Diplomazia navale tra Croazia e Italia. La «Aurelio Visalli» a Pola (foto)

Al Molo Fiume di Pola è ormeggiata la nave della Guardia Costiera italiana «Aurelio Visalli», un gioiello della cantieristica. Vi rimarrà fino al 24 giugno

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Diplomazia navale tra Croazia e Italia. La «Aurelio Visalli» a Pola (foto)
La “Aurelio Visalli” attraccata al Molo Fiume di Pola. Photo: Srecko Niketic/PIXSELL

La nave della Guardia Costiera italiana “Aurelio Visalli”, elegante, veloce, è attraccata al Molo Fiume, pronta ad accogliere quanti vorranno avere visione di questo gioiello della cantieristica italiana. Giunta a Pola lunedì pomeriggio, resterà nelle acque ai piedi dell’Arena fino al 24 giugno. Oggi, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18 accoglierà la cittadinanza interessata a visitarla, mentre domani, sempre negli stessi orari potranno salire a bordo i gruppi di connazionali delle Comunità degli Italiani.
Ieri, sul Molo Fiume, si è avuto un incontro stampa per illustrare la presenza della nave in città. Il momento ha portato all’ombra (si fa per dire: il sole è stato impietoso!) della “Visalli” il Console generale d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, il comandante dell’unità, tenente di vascello Andrea Graziani, la vicepresidente della Regione istriana in quota CNI, Jessica Acquavita, il vicesindaco di Pola in quota CNI, Bruno Cergnul, il comandante della II Divisione della Guardia Costiera croata, capitano di fregata Andelko Škare, il maggiore Adrijano Floričić, Dolores Brenko Škerjanc, capo della Capitaneria di porto di Pola, Florijan Veneruzzo, della Port Authority, il viceconsole onorario Tiziano Sošić e Paolo Demarin, presidente dell’Assemblea dell’UI.

Le autorità presenti all’incontro stampa. Photo: Srecko Niketic/PIXSELL
Il comandante Andrea Graziani, il Console Generale Davide Bradanini e il viceconcole onorario Tiziano Sošić. Photo: Srecko Niketic/PIXSELL
Il comandante Andrea Graziani. Photo: Srecko Niketic/PIXSELL
Dolores Brenko Škerjanc, Davide Bradanini e Tiziano Sošić. Photo: Srecko Niketic/PIXSELL

“È un segno di rafforzamento dei rapporti tra Croazia e Italia – ha detto nel suo intervento il Console Bradanini –. I rapporti commerciali, politici e culturali sono già ottimi e hanno avuto un incentivo con l’entrata della Croazia nello Spazio Schengen e con l’introduzione dell’euro. Recentemente tra Croazia e Italia è stato firmato l’Accordo sulla delimitazione delle zone economiche esclusive; a breve ci sarà la trilaterale dei ministri degli Esteri di Italia, Croazia e Slovenia. Nell’ottica di questi rapporti, la dimensione adriatica è fondamentale. La geografia non cambia: siamo Paesi vicini e amici. Nell’ambito della diplomazia navale, la Visalli è la terza unità navale italiana che fa visita alla Croazia in due anni, due unità della Guardia Costiera sono state a Fiume, una nave della Marina da Guerra, la San Giusto, a Spalato”.
Con malcelato e comprensibile orgoglio, il comandante Graziani ha presentato la sua nave. “La Visalli è nave con compiti di ricerca e soccorso in mare, tutela ittica e ambientale. L’Adriatico è un mare piccolo, ma condiviso e con questa visita e l’attività stringiamo rapporti all’interno della stessa famiglia europea. La Visalli è l’ultima nave in forza alla Guardia Costiera italiana, consegnata il 21 novembre 2022; appartiene alla classe Angeli del Mare, nella quale rientrano le unità navali della Guardia Costiera italiana destinate a compiti di ricerca e soccorso (Search and rescue – SAR) in mare. Praticamene, si potrebbe dire che sia ancora in rodaggio. Le navi della classe sono intitolate a eroi moderni del mare; questa porta il nome di Aurelio Visalli, già in servizio presso la Capitaneria di porto di Milazzo, che perse la vita nel 2020 nel tentativo di salvataggio in mare di due giovani. Abbiamo già fatto notevole attività nel sud della Penisola e sulle isole, con compiti SAR, ma anche di altra natura, ispezione pesca in mare e polizia ambientale, ad esempio. Ultimamente siamo stati impegnati in Spagna nell’ambito dell’attività Frontex. Presto, in agosto, per la precisione, saremo di nuovo in Spagna. Tutta la classe di unità è impegnata per molti mesi all’estero. La nave è un’unità rapida, può sviluppare una velocità di 30 nodi, ma del resto nella nostra attività la velocità è essenziale”.
A nome della Città ha porto il benvenuto e i saluti il vicesindaco Cergnul: “Sono fiero e contento di quest’occasione d’incontro, che prova la collaborazione tra le due sponde dell’Adriatico”.
“Sono felice che dopo Fiume sia stata fatta visita alla costa istriana – ha detto Jessica Acquavita – a una Regione con collaborazioni strette con l’Italia in molti campi e con buone prospettive future alla luce di un confine ormai caduto”.
“Il rafforzamento della cooperazione e della buona prassi mi rallegra – ha constatato Florijan Veneruzzo – e mi fa piacere essere parte di un meccanismo di risorse comuni”.
Abbiamo chiesto una considerazione sull’incontro a Paolo Demarin: “Ho portato i saluti della CNI alla Guardia Costiera italiana, un segno simbolico. Ringrazio la GC per quanto fa nell’Alto Adriatico, acque condivise tra Italia, Slovenia e Croazia e nelle quali, con la velocità di quest’unità, garantisce sicurezza in ambiti navali e presta aiuto civile”.
Ai discorsi di circostanza ha fatto seguito una visita all’unità. Riportiamo i dati tecnici: lunghezza 33,60 metri, larghezza 8,15 metri, dislocamento 150 tonnellate, velocità massima 30 nodi, autonomia (a 28 nodi) 1.000 miglia nautiche, motori V16 MTU (2 X 1790 Kw), propulsione 2 idrogetti Kongsberg; equipaggio 10 militari. A proposito di equipaggio: ringraziamo per la squisita disponibilità, auspicando che si trovi il tempo per una visita alla città e momenti di disimpegno. Sono dati “riportati”; di personale possiamo aggiungere le impressioni, che non hanno nulla di tecnico (non si può mica sapere tutto!): la plancia sembra quella dello space shuttle e quindi ben comprendiamo l’orgoglio del comandante e dell’equipaggio. In termini ridotti, ma comunque bastanti, c’è tutto, compreso uno spazio consono per le persone recuperate nelle operazioni di salvataggio. Buon mare, “Aurelio Visalli”. E pochi, pochissimi interventi.

La sala per la sistemazione delle persone recuperate in operazioni di salvataggio. Photo: Srecko Niketic/PIXSELL

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