Indi Gregory è morta. Meloni: «Fatto il possibile»

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Indi Gregory è morta. Meloni: «Fatto il possibile»

Indi Gregory è morta. Il decesso della piccola di 8 mesi è avvenuto all’1.45 orario inglese (2.45 italiane).

“La vita di Indi Gregory è finita all’01.45 io e Claire siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna”, ha fatto sapere Dean Gregory, il papà della piccola Indi, affetta da una grave e rara malattia mitocondriale. “Il servizio sanitario nazionale e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma le hanno tolto anche la dignità di morire nella casa di famiglia a cui apparteneva”, ha sottolineato.

“Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, tutto il possibile. Purtroppo non è bastato. Buon viaggio piccola Indi”, scrive su X la premier Giorgia Meloni, commentando la notizia della morte di Indi Gregory, avvenuto oggi lunedì 13 novembre alle 2.45 italiane.

Anche il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini ha sottolineato come “il governo italiano ha fatto il massimo, offrendosi di curarla nel nostro Paese, purtroppo senza successo”, dopo aver affermato che il decesso della piccola è “una notizia che non avremmo mai voluto leggere”. Poi ha aggiunto: “Una commossa preghiera per lei e un sincero abbraccio ai suoi genitori”.

Il governo Meloni il 6 novembre aveva deciso il conferimento della cittadinanza italiana alla bimba per consentirle di essere trasferita all’Ospedale Bambin Gesù di Roma. Nonostante la lunga battaglia legale intrapresa dai genitori, venerdì le corti britannica avevano disposto per lo stop ai trattamenti vitali e il trasferimento in un hospice, dove sabato è stato eseguito il distacco dai principali dispositivi vitali.

Sabato erano state avviate le procedure per il distacco dei macchinari di sostegno vitale per la piccola Indi, alla quale i giudici Uk hanno negato il trasferimento in Italia dove l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma si era detto pronto ad accoglierla.

La battaglia per la piccola si era conclusa venerdì con l’ultima pronuncia della Corte d’appello britannica che aveva sbarrato la strada al ricorso dei genitori e alla proposta di trasferimento all’ospedale Bambino Gesù di Roma. “Abbiamo azionato ogni procedura dei trattati internazionali, abbiamo offerto trasferimento, cure, collaborazione. L’Italia ha fatto il possibile su richiesta dei genitori, ma ha trovato solo muri”, sono state le parole amareggiate di Pillon.

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