Quelle ricette amate anche all’estero

«Le culture si mischiano non solo nel contesto della lingua, della cultura e della letteratura, ma anche nella cucina e nella gastronomia». Presentato a Palazzo Modello a Fiume il ricettario di Rosanna Turcinovich Giuricin, uscito in allegato all'ultimo numero della rivista «La Voce di Fiume»

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Quelle ricette amate anche all’estero
Franco Papetti e Rosanna Turcinovich Giuricin. Foto: Goran Žiković

È stato presentato sabato, presso la CI di Fiume, l’inserto culinario uscito in allegato all’ultimo numero de “La Voce di Fiume”, realizzato da Rosanna Turcinovich Giuricin.
“Sono convinta che la cultura di una popolazione si rifletta anche nei piatti serviti a tavola e per questo motivo considero la cucina sia un elemento determinante di quella che è la nostra dimensione. Su richiesta di vari personaggi che seguono la nostra rivista, ho deciso di fare un piccolo vademecum sulla cucina fiumana, mettendo in risalto le pietanze storiche amate anche dai fiumani che vivono all’estero. Qui parliamo della jota, degli gnocchi di susine, delle palcinche, della pinza, delle landize e di molte altre prelibatezze distintive delle nostre zone. Fiume, da sempre città di incontri, è ricca di ‘contaminazioni’ gastronomiche grazie all’arrivo di popolazioni con usanze diverse che hanno portato la loro cultura culinaria. Questa simbiosi ha arricchito la tradizione locale, creando un mosaico culinario apprezzato da tutti”.
Il supplemento è quindi un omaggio ai fiumani per San Vito, nato da una raccolta di Giuricin di varie ricette tradizionali di alcune famiglie che, andate lontano da Fiume, hanno continuato a mantenere, chi con la ristorazione o chi cucinando a casa, le ricette della città di una volta. C’è l’esempio della blogger milanese Paola Colombo Kapsa, nipote e figlia di esuli fiumani, che oltre alla scrittura online ha creato anche un libro sulla cucina che lei ricorda della sua famiglia: ha raccolto tutte le zie, le ha intervistate e ha realizzato questo libro intitolato “Sapori e profumi di casa”.
“Io ho scritto, anni fa, un libro sulla gastronomia istriana dal titolo ‘Mangiamoci l’Istria’, raccogliendo, anche lì, le varie ricette delle nonne, anche sparse per il mondo. Tante di loro continuano a mantenere in casa l’abitudine di cucinare le nostre pietanze. Ci terrei molto anche a soffermarmi sul termine della stagionalità. Molti di noi non sanno nemmeno in quale periodo dell’anno crescono i pomodori, le arance o i carciofi. Questo è un problema che, andrebbe affrontato e magari inserti come questo riusciranno a invogliare i lettori a scegliere di mangiar le pietanze del momento”, ha detto Turcinovich Giuricin rivolgendosi ai presenti.
L’evento ha sottolineato l’importanza di quest’eredità culturale, celebrando la diversità e la ricchezza della cucina fiumana. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di riscoprire e valorizzare le tradizioni gastronomiche della loro terra d’origine, rafforzando il senso di appartenenza alla comunità.
Rivolgendosi al pubblico, anche Franco Papetti, presidente dell’AFIM, ha parlato delle iniziative volte ad avvicinare Fiume ai fiumani che vivono all’estero.

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