Dall’inizio dell’anno, le banche in Croazia hanno chiuso 34 filiali, portando il loro numero a soli 812. Cinque anni fa, l’industria bancaria aveva circa un migliaio di filiali, mentre dieci anni fa erano esattamente 1227, secondo quanto riportato dal Večernji list.
Da allora, il loro numero è diminuito di un terzo. Questo è un trend globale, non solo croato, poiché la maggior parte delle transazioni bancarie si è spostata su Internet, e recentemente anche sui servizi bancari mobili. Una ricerca condotta nel 2021 dal The Economist ha mostrato che la maggior parte dei dirigenti bancari crede che il modello delle filiali scomparirà entro il 2026, e le banche non si sforzano di fermare la chiusura delle filiali perché riduce i costi operativi. Spendono meno per l’affitto degli spazi, i costi operativi sono più bassi.
Ma la chiusura delle filiali non è passata senza un impatto negativo sull’occupazione. Il settore bancario e il settore finanziario in generale sono tra i pochi settori in Croazia in cui l’occupazione diminuisce. Dal 2016 in poi, sono stati persi circa seimila lavoratori, portando il numero di dipendenti al di sotto di 41mila unità quest’autunno.
La Croazia si allinea completamente al trend globale riducendo il numero di filiali, e la Banca centrale croata (HNB) afferma che con 226 filiali per un milione di abitanti il Paese si trova a metà della scala europea.
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