Rijeka, la parata degli… zombie

I problemi dei fiumani si moltiplicano. Società, squadra e tecnico sono tutti sotto accusa

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Rijeka, la parata degli… zombie
Contro questo Rijeka anche per l’Istra 1961 diventa tutto facile. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Qualcuno, in perfetta ricorrenza Halloween, li ha definiti scherzosamente, ma nemmeno troppo, gli “zombie di Rujevica”. E in effetti i giocatori del Rijeka ricordano a tratti queste figure mitologiche e soprannaturali, nel loro aspetto peggiore. Assenti, abulici, apatici. Difficile trovare un giocatore solo che abbia salvato la faccia nel derby contro l’Istra 1961, partita nella quale i polesi hanno ottenuto la loro prima, storica, vittoria a Fiume. Un caso? Per niente, basta d’altronde dare un’occhiata alla statistica: un tiro in porta per il Rijeka e tre per l’Istra 1961, con un possesso palla del 52-48 per cento a favore della squadra di Gonzalo Garcia, che a differenza di quella di Serse Cosmi ha capo e coda. Il tecnico perugino ha ancora sputato fuoco (e su questo non ci piove), segnalando la data del 12 novembre come una specie di Armageddon, ovvero il giorno del giudizio o di quant’altro. Innanzitutto, Rijeka-Dinamo si gioca il giorno dopo e qui sì che potrebbe esserci una specie di Apocalisse se i fiumani non si daranno una svegliata. Poi ci sarà la pausa di due mesi per il Mondiale e le festività di fine anno, durante la quale ci sarà da sistemare un bel po’ di cose. Non in campo, perché questo andava o va fatto subito, bensì nello spogliatoio. Ma che cosa potrebbe cambiare veramente? Proviamo a fare chiarezza…

Le colpe di Cosmi…
Quando le cose non vanno, per regola il primo “colpevole” è l’allenatore. Cosmi, ed è un dato di fatto, non è riuscito a dare la scossa, anzi il “suo” Rijeka sembra a tratti perfino peggiore di quello di inizio stagione targato Dragan Tadić/Fausto Budicin. Perché, contro il Djurgarden ad esempio, la squadra aveva sì perso entrambi gli incontri, ma per lo meno aveva saputo tenere testa agli avversari in entrambi i match, soprattutto quello a Stoccolma. Cosmi fatica a trovare il bandolo della matassa e i pessimi risultati cominciano a minare la sua credibilità, al punto che sabato qualche insulto dalla tribune a suo carico è arrivato prontamente. Così come alcune esternazioni pubbliche, per quanto frutto di frustrazioni ed emozioni miste, non sono piaciute a molti. Esonerare Cosmi? Solitamente sembrerebbe la cosa più logica, ma di fatto non è così. La colpa principale non è di Cosmi, così come non lo era né di Tadić né di Budicin, e cambiare nuovamente allenatore non porterebbe presumibilmente a nulla di buono. Non certo con gli attuali giocatori a disposizione. Su Cosmi deciderà esclusivamente il presidente Damir Mišković, che lo ha voluto personalmente e che è quello che ha comunque l’ultima voce in capitolo. A meno che il tecnico non gli faciliti le cose, spinto magari dalla consapevolezza che la squadra non lo segue…

…e quelle dei giocatori
Capitolo secondo: i giocatori. Impossibile non ricordare gli errori di mercato commessi in estate, quando sono stati presi calciatori di dubbie qualità tecniche e caratteriali. Qui la colpa è della società, che ora deve per forza cercare di rimediare. Alcuni di questi, e non unicamente i neoarrivati, non meritano di indossare la maglia del Rijeka e a loro va assolutamente indicata la porta d’uscita da Rujevica. Va bene incassare la sconfitta, ma onorare l’impegno e lottare è un dovere per ognuno di “questi signori”, profumatamente pagati per fare il loro mestiere, anzi il lavoro quotidiano. Senza “se” né “ma”, o giustificazioni varie. Altro che “demoralizzati” o “sfiduciati”, prendano esempio da chi è costretto a fare gli straordinari in fabbrica per arrivare a fine mese… Al di là di tutti gli errori e orrori di mercato, la rosa a disposizione non è assolutamente da penultimo posto. Labrović, Vukčević, Krešić, Selahi, Vučkić, Ampem o Halilović hanno, tecnicamente e qualitativamente, qualcosa da invidiare ai colleghi di Slaven Belupo, Varaždin, Šibenik o Istra 1961? Siamo certi di no. Che poi siano con la testa altrove è un’altra storia.

Quale reazione della squadra?
Per concludere, non ci resta che aspettare il “dopo 12 novembre” e capire che cosa vorrà fare la società: dare una decisa sterzata oppure legittimare l’agonia? Dipenderà anche dall’esito, o meglio dire dalla reazione della squadra (soprattutto dopo le feroci critiche pubbliche da parte di Cosmi) nelle due rimanenti sfide, quella in casa del sorprendente Varaždin e quella casalinga con la Dinamo, che potrebbe rivelarsi una specie di polveriera…

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