CNI. L’unità prima di tutto

Alla riunione svoltasi nella palestra scolastica di Buie scontro tra i presidenti dell’Assemblea e Giunta esecutiva dell’UI. Le incomprensioni appianate soltanto dopo il ritiro dei punti per i quali erano stati richiesti ulteriori accertamenti

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CNI. L’unità prima di tutto

Fioccano scintille ai vertici dell’Unione Italiana, anche se i segnali di una tempesta che si sarebbe potuta abbattere, alla fine si sono stemperati per la marcia indietro decisa dalla Giunta esecutiva. All’indirizzo della squadra guidata da Marin Corva, mercoledì sera a Buie il presidente dell’Assemblea, Paolo Demarin, non ha usato giri di parole: in quello che è stato anche uno sfogo pubblico, ha contestato l’operato della Giunta esecutiva, denunciando scarso spirito collaborativo, conclusioni consiliari snobbate o che non vengono attuate, domande che rimangono senza risposta, materiali consegnati in ritardo, documenti non perfettamente in sintonia con le leggi. “Non ho più fiducia in questa Giunta – ha annunciato a sorpresa –. Dopo sei mesi di lavoro in queste condizioni, non me la sento più di proseguire il mio cammino”, “non posso ricoprire il mio ruolo di presidente degnamente, in quanto non ho saputo gestire le mie competenze”.
La proverbiale goccia che ha (rischiato) di far traboccare il vaso, la richiesta di una serie di accertamenti e un’integrazione al Programma di lavoro e piano finanziario 2020 per poter procedere con la faccenda dei prestiti alla Comunità degli Italiani di Valle (per appianare il debito con l’Erario croato) e all’Unione Italiana con sede a Capodistria (indirizzati al progetto europeo “Primis”). Se l’Esecutivo avesse insistito a trattare i due punti, c’era una forte probabilità che il presidente dell’Assemblea, che in materia aveva già tempo fa palesato dubbi e incertezze, si sarebbe dimesso.
Nessuna proprietà è a rischio
Critiche all’Esecutivo da parte del polese Valmer Cusma, che lo trova “latitante su un punto di massima importanza per la CNI”, ossia nei rapporti con le amministrazioni comunali, cittadine e regionali per far valere le disposizioni degli accordi di tutela della minoranza italiana. “È gravissimo, inconcepibile, deleterio, il fatto, se così è, che una Giunta esecutiva non fornisca le risposte a quest’Assemblea”, è intervenuto il consigliere rovignese Gianclaudio Pellizzer. “Penso che tante siano le cose non fatte da questa e altre Giunte esecutive, le mozioni mai realizzate, anche se votate dall’Assemblea”. Sul caso Valle, poi, ha evidenziato l’assurdità di una situazione in cui qualcuno ha lasciato un buco da mezzo milione di kune e nessuno dei dirigenti di allora è stato chiamato a risponderne (su Castel Bembo, il presidente dell’UI, Maurizio Tremul, ha sottolineato che sono prive di qualsiasi fondamento le disinformazioni che circolano sul pericolo di un pignoramento dell’immobile, e ha rassicurato che nessuna proprietà dell’UI è a rischio, e pertanto nemmeno il palazzo di Valle).
La tensione, come si diceva, è rientrata, dopo che Corva si è cosparso la testa di cenere per quanto riguarda il ritardo con il quale ha consegnato i documenti richiesti, da non interpretare però come “una mancanza di rispetto nei confronti dell’Assemblea”. Il presidente della Giunta esecutiva ha ricordato le difficoltà oggettive legate alla pandemia e il fatto che l’Assemblea prevista a marzo non si è tenuta. Nel frattempo sarebbero stati rimossi i motivi delle osservazioni fatte da Demarin, si procederà con ulteriori accertamenti, ma soprattutto nell’elaborazione del nuovo assestamento del piano finanziario sarà incluso pure il piano dei prestiti. “Ci ho riflettuto, non ci sono problemi, posso rimettere il mio mandato a vostra disposizione, ma non credo ciò sia nell’interesse dell’Unione Italiana”. Corva fa un passo apparentemente indietro, una mossa saggia – così l’ha definita Gaetano Benčić (Torre) – che ristabilisce l’equilibro tra Assemblea ed Esecutivo e afferma la centralità del parlamentino UI.
La decima sessione si è tenuta nella palestra della Scuola elementare “Edmondo de Amicis” (saluti di benvenuto da parte della direttrie Katia Šterle Pincin) nel rispetto delle misure di sicurezza, con i consiglieri a debita distanza, misurazione della temperatura corporea all’ingresso, nonché pausa per l’aerazione. In sala, 50 consiglieri. Aprendo i lavori, Demarin ha espresso solidarietà agli Stati che hanno avuto molte vittime da Covid-19 e alle famiglie che hanno visto mancare i loro cari. “La Comunità Nazionale Italiana ha superato bene questa crisi, purtroppo la nostra Nazione Madre no”, ha rilevato. “Spero che la CNI esca da questa crisi rafforzata e capace di ripensare le proprie attività”, ha auspicato Tremul. Corva ha aggiornato l’Assemblea sulla situazione corrente e ha annunciato che presto si dovrà rivedere il Programma di lavoro e piano finanziario 2020. Da disciplinare, tra le altre cose, i Servizi amministrativi UI, chiudere la questione della sede della CI di Castelvenere, progetto UPT, e attuare il Mof – Miglioramento dell’offerta formativa di scuole e asili CNI. Inoltre, a metà mandato, sarà il momento per analizzare l’assetto, considerato anche che le sfide proseguiranno e che “il 2021 tutto è un’incognita”. Corva ha sottolineato infine la necessità di “agire insieme, nonostante le diversità. Non per nulla si dice che l’unione fa la forza”.

Paolo Demarin e Arijana Brajko

L’Intervento del Console Bradanini
“Sono orgoglioso e contento di poter assistere ai lavori del massimo organo democratico della Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia”, ha dichiarato il Console generale d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, che ha assistito per la prima volta a una riunione dell’Assemblea. Per il diplomatico è stata un’occasione anche per avvicinarsi al sistema UI e a molti esponenti della CNI, poiché a inizio mandato a febbraio, causa l’emergenza, non ha potuto avviare come avrebbe desiderato il giro di visite conoscitive a Comunità degli Italiani, scuole e altre istituzioni della CNI. Lo farà prossimamente, anche accompagnando l’Ambasciatore d’Italia in Croazia, Pierfrancesco Secco, a Pola, Dignano, Rovigno e Umago.
Rivolgendosi ai consiglieri UI, il deputato italiano e vicepresidente uscente del Sabor, Furio Radin, ha lanciato un appello a mantenere l’unità “perché è l’unica possibilità che abbiamo di confrontarci con i tempi che abbiamo davanti a noi, che non saranno facili”, e per festeggiare tutti insieme l’anno prossimo la realizzazione del progetto della Scuola media superiore italiana “Leonardo da Vinci” di Buie. Radin ha quindi sentito il bisogno di motivare una scelta fatta ultimamente, specificando che è avvenuta esclusivamente “su base territoriale e istituzionale e non altra”, di vicinanza ai funzionari UI. “Così è stato sempre e sarà anche adesso”, ha ribadito. Non l’ha detto esplicitamente, ma il riferimento era al suo sostituto per quanto riguarda la corsa al seggio specifico (il fiumano Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva UI). Il 5 luglio cercherà l’appoggio dei connazionali per un nuovo mandato.
Importante il voto etnico
Da rilevare inoltre che Tremul ha invitato i connazionali a recarsi alle urne alle elezioni politiche croate e a esercitare il diritto al voto specifico, perché “è importante partecipare”. Come lo è dichiararsi italiani – e non “istriani”, ad esempio – al censimento della popolazione in Croazia nel 2021. In prossimità dell’appuntamento, l’UI intende fare un’opera d’informazione capillare. A tale scopo, ha chiesto che siano previsti dei fondi specifici, come pure che si assicurino mezzi adeguati per celebrare il trentennale dell’UI. Tremul ha ringraziato le Comunità degli Italiani che hanno seguito le indicazioni dell’UI e non hanno aderito al bando dell’Università popolare di Trieste per i fondi della Regione Friuli Venezia Giulia, e rinnovando l’appoggio alla Comunità degli Italiani di Valle (alle prese con problemi finanziari un dissesto lasciato da precedenti gestioni), Tremul ha raccomandato a quanti faranno donazioni a favore del sodalizio di “non usare fondi pubblici di alcun genere”.
Caso Silvano Zilli, il Crs rivendica l’autonomia
Unanime appoggio all’Accordo di programma per la creazione di una rete culturale tra l’Unione Italiana e la Federazione delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, fondamentale – come ha sottolineato il presidente Maurizio Tremul, che l’ha proposto – in quanto “fornisce un quadro di collaborazione stabile, giuridico e segna la volontà delle due organizzazioni apicali della CNI di Slovenia e Croazia e del mondo della diaspora in Italia di svolgere insieme e congiuntamente una serie di azioni a favore della presenza e sviluppo della CNI e del mantenimento delle testimonianze e della memoria degli istriani, giuliani e dalmati esuli nel mondo”.
Vede in atto una sinergia dal basso verso l’alto per far rispettare i diritti della CNI e si articola in dieci momenti il primo pacchetto di interventi e programma d’azione “per garantire il diritto all’uso paritetico della lingua italiana con le altre lingue nazionali nel territorio d’insediamento storico della CNI”. È un primo, significativo, risultato, che non conclude il lavoro bensì indica la strada da seguire. Approvata quasi all’unanimità la relazione sui bilanci consuntivi delle due istituzioni di cui l’UI è fondatore, ossia la casa editrice Edit di Fiume e il Centro di ricerche storiche di Rovigno. È stata pure accolta l’informazione sull’Autovalutazione del sistema di gestione finanziaria e controllo interno; per motivi di tempo sono state rinviate la discussione della riforma statutaria, l’approvazione del regolamento inerente ai viaggi di servizio e di quello di procedura dell’Assemblea.
Tra le interpellanze, su iniziativa del consigliere Krsto Babić (Abbazia), si procederà con la creazione – da definire in sede di Giunta esecutiva – di un fondo filantropico della CNI, una specie di cassa mutuo soccorso a sostegno di opere di utilità sociale e dei connazionali svantaggiati. Il consigliere Eliana Barbo, presidente della CI di Buie, ha denunciato il muro che esiste nei rapporti con l’Università Popolare di Trieste. L’Ente si starebbe limitando a dare “ordini” e “impartisce direttive”, ma non risponde alle esigenze della Comunità. “Nonostante la nostra buona volontà a mantenere i legami storici, siamo ben lontani dalla buona collaborazione” e sarebbe opportuno affrontare il tema dei rapporti con l’UPT.
Approda in Assemblea UI anche il caso Silvano Zilli, con l’appello di Gianclaudio Pellizzer a far rientrare il licenziamento del connazionale dal Centro di ricerche storiche di Rovigno, dettato dalla crisi post Covid-19. “Dobbiamo difendere una persona – ha detto il consigliere revignese, rivolgendosi al fondatore dell’istituzione, ed esibendo una lettera d’appoggio da parte di sindaco e vicesindaco, nonché della CI di Rovigno – che ha dato tanto alla CNI”. Demarin ha precisato che si tratta di una causa in corso e che l’Assemblea UI non può sindacare, comportarsi da tribunale. Il direttore del Crs, Raul Marsetič, ha sottolineato che si tratta di una questione interna “dettata da esigenze oggettive che non ha nulla di personale o politico”. Marsetič ha precisato che nonostante le pressioni e le intimidazioni che sta subendo, non cederà “per il bene del Crs” e ha richiesto che l’autonomia dell’istituzione sia rispettata e garantita.

 

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