Tempi nuovi per il Pride

Zagabria è stata avvolta in un arcobaleno di colori in occasione della «sfilata dell'orgoglio»

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Tempi nuovi per il Pride
La sfilata a Zagabria

In un clima piacevole ma non caldissimo, con la luce solare filtrata dalla copertura nuvolosa, sabato scorso, nella prima giornata del mese di giugno, la capitale croata ha ospitato il suo 23º Gay Pride, evento in grado di radunare varie centinaia di persone provenienti non solo da tutte le parti della Croazia, ma anche dall’estero.
La manifestazione ha subito fatto intuire di non essere soltanto una semplice celebrazione, ma un vero grido a protezione della dignità e della libertà di scelta. Il motto di quest’anno, breve e chiaro: “Insorte e rimaste! – Insorti e rimasti (Ustale i ostale! – Ustali i ostali!)”. Un grido potente che risuona con chiarezza, esprimendo l’incrollabile determinazione di chi è stato emarginato e discriminato per la propria essenza, ed è deciso di non fare più sconti e non permettere giudizi di ogni natura.

Il giorno più speciale

A parlare per la nostra redazione è stato Leonardo Pierobon, scienziato scuola Cambridge, residente in Svizzera: “Sono molto emozionato, ma allo stesso momento anche molto fiero e, contemporaneamente, felicissimo di essere qui. Per me il Pride è il giorno più speciale dell’anno. Mi rallegra vedere tutta questa marea di gente che ha deciso di venire. Siamo ogni anno sempre di più. Io, oggi, mi sono portato dietro la bandiera croata che intendo sventolare con fierezza durante tutto l’evento. Nonostante viva all’estero, sono fiero di essere croato, amo la mia patria e ne sento la mancanza. Voglio porre l’accento su una cosa: alcuni falsi patrioti fanno di tutto per piazzare un concetto distorto di cosa significhi essere un vero croato. Il fatto di essere gay non è in alcun modo una cosa che contrasta il mio sentimento verso il Paese dal quale provengo. È un sentimento profondo che nessuno dovrebbe mai mettere in discussione. Anche da persone gay si può benissimo essere patrioti. Personalmente lotto ogni giorno perché la Croazia diventi un posto migliore, tollerante e capace di trattare tutti i propri cittadini modo equo.”

Speranza e amore

“Per tutti quelli che preferirebbero eliminare la nostra presenza abbiamo un messaggio ben chiaro: potete scordarvelo! Noi continueremo a batterci sempre per il nostro diritto di vivere come cittadini liberi!”. Queste le parole di Tina, arrivata da Fiume. Già di primo mattino, in giro per le vie di Zagabria si potevano intravedere persone pronte per l’evento, contente di presenziare e far parte di un’onda di entusiasmo e un forte senso di comunità. Nell’aria, oltre alla speranza c’era anche tanto tanto amore. Eventi simili, dal messaggio profondo, ma avvolti da un’aura pacifica, sono sempre belli da vedere! Poco impegnati anche gli agenti delle forze dell’ordine incaricati di mantenere la quiete pubblica, che sappiamo non sempre è stata cosa garantita. La sensazione di sicurezza avvertita era massima. Con gli anni l’evento è diventato più sicuro e associare il Pride a un campo di battaglia causato da scellerati è fortunatamente, ormai, solo un lontano ricordo. C’era la sensazione trascorrere un giorno festivo e anche la routine di circolazione dei mezzi (tram su tutti) è stata sconvolta per un paio d’ore nelle vie disegnate dal passaggio della folla.

Premiato anche Zoran Milanović

La sfilata dell’orgoglio ha avuto inizio qualche minuto dopo le ore 16 in piazza della Repubblica di Croazia davanti al Teatro Nazionale, per dirigersi poi verso il parco Ribnjak attraversando via Frankopan, la Ilica, passando per piazza Jelačić, e le vie Jurišić e Drašković. Le strade del centro città si sono trasformate in un arcobaleno di colori, musica e allegria, mentre manifestanti e sostenitori dei diritti LGBTQ+ si sono uniti in una marcia pacifica e festosa per celebrare l’amore, la diversità e l’uguaglianza.
Una camminata piacevole di quasi 100 minuti che ha visto alternarsi slogan politici, canti, risate, rulli di tamburi, il tutto accompagnato dall’incessante frastuono dei fischietti. Arrivati nel quartiere Šalata, nel Ribnjak, uno dei parchi più belli della capitale, è iniziata la festa. Prima una solenne manifestazione di protesta con ricorrenza in occasione del decennale anniversario della legge sul partenariato di convivenza fra individui dello stesso sesso, entrata in vigore nel 2014. Consegnati anche i premi a coloro che si sono battuti per il suo ottenimento e cioè il presidente della Repubblica Zoran Milanović, capo del Governo di quell’epoca, l’allora ministro dell’amministrazione pubblica Arsen Bauk, Maja Sporiš e Jagoda Botički che sono stati onorati col titolo di Partner di vita del Pride dell’ultimo decennio. Il premio più grande è andato a Marko Jurčić, il quale ha ottenuto il titolo di “Persona queer” a termine del convegno, che ha significato l’inizio della festa, della celebrazione dell’amore in qualunque forma esso si presenti.
Fino alle ore piccole della notte, sul palco si sono alternati vari artisti tra i quali l’emergente Marko Bošnjak, la rappresentante slovena all’ultimo Eurosong, Raiven, la madrina dell’evento di quest’anno Alka Vuica (accolta da un grande applauso) e le drag queen Kata Strofa, Naomi, Mx.Bodliere e Stella Incognito. Si è trattato di un anno speciale per i Pride in Croazia, che per la prima volta ne ospiterà ben quattro. Alla sfilata di ieri, da considerare come principale, seguiranno quelle di Karlovac (sabato prossimo), Pola (il 22 giugno) e Spalato (il 6 luglio).

Pola, la new entry

La new entry o matricola è Pola che siamo sicuri non deluderà le aspettative: con un motto chiaramente rivolto agli organi dirigenti a non rimanere esclusivamente alle promesse, ma passare ai fatti, il capoluogo istriano ha fissato l’appuntamento nella data ricorrente alla Lotta Antifascista con un raduno in prossimità del suo arco trionfale romano. Già sabato si era sentito spesso dire che la prima parata in Istria promette bene, da non perdere! La sfilata meglio nota sotto il nome di parata dell’orgoglio in ricordo della rivolta newyorkese di Greenwich Village del 1969 (presso il locale LGBTQ Stonewall Inn dove i clienti ne ebbero abbastanza dei maltrattamenti e delle umiliazioni della polizia) arriva a Zagabria, per la prima volta nell’estate del 2002 e da allora ad oggi tante cose sono cambiate. È cambiata prima di tutto la percezione della gente: molti di coloro che diffidavano nei confronti del nuovo (come sempre accade) oggi vedono di buon occhio la sfilata, e quelli che sarebbero sempre pronti a diffondere l’odio, hanno sempre meno punti d’appoggio, tra la gente comune, per le loro idee omofobe.

La giusta sensibilità

Al giorno d’oggi, fortunatamente, molte persone che non appartengono alla comunità LGBTQ (senza dubbio la minoranza più influente, visibile, attiva e numerosa del paese) mostrano la giusta sensibilità appoggiandone la lotta. Una lotta che si oppone ad ogni attacco contro la libertà di scelta individuale, dei diritti e della possibilità di esprimere amore. E nonostante l’omofobia, le leggi discriminanti e la violenza, questa lotta trova base solida negli atti della Costituzione. Ma resta una lotta, non ancora arrivata alla conquista della pace assoluta e di tutti i diritti necessari. Ed è per questo che i Pride continueranno a esserci senza alcuna resa, pacifici e inclusivi, ma allo stesso momento determinati a non cedere di un millimetro. Donazioni per l’organizzazione raccolti da tutte le parti possibili: dai cittadini, dalle associazioni, dalla Città di Zagabria, dall’Ufficio comunale per la cultura e la società civile, dall’Ambasciata della Repubblica Federale della Germania, dall’Ambasciata francese, e chi più ha e più ne metta. Anche le autorità in carica (sindaco compreso) erano presenti a dare il loro appoggio. Sembrano veramente tempi nuovi per il Pride in Croazia e da quanto visto ieri, la manifestazione, non può che crescere negli anni a venire.

Leonardo Pierobon
Leonardo

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