In attesa della mossa di Paolo Demarin

All’indomani della sessione di Albona, il presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana ha convocato i mass media: si rivolgerà ai giornalisti dopo il ponte pasquale

0
In attesa della mossa di Paolo Demarin
Foto Goran Žiković

All’indomani di una seduta sofferta, a tratti concitata, che ha preso una rotta diversa da quella auspicata senza incassare il sostegno richiesto per intavolare con tutte le parti coinvolte un dialogo risolutivo sul “caso” Unione Italiana di Capodistria, il presidente Paolo Demarin ha annunciato che si rivolgerà ai giornalisti dopo il ponte di Pasqua, durante una conferenza stampa convocata nella mattinata di mercoledì 3 aprile, presso la Comunità degli Italiani di Pola, con inizio alle ore 11, come riportato nell’invito trasmesso ai mass media dai Servizi amministrativi dell’Unione Italiana di Fiume. Si tornerà a parlare della situazione che si è venuta a creare dopo la riunione della Consulta dell’UI di Capodistria, che il 9 gennaio 2024, richiamandosi al proprio Statuto, ha nominato un nuovo coordinatore, scegliendo Astrid Del Ben e di fatto esautorando Maurizio Tremul, investito di tale ruolo ai sensi del Regolamento di procedura dell’Assemblea dell’UI di Fiume, in quanto presidente dell’associazione. “Io le mie responsabilità me le prendo, però credo che nessun altro se la prenderà con me –. Se serve un capro espiatorio, eccomi qua, perché io non perdo niente, qualcun altro potrebbe perdere molto”, si è sfogato Demarin, anticipando che in seguito avrebbe fornito un’informazione sui prossimi passi che avrebbe intrapreso.

Bilancio consuntivo

Mercoledì scorso ad Albona i consiglieri dell’UI sono tornati a discutere della questione, ma senza assumere alcuna decisione. Chiuso il punto, Demarin si è limitato a dichiarare che “finché quest’Assemblea non deciderà diversamente”, lui si atterrà all’articolo 9 del Regolamento di procedura “che assegna a uno dei presidenti UI con residenza in Slovenia il ruolo di coordinatore della Consulta capodistriana”. L’approvazione del Bilancio consuntivo dell’UI di Capodistria, presentato dalla nuova coordinatrice – che era in sala ma che, nonostante avesse alzato la mano per chiedere la parola, non le è stato concesso di intervenire – e votato dalla maggioranza dei consiglieri (ma non da quelli della Consulta), all’ordine del giorno al punto successivo alle affermazioni di Demarin, dimostra quanto la faccenda rischi di assumere contorni quasi paradossali, perché alla luce delle sue parole, per coerenza, l’Assemblea non avrebbe nemmeno dovuto esaminare il documento.

Palazzo Gravisi Buttorai

A proposito di quest’ultimo, il presidente della Giunta esecutiva, Marin Corva, ha evidenziato l’incremento dello stato patrimoniale, poiché sono stati registrati tutti gli investimenti fatti su Palazzo Gravisi Buttorai. Tornando ai dubbi, in definitiva, secondo Corva bisogna essere operativi, funzionare alla luce della delibera emanata dall’unità amministrativa di Capodistria. “Quest’Assemblea è sovrana, ma non prendete decisioni inattuabili”, ha rilevato Corva. “Le leggi vanno rispettate”, ha aggiunto. Dunque, nonostante le discutibili modalità di nomina, Corva riconosce il nuovo coordinatore quale legale rappresentante dell’UI capodistriana. Ancora una volta, ha sottolineato l’ineseguibilità dell’articolo 9 del Regolamento, giacché, ad esempio, dalle indicazioni ottenute dalle autorità slovene emerge che il capo dell’Esecutivo non potrebbe registrarsi come coordinatore aggiunto, come stabilisce un passaggio dello stesso atto, in quanto non ha la residenza in Slovenia.

All’Assemblea riunita il 20 novembre 2023 a Verteneglio, dodici consiglieri (Gianfranco Kozlovič, Daniela Ipsa, Gianfranco Stancich, Dyego Tuljak, Jan Pulin, Marco Orlando, Alex Zigante, Gianclaudio Pellizzer, Sandro Vrancich, Glauco Bevilacqua, Gaetano Benčić e Robi Štule) avevano chiesto di abrogare l’automatismo di assegnazione del ruolo di coordinatore e coordinatore aggiunto dell’Unione ai presidenti dell’associazione, ma tale iniziativa era stata bocciata. Nel teatrino albonese, il consigliere Giancluadio Pellizzer (Rovigno) avrebbe voluto rimettere ai voti quest’opzione, ma non è stato preso in considerazione dalla presidenza dell’Assemblea.

È rimasta senza risposta la domanda del consigliere Robi Štule (Isola, CI Pasquale Besenghi degli Ughi): chi sono gli otto membri della Consulta di Capodistria previsti dallo Statuto e iscritti all’AJPES, l’Agenzia della Repubblica di Slovenia per i registri pubblici e i servizi connessi, mentre “so che in Assemblea sono dieci”. Per Štule, “ci stiamo perdendo in un bicchiere d’acqua”, invece di accettare che oltre al presidente dell’UI, a quello della Giunta e quello dell’Assemblea esiste ora anche il coordinatore dell’UI di Capodistria, riconducendo la vicenda a un aspetto di “legalità” (“Abbiamo agito così perché era l’unico modo per farlo”, ha spiegato) e non di natura politica. Per il fiumano Enea Dessardo la forma cui si sono richiamati i membri della Consulta poteva essere soddisfatta votando il coordinatore in sede di Assemblea, l’altra sera ad Albona.

Elezioni suppletive

Movimentata anche la parte riservata alle interrogazioni, interpellanze e mozioni, con risposte che saranno inoltrate ai consiglieri in forma scritta. Mauro Graziani di Fiume ha posto l’attenzione sui seggi rimasti vacanti, aspettandosi dal presidente dell’UI la convocazione delle elezioni suppletive. Krsto Babić di Abbazia si è focalizzato sui progetti europei: l’UI che ha partecipato finora con successo al programma Interreg Italia-Slovenia, intende aderire anche a quello Croazia-Slovenia e Croazia-Italia, ossia esistono progetti in questo ambito?

Sostegno agli anziani

Delle due mozioni formulate dal consigliere Pellizzer, la prima ha riguardato l’istituzione di un fondo a sostegno degli anziani connazionali più bisognosi e la seconda l’elaborazione di uno studio di fattibilità relativo alla creazione una casa di riposo per i pensionati di nazionalità italiana. Con altrettante interpellanze, Pellizzer ha mirato ad alcune scelte del deputato della Comunità Nazionale Italiana al Sabor, Furio Radin, rispettivamente all’atteggiamento assunto dalla leadership dell’UI (presidente, presidente della Giunta e presidente dell’Assemblea) nei confronti della sua ricandidatura, alle prossime parlamentari in Croazia, al seggio specifico garantito alla CNI (per il consigliere rovignese, Radin dovrebbe rinunciare “di sua spontanea volontà”, come ha fatto Roberto Battelli in Slovenia, in modo da avere, dopo trent’anni, “il necessario ricambio generazionale”), nonché alla costituzione dell’associazione intergenerazionale “Viva noi”, che a suo avviso, “indebolisce” l’UI e le Comunità degli Italiani, verso le quali andrebbero convogliate tutte le energie e le risorse esistenti.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display