Valbandon. Scoperte sculture antico-romane

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Valbandon. Scoperte sculture antico-romane
Foto Museo archeologico

Sono delle scoperte archeologiche clamorose quelle scaturite sul litorale di Valbandon, specificatamente dalla locale insenatura, che si rivela essere stata luogo di inaspettato relax balneare per signorotti romani, poco lontano dalla Colonia Julia Polentia Pola. La conferenza stampa convocata per domani dal Museo archeologico, in situ, è motivo di suspance per il pubblico e ragione d’emozione per il mondo scientifico. Durante i lavori di costruzione della nuova banchina d’attracco commissionati dall’Autorità portuale, si è finiti per imbattersi in tutto un… piccolo mondo antico: un sito zeppo di erme, sculture su pilastri che per quantità non trova eguali in alcuna altra parte della penisola istriana come nemmeno lungo tutta la costa dell’Adriatico croato. Stando a una prima informazione, fornita dal Museo archeologico istriano, i reperti sono venuti alla luce nelle vicinanze di una zona dove l’esistenza di una villa marittima romana era già cosa risaputa dai manuali di museo. Le erme, ossia sculture su pilastro rappresentanti una testa umana e parte del busto, in origine raffigurarono quasi esclusivamente il dio greco Ermes e i primi esemplari che si trovano in Atene risalgono ca. al 520 a.C. In età ellenistica l’erme divenne raffigurazione di divinità e di persone, e in età romana si confuse con il busto-ritratto. Questi elementi decorativi di ville e ortogiardini, rappresentano anche nel caso nostro, una preziosa fonte d’informazione per capire più nel dettaglio la struttura architettonica degli edifici romani. Valbandon ha appena dato alla luce tanto di erme, ma anche qualcosa di ancora più spettacolare: la testa di marmo del dio Apollo, parte integrante di una grande scultura, che a trent’anni dalla scoperta della testa di Agrippina a Pola, rappresenta un rinvenimento d’importanza quasi analoga. Tutti i rinvenimenti sono già in fase di conservazione e desalinizzazione. Ne parleranno in merito Darko Komšo, direttore del Museo, Aleksandra Mahić, coordinatrice del progetto di ricerca, Dunja Martić Štefan sua vice, Ida Končani Uhač, ricercatrice in archeologia subacquea e Dalibor Brnos, direttore dell’autorità portuale.

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