INTERVISTA Dussich: Facciamo attuare gli accordi

Panorama sente i candidati al seggio specifico garantito alla CNI al Sabor

0
INTERVISTA Dussich: Facciamo attuare gli accordi
Maurizio Zennaro e Corrado Dussich Fotografia di Goran Žiković

Corrado Dussich, vicesindaco di Buie eletto in quota Cni, ora punta al seggio specifico garantito agli italiani al Sabor. Nome noto ai connazionali, in passato ha già ricoperto ruoli di primo piano nel panorama della nostra Comunità, tra i quali quello di consigliere nell’Assemblea dell’Unione italiana, membro del Consiglio della minoranza nazionale italiana autoctona della Regione istriana e ovviamente attivo nell’ambito della Comunità degli italiani di Buie. Quali sono le motivazioni che lo hanno spinto a mettersi in gioco, quali sono i punti chiave del suo programma elettorale e i principali obiettivi che perseguirà se dovesse vincere alle consultazioni del 17 aprile?

Corrado si presenti ai nostri lettori.
“Sono buiese da molte generazioni e vivo a Buie da sempre. Mia moglie Nevia è italiana di Umago, abbiamo due figlie, Morena e Marina, che come noi hanno frequentato l’asilo, la scuola elementare e media con lingua d’insegnamento italiana. Morena si è laureata alla Facoltà d’italianistica di Pola e ora lavora alla Scuola elementare italiana ‘Edmondo de Amicis’ di Buie, mentre Marina si è laureata in Italia, dove vive e lavora. Sono nonno di quattro nipoti che frequentano le scuole italiane. Io sono laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali all’Università degli studi di Trieste. La mia attività in Comunità inizia a dodici anni, poi ho fatto parte del direttivo per molto tempo, sono stato presidente della giunta e del consiglio. Tutta la mia famiglia ha svolto attività in seno al sodalizio. Sono stato uno sportivo, ora m’interesso di sport, di cultura e moltissimo di politica, in particolar modo croata e italiana, campo in cui sono ben preparato e pronto per le sfide future”.

Cosa l’ha spinta a candidarsi?
“A spingermi a fare questo passo sono stati molti connazionali che ho incontrato come vicesindaco italiano di Buie e come membro del Consiglio regionale della minoranza italiana autoctona dell’Istria. Ma anche i tanti amici che mi sono fatto nella mia carriera lavorativa e nelle attività extralavorative. Tutti questi amici, che ringrazio, mi hanno detto ad alta voce: ‘è ora di cambiare’. E io ho accettato”.

Il suo è un programma elettorale articolato. Ci elenchi le tre priorità assolute…
“Le mie priorità partono dagli atti internazionali, non ultimo l’Accordo italo-croato Dini-Granić, e dalla Costituzione della Repubblica di Croazia. Oggi, anzi da domani, dovremo mettere in pratica questi trattati e queste leggi finora ignorate. Il doppio voto sancito dall’Articolo XV della Costituzione croata, il bilinguismo orale e visivo, la visibilità sociale, l’applicazione delle leggi esistenti nell’uso istituzionale e pubblico, ossia negli enti, nelle aziende. E nel caso la normativa non fosse applicata, bisogna avere il coraggio di pretendere le sanzioni previste. Vogliamo batterci per i finanziamenti che ci servono per i giovani che hanno bisogno di specializzazioni, riqualificazioni e di biblioteche per studenti. Agli anziani desideriamo garantire centri diurni e università della terza età. Non dimentico il finanziamento di Ui, Ci, Consigli per la minoranza italiana e il sostegno ai vicesindaci italiani, che oggi sono figure di facciata e non hanno alcuna autonomia finanziaria e culturale per aiutare le proprie associazioni e i propri Consigli per la minoranza. La spartizione dei mezzi finanziari dovrà essere condivisa tra tutti quelli che ne beneficeranno. Intendo adoperarmi per la riapertura delle Redazioni italiane di Radio Pola e di Radio Fiume, nonché per la nostra presenza sulla tv pubblica croata, che oggi si limita ai pochi minuti concessi nell’ambito della trasmissione Prisma, mentre in Slovenia è di sei ore la settimana”.

All’ingresso nel capoluogo quarnerino e sul palazzo municipale deve starci la targa Rijeka-Fiume?
“La targa Rijeka-Fiume è segno di rispetto e civiltà e dovrebbe essere l’inizio di percorso più ampio, con il bilinguismo che dobbiamo migliorare molto dove siamo presenti da secoli”.

L’Edit, il Dramma Italiano e il Crs vanno valorizzati di più?
“L’Edit, il Dramma e il Crs vanno valorizzati e devono essere del tutto indipendenti nella loro gestione, con dei mezzi assicurati direttamente dallo Stato, dalle Regioni e con un contributo aggiuntivo attinto dai mezzi devoluti dallo Stato alla Cni. Allo stesso modo si devono valorizzare i Consigli regionali della Cni”.

Quale deve essere il ruolo delle scuole?
“Le scuole devono creare i nostri quadri futuri, allargare l’italianità e la lingua sul territorio dove sono presenti i connazionali. Un grande problema è la pariteticità nello studio scolastico delle due lingue italiana e croata, nelle rispettive scuole. In quelle croate lo studio dell’italiano non deve essere facoltativo. Gli esami di maturità nelle scuole medie superiori italiane devono essere come quelli nelle corrispettive scuole croate. I nostri ragazzi non devono sostenere un esame in più, quello d’italiano deve essere inserito al posto di un altro. Gli insegnanti devono garantire una perfetta conoscenza della lingua italiana, mi riferisco ai docenti non di madre lingua italiana. C’è poi la questione del riconoscimento dei titoli di studio. È imperativo lavorare a un accordo bilaterale italo-croato, come si sta facendo in Slovenia”.

Se il voto dei candidati eletti nella XII circoscrizione elettorale dovesse risultare essenziale per la formazione del futuro governo quali sono le condizioni che porrà ai potenziali mandatari per garantire loro il suo sostegno?
“Non ho preclusioni ideologiche. Un governo che si rispetti ci permetterà di realizzare quanto sopra in tempi brevi, entro i primi due anni, queste sono le condizioni principali. Sono per il dialogo con tutti i partiti e le altre minoranze nazionali. Vale anche per la formazione dei gruppi parlamentari che ci permetteranno di proporre le leggi, di esprimere pareri al presidente della Repubblica per la convocazione straordinaria del Sabor e per l’eventuale partnership con qualche partito o con le altre minoranze al fine di ottenere maggiore visibilità e contrattualità politica”.
In Croazia prevale l’opinione che i parlamentari delle etnie devono essere necessariamente schierati con la maggioranza al potere. Condivide questo parere?
“In linea di massima è condivisibile. Non lo è sicuramente se non ci sono risposte positive alle nostre richieste, se rimangono solo sulla carta e non sono messe in pratica”.
La Cni sta vivendo una delle fasi più delicate degli ultimi tre decenni. Qualcuno teme che sia in forse l’unitarietà. Quale è la sua opinione in merito?
“Per prima cosa l’unitarietà non è un problema e non è messa in discussione, perché non ci sono problemi insuperabili, credo ci siano incomprensioni risolvibili con il dialogo. Dobbiamo rispettare le leggi dei vari Stati e adeguare gli statuti delle nostre associazioni. Una maggiore collaborazione tra tutti gli italiani in tutte le nostre organizzazioni, ossia Unione italiana, Consigli per la minoranza italiana in Croazia e Comunità autogestite della nazionalità italiana in Slovenia, al di qua e di là dal confine, ci renderà più forti che mai”.

Com’è nato il sodalizio con Maurizio Zennaro?
“Come tutti i sodalizi, il nostro nasce dallo stesso modo di pensare e di vedere la nostra realtà, e per il rammarico per le tante promesse che abbiamo sentito farci e non sono state realizzate. L’essere italiani da sempre, dal rispetto reciproco, dalla sincerità nelle nostre azioni, la tolleranza, l’onestà, la condivisione delle responsabilità, la dignità e tutti quei valori che ogni cittadino deve rispettare. Noi saremo al servizio dei connazionali, non vivremo nella torre d’avorio del Sabor”.

Sia lei che il suo sostituto siete istriani. Quanto conoscete le sfide che sono chiamati ad affrontare i connazionali nella Regione litoraneo-montana, in Dalmazia, a Zagabria, in Slavonia occidentale e in Moslavina?
“Le situazioni fuori dall’Istria, Fiume e della Regione litoraneo-montana, mi è ben conosciuta. Se sarò eletto la studierò ancora più a fondo. Per quanto riguarda le Comunità, ovvero i connazionali delle isole, della Dalmazia, di Zagabria della Slavonia occidentale e della Moslavina, saranno le prime comunità che visiterò nei primi 100 giorni, questo è un dovere morale verso i connazionali, che mi dispiacere non aver potuto incontrare durante la campagna elettorale e per questo mi scuso”.

Maurizio Zennaro: «Ci suddivideremo il mandato»

Per Maurizio Zennaro, che fino al 2013 non si era impegnato attivamente in politica, questa è la terza partecipazione alle elezioni parlamentari. A differenza del 2015 e del 2016, non lo farà da candidato bensì nella veste di sostituto di Corrado Dussich. Zennaro, già direttore della Scuola elementare italiana di Cittanova e membro del Consiglio municipale di Parenzo, in passato ha fatto parte del Consiglio della minoranza nazionale italiana autoctona della Regione istriana.

Come nasce la sua partnership con Corrado Dussich?
“Nasce dal profondo rispetto e dalla sincera amicizia maturati nel corso degli anni della nostra conoscenza. Condividiamo moltissime posizioni politiche, di carattere locale, nazionale, nonché globale, ma soprattutto siamo unanimi nel pensare e nel dire che dopo 33 anni di mono-individualità parlamentare è ora di cambiare”.

Come mai, dopo due candidature, ora partecipa nel ruolo di sostituto?
“Perché sono convinto che Corrado possa fare la differenza, forte del sostegno dei connazionali di Buie. Ricorderò che alle amministrative del 2021, pur essendo l’unico candidato in corsa per il ruolo di vicesindaco ha immagazzinato ben 475 voti, mentre il deputato uscente, alle parlamentari nel 2020, dunque a livello nazionale, pure lui candidato unico, ha ottenuto 890 voti. Non è di meno il mio esito elettorale nel 2016, quando, come controcandidato del deputato uscente, avevo ottenuto la preferenza di 676 connazionali, ossia del 27,92 per cento dei votanti. Pertanto, il connubio politico tra me e Corrado può trasformarsi in sodalizio vincente. Per correttezza verso i nostri elettori e connazionali, va aggiunto che, in comune accordo con Corrado, in caso di vittoria elettorale, il mandato verrà suddiviso in due parti, ossia due anni spettano a Corrado e due anni a me”.

Quali sono gli obiettivi che si è posto?
“Ovviamente, il primo è la vittoria alle elezioni del 17 aprile. I successivi obiettivi sono esposti e presentati nel nostro programma elettorale. Mi soffermo sul primo punto, ossia raggiungere il diritto al doppio voto. L’articolo 15 della Costituzione croata è ben chiaro e da anni si parla del doppio voto, ma questo traguardo non è stato raggiunto. Il doppio voto è di importanza essenziale per noi italiani in Croazia. Nelle elezioni parlamentari del 2020 il numero dei nostri connazionali che hanno scelto il voto ‘etnico’ è sceso al minimo storico, ossia a 890 votanti a fronte di 13.763 italiani in Croazia. Serve aggiungere altro?”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display