Il maxiposter pubblicitario con il quale l’Associazione dei difensori croati ortodossi ha di fatto “sollecitato i serbi a dichiararsi croati di fede ortodossa e di confessione croato-ortodossa” ha suscitato un’aspra reazione della deputata Dragana Jeckov (SDSS). Dal punto di vista della parlamentare eletta in uno dei tre seggi specifici garantiti alla minoranza nazionale serba lo scopo di questa trovata sarebbe esclusivamente quello d’intimidire e sottoporre a pressione la comunità serba in vista del Censimento della popolazione, dei nuclei familiari e delle abitazioni in calendario dal 13 settembre al 17 ottobre prossimi. “A Fiume è comparso un cartellone pubblicitario di un’associazione inesistente e non registrata con il quale si sollecitano i serbi a dichiararsi croati e affiliati alla non riconosciuta e fantomatica Chiesa ortodossa croata”, ha dichiarato ieri l’esponente politica di Vinkovci, sostenendo che si tratti di un palese esempio d’assimilazione. Ha affermato, inoltre, che la Chiesa ortodossa croata è esistita esclusivamente ai tempi dello Stato indipendente croato (NDH). La deputata ha annunciato che chiederà che sia fatta luce su chi ha pagato l’affissione del cartellone pubblicitario.
Il maxiposter stigmatizzato da Dragana Jeckov è comparso a Fiume, nel rione di Mlaka, in uno degli spazi pubblicitari che si susseguono lungo il muro di cinta del complesso ferroviario attiguo al porto, vis-à-vis il Giardino pubblico. Stando a quanto sostenuto da Dragana Jeckov, sul sito Internet della Chiesa ortodossa croata (HPC) risulterebbe che in tutto dovrebbero essere affissi un’ottantina di questi cartelloni pubblicitari. Il presidente della sezione dell’SDSS di Fiume, Mile Opačić, ha segnalato che il maxiposter è stato affisso in uno spazio affittato dalla Città di Fiume e di aver informato in merito il sindaco.