Enea Dessardo: «UI, serve una riforma volta all’integrazione»

Il consigliere di Fiume avvia la procedura finalizzata alla creazione in seno all'Assemblea dell'Unione di un gruppo di lavoro incaricato di armonizzare gli atti interni delle UI di Fiume e Capodistria. Gli servono quattro volontari e nove firme di sostegno

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Enea Dessardo: «UI, serve una riforma volta all’integrazione»
Enea Dessardo. Foto Roni Brmalj

L’ “East Coast” assume l’iniziativa. Enea Dessardo passa dalle parole ai fatti. Il 20 novembre scorso, alla Comunità degli Italiani di Verteneglio, in occasione dell’ultima seduta dell’Assemblea dell’Unione Italiana il consigliere di Fiume, intervenendo al punto dell’ordine del giorno attinente alla proposta di modifica dell’articolo 9 del Regolamento di procedura del massimo organo deliberativo dell’UI, aveva sollecitato a respingere la manovra (poi naufragata non avendo ottenuto un sostegno sufficiente ad essere approvata ai sensi degli atti dell’UI, nda) e a formare un gruppo di lavoro finalizzato a individuare il modo più idoneo per riportare l’armonia in seno all’associazione apicale unitaria della Comunità Nazionale Italiana. Un’operazione, quella proposta da Dessardo – uno dei consiglieri più giovani dell’Assemblea, al suo primo mandato –, finalizzata a mettere l’Assemblea e di conseguenza l’UI nelle condizioni d’indirizzare le sue energie e risorse alla soluzione delle sfide che gli italiani in Croazia e Slovenia e le loro istituzioni, devono affrontare.

“Creiamo una commissione ad hoc interna all’Assemblea, diamole delle indicazioni a grandi linee sull’assetto istituzionale dell’UI che vogliamo vedere, includiamo dei consiglieri residenti in Slovenia e in Croazia, di certe idee e di altre, e discutiamo più avanti, con calma e con toni più costruttivi, di proposte ragionate e a tutto tondo. In modo coerente e trasparente, aperto a tutti, anche ai nostri media e all’opinione pubblica interna delle Comunità”, aveva detto Enea Dessardo a Verteneglio, guadagnandosi il plauso della sala, le lodi di una parte degli oratori che avevano preso la parola dopo di lui, ma anche le critiche di altri protagonisti della serata. Lunedì scorso Dessardo ha inviato un messaggio di posta elettronica ai membri dell’Assemblea per confermare la sua volontà d’avviare il processo di riforma come annunciato a Verteneglio.

“Invio alla vostra attenzione una formulazione concreta della proposta fatta oralmente durante l’ultima Assemblea onde istituire una commissione ad hoc che mi sono offerto di coordinare e che sarebbe composta da altri quattro consiglieri (dell’Assemblea UI, nda), di cui almeno uno residente in Slovenia, in rappresentanza dei vari orientamenti che sono emersi nel corso del dibattito sull’Articolo 9”, si legge nella circolare. “Il gruppo di lavoro – prosegue Dessardo – avrebbe il mandato di creare una proposta di revisione dei nostri atti interni alle due UI di Fiume e Capodistria per armonizzarli e portare a una migliore integrazione tra le due associazioni pure a livello normativo, tenendo conto anche delle nuove possibilità offerte dalle Leggi sulle associazioni in Croazia e in Slovenia”. “Tale compito dovrebbe, a mio parere – ancora Dessardo –, spettare proprio a un gruppo interno alla nostra Assemblea poiché è l’Assemblea l’organo supremo dell’Unione Italiana, nonché quello che approverà (o non approverà) l’eventuale proposta di revisione”.

Secondo Dessardo il gruppo di lavoro dovrebbe vagliare in primo luogo lo Statuto dell’Unione Italiana di Fiume, lo Statuto dell’Unione Italiana di Capodistria, il Regolamento di procedura dell’Assemblea dell’Unione Italiana e il Regolamento elettorale dell’Unione Italiana. L’iter di riforma includerebbe, nella visione di Dessardo, anche l’Assemblea nel suo insieme, il Comitato per lo statuto e il regolamento (i cui membri sono stati pregati di non includersi nel gruppo di lavoro in oggetto allo scopo di poter valutare in modo quanto più oggettivo le proposte che il medesimo dovrebbe formulare, nda), il presidente dell’UI, il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, le Comunità degli Italiani e tutte le altre istituzioni della CNI.

Dessardo, nel suo messaggio ha sottolineato d’essere aperto a consigli e a indicazioni di ogni tipo sulla proposta, sollecitando chi è interessato a far parte del gruppo di lavoro di “farsi avanti e di esprimere il proprio interesse… e a chi non è interessato a far parte del gruppo di lavoro in prima persona, ma è d’accordo con l’iter e le modalità descritte, di esprimere la propria volontà a firmare quella che sarà la proposta di delibera per metterla ai voti dell’Assemblea (sono necessarie le firme di almeno 9 consiglieri)”. Ha allegato all’email anche un crono-programma con le scadenze delle varie fasi della riforma, che stando alla bozza di scaletta dovrebbe concludersi nell’estate del 2025 (dunque un anno prima delle prossime elezioni dell’UI, nda) con la registrazione dei nuovi Statuti dell’UI di Fiume e di Capodistria o con la registrazione dello Statuto dell’“UI unica”.

Quella di Dessardo è indubbiamente una mossa coraggiosa. Riuscirà ad andare in porto o sarà portata alla deriva dalle correnti costituite dal nocciolo duro dei cosiddetti riformisti e/o conservatori? Un mistero, questo, che potrebbe essere risolto forse già lunedì prossimo, quando a Crassiza dovrebbe tenersi la VII seduta del mandato 2022-2026 dell’Assemblea dell’UI.

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