Il Sigillo Trecentesco del Comune di Trieste all’Ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri

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Il Sigillo Trecentesco del Comune di Trieste all’Ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri

Personalità della vita politica, sociale e diplomatica cittadina – tra le quali la marchesa Etta
Carignani, la console di Serbia Ivana Stojiljković, il senatore Roberto Antonione – sono intervenute oggi nel Salotto Azzurro del Municipio per la cerimonia di conferimento del Sigillo Trecentesco della Città di Trieste all’Ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri, Segretario Generale dell’InCE (l’Iniziativa Centro Europea, con sede a Trieste) fino al dicembre 2018, a compimento di una lunga e brillante carriera. A consegnare il riconoscimento, uno fra i più elevati e simbolici del nostro Comune, è stato lo stesso Sindaco Roberto Dipiazza che ha “omaggiato” l’Ambasciatore Caracciolo definendolo “una persona che ha rappresentato molto bene il nostro Paese e che molto ha fatto per la nostra Città e per l’Italia”. Il Sindaco ha poi voluto dare lettura dell’intero e molto nutrito “curriculum” del “premiato”, sottolineandone i principali e più significativi “passaggi” – da quelli iniziali e “giovanili” come Segretario all’Ambasciata d’Italia ad Addis Abeba alle successive funzioni di Consigliere d’Ambasciata a Washington negli anni dell’Amministrazione Reagan, all’incarico al Quirinale come Consigliere Diplomatico del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga e poi, nei primi anni 2000, quale Ambasciatore effettivo a Belgrado e ancora, dal 2006, Rappresentante Permanente dell’Italia a Ginevra presso l’ONU, e dal 2009 a fine 2012 Ambasciatore a Parigi – per, infine, rimarcarne in particolare il “momento” che ci ha riguardato più da vicino, ovvero l’”incontro” di Caracciolo con Trieste, con la sua nomina, nel gennaio 2013, appena lasciata Parigi, ai vertici dell’InCe, dove rimarrà fino al dicembre 2018, in qualità di Segretario Generale dell’organizzazione fondata nel 1989 e a tutt’oggi il più esteso “forum” di cooperazione regionale internazionale in questa parte d’Europa (dall’Italia alla Bielorussia e all’Ucraina). E’ stata la “lettura” di una carriera, e in sostanza di un’intera vita, integralmente impiegate al servizio del Paese, e in quest’ultima parte, in special modo a beneficio e a maggior lustro della Città di Trieste; e perciò vivamente applaudita da tutti i presenti.
Ricevuto il Sigillo, l’Ambasciatore Caracciolo ha ringraziato il Sindaco e, lui tramite,
“questa Città che – e lo dico da napoletano – ho trovato meravigliosa. Ed è questo – ha aggiunto Caracciolo, con riferimento al Sigillo Trecentesco – uno dei riconoscimenti forse tra i più significativi e commoventi che ho mai ricevuto”. Dicendo ciò il diplomatico si è anche brevemente riferito alla storia di Trieste, al suo passato, al legame con l’Italia, al fatto che lo stesso Sigillo Trecentesco sia stato istituito dal Comune proprio nel 1954, l’anno del ritorno della città all’Italia. Concetti e sentimenti personali profondi che lo stesso Ambasciatore Caracciolo ha quindi espresso in una frase sul tradizionale Libro d’Oro degli ospiti illustri del Municipio: “Grazie Trieste! Straordinaria capitale di cultura, di affetti, di tradizione.”
“Trieste – aveva detto poco prima della firma – mia ultima sede di lavoro, città per la quale
credo di aver in qualche modo contribuito, con l’attività pur talvolta un po’ “nascosta” e non tanto nota dell’InCE, ai suoi attuali positivi sviluppi e alla crescita in atto, anche del suo ruolo a livello internazionale”.
Caracciolo non ha mancato di rivolgere un pensiero e un plauso al nuovo Segretario
Generale, “all’amico Roberto Antonione, la cui nomina quale mio successore al vertice dell’InCE considero come uno dei miei ultimi importanti successi ottenuti.”

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