Fiume. Storico vessillo: «Un atto doveroso»

Il Consiglio cittadino è pronto ad approvare lo storico tricolore come bandiera solenne. «Recuperiamo l'identità fiumana», sottolineano Irene Mestrovich e Lucio Slama che hanno appoggiato la proposta durante le consultazioni pubbliche

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Fiume. Storico vessillo: «Un atto doveroso»

Torto storico, ingiustizia, sopruso. Indipendentemente da come uno voglia chiamare il suo accantonamento, il tricolore fiumano rimane un simbolo, oltre che una parte integrante dell’identità di Fiume. E non a caso la questione della sua reintroduzione verrà nuovamente discussa mercoledì 27 maggio, nel corso della prossima seduta del Consiglio cittadino. Non come vessillo ufficiale, bensì solenne, da mettere in bella mostra accanto a quella formale in determinate occasioni. Stavolta, dunque, si vuole andare per gradi. Più che comprensibile alla luce di tutte le porte sbattute in faccia dal Ministero dell’Amministrazione, che si è sempre dimostrato riluttante all’idea. Ad ogni modo, non ci sono dubbi sul fatto che prima o poi si tornerà nuovamente alla carica per fare dello storico tricolore la bandiera ufficiale, ma per il momento è meglio compiere un passo alla volta.
La proposta
Nei materiali della proposta avanzata dal Club della Lista per Fiume e firmata dal presidente Zvonimir Peranić, viene innanzitutto narrata la lunga e travagliata storia del vessillo, dalla prima comparsa nel corso delle ondate rivoluzionarie che sconquassarono l’Europa nel 1848/49, all’approvazione ufficiale da parte dell’amministrazione ungherese avvenuta il 18 novembre 1870, passando per la sua scomparsa in seguito all’entrata in città dei partigiani alla fine della Seconda guerra mondiale, fino a ripercorrere i vani tentativi di ripristino che vanno avanti ormai da 30 anni.
Scorrendo avanti la documentazione, vengono anche illustrati i luoghi e le occasioni nelle quali la bandiera verrebbe esposta. Così, si propone di esibirla in maniera permanente sul palo posto al centro di piazza della Risoluzione fiumana, sul Palazzo municipale e nell’ufficio del sindaco. Per quanto riguarda invece le ricorrenze, viene proposto di esporla durante le festività nazionali e nelle giornate solenni celebrate dalla Città. In questi casi spetterebbe al sindaco indicare in quali luoghi.
Identità strappata

Irene Mestrovich. Foto Goran Zikovic

Intanto, dall’11 febbraio all’11 marzo si è tenuta una tornata di consultazioni pubbliche relative alla bozza, alle quali sono pervenute una decina di proposte di modifica, idee e suggerimenti. Tra questi, a esprimere il proprio sostegno è stato anche il Consiglio cittadino della minoranza italiana.
“Ci siamo sentiti in dovere di appoggiarla perché si tratta di una proposta che riconosce la storia di Fiume, che ha diverse sfaccettature e non solo una di un unico colore – evidenzia la presidente dell’organismo minoritario, Irene Mestrovich –. Tutto ciò che appartiene al passato storico di Fiume, e che ora sta per essere recuperato e riconosciuto, è molto importante perché dà un’identità alla città. Un’identità che le era stata strappata più volte nel corso della storia dai vari regimi che si sono succeduti, da quello fascista prima a quello jugoslavo poi. Ripeto, l’identità di Fiume non è una, bensì plurima, per cui è chiaro che il nostro Consiglio si sia espresso a favore di questo recupero storico”.
Prima l’aquila e ora la bandiera

Lucio Slama. Foto Ivor Hreljanovic

Chi da anni è impegnato nella lotta al ripristino dello storico tricolore è il nostro connazionale Lucio Slama, membro attivo della Lista per Fiume. Anch’egli si è infatti unito al dibattito pubblico dicendosi favorevole alla proposta, sottolineando però la necessità di andare fino in fondo, e cioè di non limitarsi soltanto a una cosa simbolica, ma di farne in futuro la bandiera ufficiale.
“Finalmente qualcuno ha compreso l’importanza di riprendere l’identità fiumana, della quale tutti noi andiamo fieri – osserva l’attore del Dramma Italiano –. Sono ormai diversi anni che si sta cercando di ripristinare il tricolore come bandiera ufficiale. Purtroppo il governo croato continua a bocciarla sostenendo che le bandiere cittadine per legge non possano avere tre colori. D’altro canto però, sappiamo benissimo che in tutta la Croazia ci sono diversi paesi e piccoli comuni che utilizzano bandiere tricolori. In passato siamo già riusciti a riportare l’antico stemma leopoldino con l’aquila bicipite al centro dello stemma cittadino, in seguito l’aquila bicipite è tornata sulla sommità della Torre civica e ora mi auguro vivamente che sia la volta buona per fare altrettanto con la bandiera, prima solenne e poi un giorno finalmente ufficiale”.

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