Confine. Iniziata la rimozione del filo spinato

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Confine. Iniziata la rimozione del filo spinato
Il filo spinato tra Croazia e Slovenia. Foto: Kristina Stedul Fabac/PIXSELL

Un drappello di soldati sloveni ha iniziato a smantellare la recinzione antimigranti innalzata al confine con la Croazia a partire dal 2015 su decisione del governo presieduto all’epoca da Miro Cerar. Le operazioni di rimozione del filo spinato sono iniziate oggi nei pressi del valico di frontiera di Krmačina-Vivodina, non lontano da Metlika (sul versante sloveno) e Ozalj (Croazia), alla presenza del ministro degli Affari interni della Repubblica di Slovenia, Tatjana Bobnar. L’esponente governativa ha dichiarato che il gesto testimonia l’inversione di rotta dell’Esecutivo sloveno nell’approccio nei confronti dei migranti e dei profughi. Ha rilevato che il governo si è impegnato a rispettare i più rigorosi standard nella sfera della tutela dei diritti umani e a rendere più celere l’iter attinente alle richieste d’asilo.
Stando ai dati del Dicastero degli Interni di Lubiana lungo il confine con la Croazia sono state montate recinzioni per una lunghezza complessiva di 135.372 metri e barriere di nastro spinato per una lunghezza totale di 60.595 metri. “La nostra intenzione è rimuovere innanzitutto le parti di nastro spinato”, ha rilevato Tatjana Bobnar. Il ministro ha puntualizzato che i militari dovrebbero essere in grado di rimuovere tra i 150 e i 200 metri di barriere al giorno. Di conseguenza si stima che per completare l’operazione impiegheranno almeno 150 giornate lavorative. Per la copertura dei costi di rimozione delle barriere antimigranti il governo ha stanziato 2,5 milioni di euro di finanziamenti. A differenza di quelle di nastro spinato la cui rimozione è stata affidata all’Esercito, lo smantellamento delle recinzioni a pannello sarà affidato a un’impresa che sarà scelta per il tramite di un concorso pubblico che il Ministero deve ancora provvedere a bandire. Nessuna indicazione su quando ciò potrebbe avvenire è stata data. Una volta recuperati, i pannelli potrebbero essere consegnati alle unità d’autogoverno locale che ne faranno richiesta.

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