di questa Contea, il presidente dell’Assemblea regionale Erik Fabijanić. E non poteva essere una scelta migliore per presentare il volto europeo della Croazia all’Italia, essendo Fabijanić uno dei personaggi politici più in vista della Comunità italiana in Croazia. Prendendo la parola e salutando i presenti, Fabijanić tenne il discorso nel suo italiano ineccepibile e io mi associai a lui, rompendo cosi la tradizione degli Ambasciatori croati che si ostinavano a tenere i loro discorsi in croato con la traduzione susseguente in italiano, eccezione fatta per l’istriano Drago Kraljević.
“Per il nostro Paese incomincia una nuova era”, disse allora Fabijanić. “Per Fiume e per la Contea litoraneo-montana questo significa anche confermare l’identità specifica di queste regioni dove vive e opera l’importante minoranza italiana che contribuisce alla vita culturale, in una convivenza armonica con i cittadini di altre nazionalità, nella quale tutti i cittadini riconoscono i valori europei. E, tutti insieme, guardano con ottimismo alle prospettive di uno sviluppo economico e sociale più florido e spedito”. Molte furono le reazioni non soltanto positive, ma anche entusiastiche alle parole di Fabijanić, da parte degli ospiti italiani, dai politici alle personalità dello spettacolo, che salutarono questo momento storico non soltanto per la Croazia, ma anche per l’UE che così confermava il suo programma di allargamento verso l’area dell’Europa sudorientale. Per fortuna, lo sponsor questa volta aveva provveduto anche a una decente presentazione della cucina quarnerina, offerta agli ospiti e che aveva visto la partecipazione di due ristoratori famosi della Regione – Nenad Kukurin di Castua e Davor Andrić di Arbe, grazie all’organizzazione dell’Ente regionale del turismo rappresentato dal suo direttore, Irena Peršić-Živadinović. E all’atmosfera gioiosa aveva contributo anche il moderatore della serata con la sua verve già nota in Regione, Mario Lipovšek Battifiacca, assieme alla cantante Katja Budimčić. Era un evento che non si è mai più ripetuto, con la Croazia al centro della vita diplomatica della capitale italiana e l’ottimismo che condividevano tutti gli astanti – di un futuro roseo sia per la Croazia che per l’Europa unita. Una sensazione che aveva pervaso “gli addetti ai lavori”, forse non confermata con la stessa intensità in seguito…

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