Questo Rijeka merita il sostegno di tutti i tifosi

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Questo Rijeka merita il sostegno di tutti i tifosi

FIUME | Se il Rijeka cercava delle conferme, una vittoria con la Dinamo dovrebbe rassicurare tutti. Per l’allenatore Igor Bišćan è il quinto risultato utile consecutivo in campionato, con un solo pareggio nel derby dell’Adriatico giocato a spalti vuoti al Poljud. Se vi aggiungiamo il successo in trasferta con il Varaždin negli ottavi di Coppa il bilancio complessivo del “dopo Kek” è decisamente positivo. Come era avvenuto la scorsa stagione, la pioggia ha portato bene anche questa volta ai fiumani contro la Dinamo. Il Rijeka non ha vinto per 4-1, ma per 1-0, un risultato che consente di risalire in classifica, di non avere più uno svantaggio in doppia cifra rispetto alla capolista e di riavere la consapevolezza di poter dare un senso a una stagione iniziata male. A Rujevica non c’è stato spettacolo, ma la gara del Rijeka è stata quasi impeccabile, con pochissimi errori in difesa e un numero limitato di pericoli per la porta difesa da Simon Sluga, pronto anch’egli in tutte le situazioni che lo hanno visto chiamato in causa. Per il numero di occasioni, per il gioco espresso, un pareggio sarebbe stato pure un risultato accettabile, ma a differenza di altre volte i fiumani hanno avuto un pizzico di fortuna in più. Il gol è arrivato in un momento che vedeva la Dinamo più intraprendente e che in un paio di frangenti si era proposta pericolosamente dalle parti di Sluga. Al 65’ Gojak ha cercato di intercettare un passaggio, ma il suo tocco è stato un assist involontario per Antonio Čolak, che l’ha sfruttato nel migliore dei modi. Lo ha fatto mentre in panchina Bišćan aveva fatto togliere la tuta al ghanese Acosty, che era destinato a prendere proprio il suo posto. Per la squadra di Bjelica è stata la prima sconfitta stagionale. Rispetto all’undici di partenza della sfida precedente al Drosina contro l’Istra 1961, Bišćan ha cambiato pochissimo, soltanto un difensore centrale. Ha escluso Escoval e inserito Punčec. Alla fine, la difesa fiumana ha corso pochi rischi.
Al termine della partita, invece di festeggiare tutti insieme a Rujevica, si è tornati a casa con l’amaro in bocca. Sono arrivati i tre punti, il morale della squadra è alle stelle, ma l’atmosfera generale allo stadio è deprimente. Il solo fatto che l’Armada si ostini a negare il proprio sostegno, un modo civile, per quanto discutibile, per manifestare il proprio malcontento, lo si può anche accettare. I bengala gettati in campo nel finale non possono venire giustificati in alcun modo. Invece di esultare, giustamente, per il successo, il presidente del club Damir Mišković ha dichiarato nel dopopartita: “Mi hanno chiesto se fossi arrabbiato per quanto successo. No, sono triste per tutto ciò che sta avvenendo senza motivo, almeno dal mio punto di vista. Discutendo, spero che comprenderemo quante cose false siano state pronunciate e comprendere che tutti noi, la società, i tifosi, compresi gli ultrà, dovremo vivere insieme. Io, come presidente, non posso pensarla nello stesso modo degli ultrà, ma dobbiamo rispettarci a vicenda. Viviamo in democrazia e protestare è legittimo, però ci sono modi e modi per farlo. È per questo che sono triste”.
La curva dell’Armada, più precisamente una parte di essa, continua a dettare legge a Rujevica e, come si è detto più volte, a tenere in ostaggio tutti, club e gli altri tifosi che per timore di rappresaglie esitano nel sostituirsi alla curva nel sostegno alla squadra. C’è una netta spaccatura tra la frangia più estrema dell’Armada e la società che non sembra intenzionata ad accettare il ricatto come argomento per i negoziati, ma anche con i “tifosi comuni”, non meno veri di quelli che si considerano gli unici predestinati a incitare la squadra. Alla fine di Rijeka-Dinamo Rujevica ha reagito con un’esplosione di tifo spontaneo da tutti i settori, escluso quello in sciopero da cui sono piovuti i bengala in campo. Aspettiamo le prossime mosse, da parte del club e dell’Armada, tenendo conto di un altro fatto. Perché a Rujevica gli spalti sono vuoti per quasi la metà per una partita come quella con la Dinamo? Perché una parte degli abbonati preferisce restare a casa?

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