Croazia. Ultima settimana prima dello scioglimento del Parlamento

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Croazia. Ultima settimana prima dello scioglimento del Parlamento
Il premier Andrej Plenković

Oggi il Parlamento di Zagabria inizia la sua ultima settimana lavorativa nell’attuale decima legislatura, prima del suo scioglimento giovedì 14 marzo. Successivamente spetterà al presidente della Repubblica determinare la data esatta delle elezioni parlamentari, che non potrà essere prima di 30 giorni, né dopo 60 giorni dal momento dello scioglimento del Sabor. Ciò significa che le elezioni si terranno alla fine di aprile o a inizio maggio. Prima dello scioglimento del Parlamento, i deputati dovranno discutere 12 punti in tre giorni, sei oggi, quattro domani e due mercoledì, mentre la giornata di giovedì sarà riservato solo alle votazioni. Per arrivare allo scioglimento del Sabor saranno necessari i voti di almeno 76 parlamentari, un numero comunque di cui la maggioranza di Governo dispone sicuramente.

Quello che è certo è che la scena politica si è improvvisamente ravvivata in Croazia dopo la decisione della maggioranza di sciogliere il Parlamento già giovedì 14 marzo. In attesa che il presidente della Repubblica Zoran Milanović fissi la data delle elezioni politiche, che molto probabilmente si svolgeranno nella prima metà di maggio, le forze politiche stanno discutendo febbrilmente per cercare di stringere alleanza elettorali possibilmente vincenti. Tra i partiti di destra si prospetta soltanto una possibile coalizione tra il Most e i Sovranisti che dovrebbero presentare un candidato premier comune. Il Movimento patriottico appare isolato, ma non c’è che si esclude che dopo le elezioni possa aiutare, se necessario, l’HDZ a formare una maggioranza di governo che guardi più a destra che al centro.

L’HDZ del premier Andrej Plenković viene attaccata da sinistra per non aver posto nemmeno una donna tra i suoi capilista nelle varie circoscrizioni. Plenković ribatte che ci sono 19 donne nel gruppo parlamentare del suo partito, quindi molte di più che tra le forze di sinistra e che è stato proprio il governo a guida HDZ a presentare la legge contro i femminicidi, mentre la sinistra è rimasta inerte sul tema della violenza di genere. In merito al nodo della nomina del nuovo responsabile dei servizi segreti, ossia della SOA, il premier ha detto che il presidente non lo ha contattato in merito, smentendo così le parole di Zoran Milanović secondo le quali sarebbe il primo ministro a non rispondere alle sollecitazioni del capo dello Stato. Il governo come è noto insiste sulla riconferma di Daniel Markić alla guida degli 007.

Questione morale

È sulla questione morale che la sinistra e la destra puntano soprattutto in Croazia per vincere le elezioni e mandare all’opposizione l’HDZ di Andrej Plenković. Il leader del Partito socialdemocratico Peđa Grbin ha dichiarato ieri a Sebenico che il Paese non può progredire fino a quando “la piovra corruttiva dell’HDZ continuerà a soffocarlo”. Oltre alla lotta alla corruzione un altro dei cavalli di battaglia del principale schieramento della sinistra è rappresentato dagli asili gratuiti per tutti i bambini, una misura questa, da finanziarsi con i fondi del bilancio statale, tesa anche a favorire “la rinascita demografica” del Paese e a venire incontro alle “esigenze dei genitori, concretamente delle donne”. La coalizione tra il Partito socialdemocratico e altre nove forze minori di centrosinistra è ormai cosa fatta nella maggior parte dei collegi elettorali. L’unica eccezione di rilievo è l’ottava circoscrizione che comprende l’Istria e Fiume dove i regionalisti istriani e quarnerini appaiono decisi a correre da soli, ovvero assieme a Fokus e Riformisti, convinti di poter conquistare in tal modo almeno tre seggi al Sabor. Il capolista di tale coalizione liberale di sinistra dovrebbe essere il leader della Dieta democratica istriana, Dalibor Paus. Sul fronte del centrosinistra, come ha rilevato il leader dei Riformisti Radimir Čačić l’unico possibile ostacolo ideologico a una grande coalizione è rappresentato dall’alleanza anche con il Fronte operaio che si batte per l’abolizione della proprietà privata, rivendicazione questa indigesta per le forze liberali. Ma nell’insieme si calcola che il Fronte operaio non sia in grado di intercettare troppi consensi tra gli elettori, per cui il suo ruolo nell’alleanza dovrebbe essere ininfluente ai fini programmatici.

Niente campo largo

Ma si sono anche altri schieramenti sul fronte progressista restii ad accettare un campo largo a ogni costo, oltre ai regionalisti nell’ottava circoscrizione. La seconda forza della sinistra, ossia Možemo!, non appare troppo convinta di salire sul carro dell’SDP se non in quattro circoscrizioni dove non sembra essere in grado da sola di ottenere risultati importanti. Anche i Socialdemocratici, ovvero i dissidenti del partito di Peđa Grbin, si muovono da soli, cercando semmai di mettere in piedi una loro coalizione, con l’SDP deciso a non aggregarli alla sua alleanza di sinistra. Il leader dei Socialdemocratici zagabresi Davor Bernardić, pertanto, deve trovare spazi a sinistra e non perde occasione anche per attaccare Možemo! che già da tre anni amministra la capitale, non senza difficoltà.

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