Unione Italiana: bocciato il nuovo Statuto

La proposta ha ottenuto 24 sì: erano necessari i voti di almeno 36 consiglieri. Domani il presidente Maurizio Tremul dovrebbe indire le prossime elezioni

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Unione Italiana: bocciato il nuovo Statuto

Domani 19 maggio il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, dovrebbe indire le elezioni per il rinnovo dei massimi rappresentanti legali dell’associazione – ossia il presidente e il presidente della Giunta esecutiva, che vengono scelti con suffragio universale e diretto – e dell’Assemblea per il mandato 2022 – 2026. La delibera preciserà anche la data delle prossime consultazioni, come tutto il rimanente scadenzario elettorale.
«Tanto rumore per nulla»
Dunque, tutto rimane come prima. Una settimana fa, facendo dei pronostici tra colleghi giornalisti, era scaturito come possibile titolo “Tanto rumore per nulla”. E così è stato, o quasi. Niente da fare, niente di concreto, nemmeno alla terza chance, per quel cambiamento che si era rivelato difficile, se non quasi impossibile, fin dalle prime battute dello scambio di opinioni sulla bozza proposta in aula: si va avanti con il “vecchio” Statuto. Sempre al Centro per le manifestazioni e la cultura di Cittanova, dove sono ripresi i lavori della diciannovesima seduta dell’Assemblea dell’Unione Italiana – aperta lo scorso 5 maggio, interrotta, poi continuata la settimana scorsa e nuovamente aggiornata –, su 40 consiglieri presenti in sala hanno appoggiato il nuovo documento in 24, mentre 15 lo hanno bocciato e uno si è astenuto.


In apertura della seduta, il presidente del Comitato per lo Statuto e il Regolamento, Mauro Jurman (Umago), è intervenuto sia per ringraziare ed elogiare pubblicamente i consiglieri e colleghi che hanno lavorato con impegno al disegno statutario, sia per richiamare l’attenzione dei consiglieri su tre aspetti, a suo parere, chiave. Innanzitutto, il fatto che la ripartizione dei seggi in Assemblea avviene in base al numero dei connazionali dichiarati al censimento del 1991, cosa non contemplata dalla legge. In secondo luogo, ha sottolineato il problema che negli elenchi dei soci e quindi anche in quelli elettorali, è fondamentale l’OIB, il codice fiscale e identificativo, importante anche per le persone straniere, in questo caso affinché i connazionali della Slovenia possano esercitare il proprio diritto al voto. Infine, Mauro Jurman ha evidenziato ancora una volta che la Legge sulle associazioni del 2014 e successive modifiche e integrazioni del 2019 stabilisce la centralità del ruolo dell’Assemblea, cui spetterebbe (secondo l’articolo 18), la scelta e la destituzione dei rappresentanti legali dell’associazione, sia che lo faccia direttamente che per il tramite di un organo da essa nominato.

Unità e solidarietà

Il vicepresidente del Sabor e deputato della Comunità nazionale italiana al parlamento di Zagabria, Furio Radin (già presidente dell’Unione Italiana), ha inviato all’Assemblea una lettera, augurando “buon lavoro, nella speranza che la vita sociale e politica della CNI continui a svilupparsi senza riflussi. Siamo stimati da tutti proprio per il nostro livello di unità e solidarietà. Sono sicuro – ha concluso – che riusciremo a mantenerlo, anche perché so che nessuno di noi teme il giudizio diretto degli elettori, espressione massima della forma di democrazia che conosciamo”. Il riferimento è all’elezione dei presidenti, introdotta con una modifica allo Statuto apportata nel 2010, quando a guidare l’UI era proprio Furio Radin – insieme con Maurizio Tremul a capo della Giunta esecutiva –, e che la bozza 2022 voleva sopprimere, dimostrandosi alla fine uno dei “bocconi” forse più “indigesti” nel corso delle discussioni. In sala, il suo collega alla Camera di Stato del Parlamento sloveno, il deputato Felice Žiža, che ha voluto seguire da vicino l’ultima fase del processo di riforma strutturale e istituzionale dell’UI.


Era rimasto assai poco da fare. Infatti, il dibattito era ben che esaurito e chiuso, bastava contare le forze, tra quelli favorevoli e determinati a imprimere se non una svolta almeno un cambiamento di rotta, e, dall’altra parte i contrari. O, meglio, quanti invece che ne avevano evidenziato discrepanze o avevano semplicemente chiamato il “fuori tempo”, perché ormai si andava verso la chiusura della legislatura e preferivano lasciare la bozza – e ogni decisione – in “eredità” all’Assemblea che verrà. Ammesso che decida di incamminarsi su questa strada e ripartire dal lavoro svolto finora, con le “linee di massima” stabilite dagli stessi consiglieri, i principi indicati nel dibattito pubblico e le soluzioni individuate dal Comitato per lo Statuto e il Regolamento.

Una conclusione rapida

L’incontro si è esaurito dunque molto presto, nel giro di poco più di mezz’ora, il tempo per preparare l’urna, chiamare i consiglieri a esprimersi – in modo segreto, come concordato la volta scorsa – e quindi procedere con lo spoglio delle schede. Ufficializzato l’esito, il presidente dell’Assemblea, Paolo Demarin, non ha voluto andare oltre – c’era ancora un punto finora rimasto inevaso (mozioni, interpellanze, emendamenti) –, ma ha preferito proseguire con un tono decisamente più piacevole – l’Assemblea ha davanti a sé ancora qualche mese di attività, grossomodo fino all’estate e alla convocazione di quella futura, che emergerà dalle elezioni – convocando i consiglieri nella sede della Comunità degli Italiani di Cittanova, per vivere tutti insieme un momento conviviale.

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