Facoltà di Geodesia: è stata commessa una frode oppure no?

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Facoltà di Geodesia: è stata commessa una frode oppure no?
Foto: Sanjin Strukic/PIXSELL

La procuratrice capo europea Laura Kovesi ha dichiarato ieri che la giurisdizione della Procura europea (EPPO) non è decisa dal Governo, dal Parlamento, dai politici o dagli uomini d’affari, ma dalla magistratura. In un’intervista a N1, Laura Kovesi, commentando l’affermazione del primo ministro Andrej Plenković secondo cui l’indagine sui presunti abusi finanziari alla Facoltà di Geodesia non è di competenza dell’EPPO, ha affermato che “i pubblici ministeri comunitari valutano molto bene la loro competenza, rispettano il Regolamento e le norme in materia di competenza della Procura europea”. Se qualcuno ha dubbi sull’interpretazione del Regolamento, “la Corte dell’Unione europea si trova a Lussemburgo e chiunque può contattarla”. Secondo Laura Kovesi, “la vera domanda relativa al caso della Facoltà di Geodesia è: è stata commessa una frode oppure no? L’EPPO sta cercando di indagare sul caso e determinare se è effettivamente così. Penso che i cittadini croati vorrebbero sapere se è stata commessa una frode, se qualcuno ha rubato dei soldi oppure no”. Alla domanda se considera le posizioni del Governo una forma di pressione,procuratrice capo europea ha risposto che si vuole “creare una cortina di fumo”, secondo il principio: “Cari cittadini, non importa se c’è stata una frode, la questione è chi comanda”.

Il procuratore europeo in Croazia, Tamara Laptoš, ha affermato pure che l’EPPO è assolutamente competente per gestire il caso della Facoltà di Geodesia. Il Regolamento della Procura europea è chiaro: quando esiste un reato che lede gli interessi finanziari dell’UE, indipendentemente dal fatto che il danno si sia verificato o avrebbe potuto verificarsi, l’EPPO è competente. È anche responsabile di eventuali atti criminali inseparabilmente collegati al caso in questione, ha detto Tamara Laptoš a N1. Ha fatto riferimento anche alle modifiche del Codice penale sulle fughe di notizie sulle indagini, ovvero alla cosiddetta “Lex AP”, sostenendo che tali modifiche non tutelino in alcun modo meglio la procedura durante l’inchiesta.

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