Fiume. «Siate libere», il grido si leva dalla marcia notturna

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Fiume. «Siate libere», il grido si leva dalla marcia notturna

In occasione della Festa internazionale della donna ha avuto luogo la settima marcia notturna pacifica dal motto “Siate libere!”, organizzata dall’iniziativa Cittadine e cittadini di Fiume (Građanke i građani Rijeke) in collaborazione con il Centro culturale studentesco e con le associazioni LORI, PaRiter e SOS Rijeka. La stessa, che ha visto la partecipazione di un significativo numero di femministe e dei loro sostenitori nella battaglia per i diritti delle donne, è partita alle 18 dal piazzale di fronte all’albergo Continental ed è proseguita fino a piazza Adria, dove si è svolto il programma inerente alla loro protesta contro la disparità di genere nei vari campi.

A detta degli organizzatori, con la marcia si è voluto chiaramente comunicare la profonda insoddisfazione per la situazione relativa ai diritti delle donne in Croazia e rilevare che la disuguaglianza di genere, nonostante le differenze, i ruoli e le posizioni più o meno evidenti, continua a persistere nella nostra società. Si manifesta attraverso gli squilibri di genere in merito alla distribuzione del potere, delle ineguali condizioni di lavoro e dell’elevato sovraccarico a cui le donne sono sottoposte nelle sfere familiari ed emotive per mezzo di norme, valori e aspettative. In tale contesto, le responsabili hanno rimarcato che si sta dimostrando a rischio anche l’atteggiamento delle donne nei confronti del loro corpo e della sessualità, nonché quale esempio concreto hanno riportato la recente vicenda inerente alla cancellazione della parte esterna dell’organo genitale femminile dai libri di testo.

Un altro punto sui cui riflettere e lavorare, hanno specificato, riguarda la disparità percepibile anche in seno alle politiche pubbliche, troppo spesso disattente in merito alla tematica. In tale senso, gli esempi più radicali derivano dall’ambito della (non)protezione della vita delle donne e dell’accesso alla salute, ma anche da quello dell’assistenza sociale. Per assurdo, nel momento in cui si ritrovano a essere vittime di casi di violenza e si rivolgono allo Stato per ricevere sostegno, solitamente lo stesso protegge gli aggressori e gli uomini che ricoprono posizioni di potere affermano che la questione del maltrattamento domestico è privata.

Tra l’altro, gli organizzatori hanno voluto specificare che la marcia era anche tesa a dar voce al ricordo di tutte quelle donne che nel passato decisero di non accettare lo status quo, che lottarono per lavorare otto ore e riposare altrettante, che sostennero la parità di retribuzione per lo stesso lavoro, che fondarono le case sicure e durante le guerre salvarono le vittime di stupro e di altre forme di violenza. Non meno importante, hanno ancora ribadito, ricordare le figure femminili che lottarono contro il fascismo e quelle che s’impegnarono nell’educazione delle altre donne sulla consapevolezza del proprio corpo e della propria sessualità. Infine, tra gli svariati messaggi di protesta lanciati nel corso dell’iniziativa, si sono riscontrati anche quelli riguardanti le donne rese invisibili, messe a tacere e ignorate, le quali continuano in silenzio a combattere una battaglia quotidiana contro il patriarcato, come pure quelle non consapevoli dell’importanza del femminismo, convinte della sua non necessarietà.

Ricorderemo che l’azione è stata sostenuta dalla Fondazione SOLIDARNA tramite il Fondo per le Donne nell’ambito del Programma di sviluppo della società civile.

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