Indice di mortalità: Fiume e Istria, comportamento ineccepibile

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Indice di mortalità: Fiume e Istria, comportamento ineccepibile

Nella lotta al coronavirus un segmento fondamentale è rappresentato dai numeri. Cifre che permettono a epidemiologi e virologi di avere il quadro della situazione nell’area in cui vivono. In base a questa Istria e Regione litoraneo-montana possono andar fiere del lavoro fin qui svolto: bravi gli esperti e le 
autorità preposte all’attuazione dei protocolli previsti e delle misure di contenimento dell’epidemia, ma anche bravi i cittadini delle due Regioni che hanno inteso subito la serietà dell’emergenza e si sono adeguati (con qualche rara eccezione) a una situazione nuova e insolita per tutti. Il premio arriva dalle cifre dell’indice di mortalità ogni 100mila abitanti. Tra le due Regioni chi fa meglio è l’area litoraneo-montana con 0,35 casi ogni 100mila persone, mentre l’Istria si attesta a 1,0 ogni 100mila residenti, un risultato straordinario vista la vicinanza non solo geografica dell’Italia, ma prendendo in considerazione anche il numero di lavoratori transfrontalieri e il flusso di persone dovuto a motivi turistici, di parentela e d’affari. In entrambi i casi sono numeri ben al di sotto della media nazionale che risulta essere di 1,9 decessi ogni 100mila abitanti. Il risultato peggiore si registra in Dalmazia con 6,2 vittime ogni 100mila abitanti, dato su cui incide l’alto numero di vittime in una delle case di riposo per anziani a Spalato.

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