Zara, presto una nuova veste più bella per la riva

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Zara, presto una nuova veste più bella per la riva
Sono riaffiorate tre stanze di Casa Perlini. Foto: Sime Zelic/PIXSELL

La riva di Zara avrà tra breve una nuova veste. Finora sono stati rifatti il muro costiero e la pavimentazione. Ora non resta che effettuare gli interventi riguardanti la passeggiata, le piste ciclabili e le aree verdi. I lavori dovrebbero essere portati a termine entro metà maggio. Prima delle festività pasquali, invece, dovrebbero concludersi gli interventi nella parte occidentale della riva affinché gli abitanti di Zara e i turisti possano godersi la più bella oasi verde ad un passo dal mare. Lo ha fatto sapere Darko Kasap, assessore all’edilizia e all’assetto territoriale della Città di Zara. È il tratto, tanto per intenderci, compreso tra l’Organo marino e il Saluto al Sole, due spettacolari installazioni urbane. La prima è facilmente riconoscibile grazie alla sua forma particolare realizzata con scalini di pietra che degradano a mare e 35 canne d’organo di diversa lunghezza, diametro ed inclinazione che riproducono suoni di 7 accordi e di 5 tonalità. Accanto all’Organo marino, sulla cima della penisola zaratina, splende anche il Saluto al sole composto di 300 panelli di vetro a strati posti allo stesso livello della lastricatura di sasso della riva in forma del cerchio con diametro di 22 metri. Il valore dei lavori ammonta a un milione e 100mila euro, con il 50 per cento arrivato da fondi europei. Gli interventi fin qui eseguiti sono proceduti secondo i tempi prestabiliti ma ora potrebbero subire un rallentamento viste le importanti scoperte archeologiche fatte in detta zona.

Il nuovo look della riva zaratina. Foto: Sime Zelic/PIXSELL

“Sono stati ritrovati piccoli manufatti, reperti in vetro e ceramica risalenti al periodo compreso tra il 1880 e la fine del XIX secolo. Ma va rilevato soprattutto il fatto che sia stato scoperto un sigillo della famiglia Luxardo ovvero un candelabro”, ha reso noto Berislav Štefanac, consulente museale presso il Museo del vetro antico di Zara. “Si tratta di un candelabro in metallo realizzato alla fine del XIX secolo. È ancora ricoperto di terra, che non rimuoveremo per non danneggiare le sue decorazioni”, ha spiegato Štefanac facendo sapere che la scoperta è stata fatta durante gli scavi nell’area dove un tempo sorgeva Casa Trigari (nell’ex Piazza delle Erbe) che ospitava un ufficio postale, costruito intorno al 1875. Gli archeologi zaratini hanno riportato alla luce anche diversi locali sotterranei. Nonostante lo strato di terra che lo ricopre, sul candelabro si possono notare motivi ornamentali di stile Guilloché”, ha spiegato il consulente museale, il quale ha fatto sapere altresì che durante i lavori sono stati scoperti ancora i resti delle Case Trigari, Perlini e Borelli nonché piccoli reperti archeologici.

I resti di Casa Perlini costruita nel 1877. Foto: Sime Zelic/PIXSELL

“Ci siamo trovati davanti diverse mura di Casa Perlini, ossia tre stanze che fungevano probabilmente da impianto di accumulazione di acqua potabile, risalente all’inizio del XX secolo, che erano coperte con una volta in mattoni e abbiamo notato pure una fontana”, ha dichiarato Štefanac che non ha nascosto la soddisfazione per aver scoperto pure i resti di Palazzo Borelli che un tempo sorgeva sul sito dell’attuale Rettorato. Venne costruita tra il 1888 e il 1890. Alfonso Borelli fece edificare nel 1901 l’hotel Bristol e un edificio plurifamiliare. “Quanto ritrovato in questi giorni ci offre un’eccezionale opportunità per ulteriori ricerche sulla vita e sull’architettura della Zara di una volta”, ha detto il consulente museale.

Berislav Štefanac mostra il candelabro. Foto: Sime Zelic/PIXSELL

Che ne sarà di questi interessanti resti ritrovati una volta terminati i lavori? “Non è necessario che i reperti siano visibili. È importante posizionare sul lungomare pannelli educativi in modo da trasformarlo in un “sentiero didattico” dedicato agli edifici che un tempo sorgevano in questa zona. Basterà mettere sui pannelli le loro piante tratte dagli archivi, le immagini delle cartoline e parti di questi resti archeologici affinché i nostri cittadini possano conoscere e vedere un pezzo di storia, precisamente il XIX secolo che fu il periodo fiorente di Zara”, ha dichiarato Štefanac.

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