Due Paesi che a tre decenni dal conflitto non hanno mai sotterrato l’ascia di guerra, Ancor oggi i rapporti politici sono freddissimi, anzi ogni tanto si riaccendono con scambi di accuse. Ma nonostante ciò il 2022 segna il grande ritorno dei turisti serbi nei centri di villeggiatura croati. Il 5 agosto scorso, giorno in cui la Croazia festeggiava l’Operazione Tempesta che ha portato alla liberazione definitiva del suo territorio dai ribelli serbi, sono stati registrati 13.500 vacanzieri provenienti dal Paese confinante, che si sono aggiunti agli altri 113.500 connazionali che hanno visitato la Croazia dall’inizio dell’anno. Si tratta di un aumento del 60 per cento rispetto all’anno scorso, ma soprattutto fa segnare un +20% rispetto al 2019 dei record.

“Gli ospiti serbi non sono poi tanto diversi da quelli provenienti da altri Paesi europei”, spiega Boris Žgomba, presidente dell’Associazione delle agenzie di viaggio della Camera d’economia croata (Hgk) e direttore dell’agenzia Uniline, che dispone di un ufficio anche a Belgrado. “La sicurezza dei turisti serbi ormai non è più un tema da circa 7-8 anni. Sì, è vero, hanno subito o subiscono qualche guaio a causa della loro nazionalità, ma niente di più o di meno rispetto al villeggiante tedesco o italiano”, ha sottolineato Zgombić per il quotidiano zagabrese Večernji list. “Negli anni passati le loro destinazioni preferite erano l’Istria e il Quarnero, ma quest’anno sono tornati in massa anche in Dalmazia”, ha concluso Zgombić.